Europa soffocata dal rigore. Giù la produzione

Visco: senza crescita il debito aumenta

ROMA – I dati relativi all’andamento della produzione industriale diffusi da Eurostat dipingono ancora un continente soffocato dal rigore e mentre a Roma si discute del disegno di legge di Stabilità, su cui è atteso il voto finale per la fine della prossima settimana, in Italia la produzione industriale crolla.

Cosi anche in Eurolandia crolla  con un botto come non si vedeva dall’inizio del 2009. Meno 2,5 per cento a settembre rispetto al mese precedente. Il crollo annienta il lieve recupero che si era registrato nei due mesi precedenti e porta il dato rispetto all’anno precedente a meno 2,3 per cento.
L’Europa nel suo complesso, euro e non euro, fa segnare meno 2,3 rispetto ad agosto e meno 2,7 per cento rispetto a settembre 2011. Anche se impressionante il dato italiano non è il peggiore, la flessione nostrana è stata dell’1,5% su base mensile e del 4,8 su base annua, peggio di noi sono riusciti a fare l’Irlanda, che fa segnare -12,8%, Portogallo (-8,8%), Grecia (-7,5%) e Spagna (-7%). E’ in questo quadro che segna ancora una volta cattivo tempo che sta procedendo la legge di stabilità.  E’’ ancora estremamente fluida la norma finanziaria per il 2013 con un parlamento che sta completamente riscrivendo il documento proposto dal governo Monti. Tra le proposte più interessanti al momento in discussione la cancellazione dell’incremento dell’aliquota IVA, la revisione delle detrazioni per i figli a carico, il blocco dell’adeguamento Istat delle pensioni più elevate per finanziare il salvataggio di un’altra pattuglia di esodati ed il blocco della rivalutazione dei vitalizi di parlamentari e consiglieri regionali per il 2014. Insomma i “tecnici” vengono clamorosamente  bocciati da un parlamento che, malgrado tutto, riesce ad apportare dei miglioramenti.

Il governatore: la riduzione del debito dipende dall’attività economica
Intervenendo alla presentazione del rapporto “ Doing Business 2013 della banca Mondiale il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, traccia un quadro non proprio esaltante della situazione economica, a partire dal debito pubblico. Dice Visco:”Ieri abbiamo avuto un nuovo record del debito: é aritmetica, finché’ c’e’ il disavanzo, il debito aumenta, non c’e’ niente da fare”.  Il suo pessimismo è cosmico, altro che luce in fondo al tunnel come ripete Monti. ”Avremo molti record davanti a noi –dice-finché  non si raggiunge l’equilibrio di bilancio non solo in termini strutturali, ma assoluti”.
La riduzione del peso del debito pubblico, ha proseguito “ dipende principalmente dall’aumento dell’attività economica, che oltre ad accrescere le risorse su cui contare per sostenere il debito, consente di ridurre lo squilibrio tra entrate e spese pubbliche. Queste ultime vanno certamente contenute, ma il pieno riequilibrio dei conti pubblici richiede anche di agire dal lato delle entrate: certo con la lotta all’evasione, ma anche e soprattutto con la crescita economica. In ogni caso – ha concluso Visco – solo quando si riuscirà ad annullare il deficit di bilancio si potrà avere una riduzione in termini assoluti del debito  pubblico ”. Poi elenca le tante difficoltà del sistema produttivo italiano, c’è ancora tanto da fare, dice sottolineando che la crisi finanziaria e quella economica “non sono indipendenti, né discendono solo dai nostri ritardi e dalle nostre insufficienze, e le vie di uscita non sono semplici né indolori”.  “Viviamo un periodo molto difficile, tra l’incudine  e il martello-ha proseguito-. “La crisi finanziaria- ha concluso-  – discende e si riflette nel livello e nel costo del debito pubblico, quella economica nella riduzione dei redditi e delle occasioni di lavoro”: è quindi “necessario rimuovere vincoli che frenano la capacità di generare risorse e redditi”.

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