Berlusconi, Lavitola, Tarantini, ancora indagini sulle “cene galanti”

ROMA – Il triangolo Berlusconi-Lavitola-Tarantini sempre più un fenomeno complesso. Nulla a che vedere con i clamorosi enigmi dei voli spaziali raccontati dall’astronauta russo Sergej Kricevskij, ma pur sempre fenomeno complesso.

Tanto che il Gip del tribunale di Bari, Sergio Di Paola, su richiesta del procuratore aggiunto Pasquale Drago, ha firmato un avviso di proroga delle indagini per altri sei mesi. Destinatario, Silvio Berlusconi. Identico provvedimento di proroga era stato notificato recentemente anche a Walter Lavitola, ex direttore dell’Avanti. Una differenza temporale che trova una logica spiegazione nel fatto che il nome del faccendiere napoletano veniva iscritto nel registro degli indagati circa un mese prima di quello dell’ex presidente del consiglio dei ministri.  L’inchiesta – avviata dalla procura di Bari – ruota intorno alle presunte pressioni esercitate da Lavitola, su richiesta di Berlusconi, per indurre Tarantini a rilasciare dichiarazioni mendaci sul giro di escort portate a casa del leader del Pdl tra il 2008 e il 2009.Sono ben 25 della “ scuderia “ Tarantini Secondo la pubblica accusa, Lavitola avrebbe indotto Tarantini a rendere dichiarazioni false alla Procura di Bari negli interrogatori del 19 e 31 luglio 2009. Sarebbe stato “convinto” in cambio di almeno 500mila euro ricevuti dallo stesso Berlusconi. Su questi fatti, relativi solo al periodo marzo-luglio del 2011, indaga anche la Procura capitolina.

Tuttavia, in questo caso, Berlusconi sarebbe parte lesa visto che Lavitola, Tarantini, la moglie di quest’ultimo e due collaboratori dello stesso Tarantini avrebbero estorto danaro al leader del Pdl in cambio delle ‘bugie’ precedentemente dette alla Procura di Bari. Per Tarantini – così come dichiarato ai pm di Bari -, Berlusconi non sapeva che quelle donne fossero prostitute. Secondo gli inquirenti, invece, l’allora presidente del consiglio ne era assolutamente consapevole. Nel frattempo, è stata rinviata al prossimo mese di febbraio l’udienza preliminare alle otto persone imputate nell’inchiesta sulle escort portate da Tarantini nelle residenze private di Berlusconi. Il Gup dovrà stabilire se le signore sono o non sono persone offese. Dovesse optare per la seconda opzione, le otto donne potranno costituirsi parte civile. Patrizia D’Addario, la donna che “aprì il vaso di Pandora”, ha già annunciato la volontà di costituirsi parte civile. Si attendono sviluppi. L’ ‘affaire’ si infittisce di giallo mentre i tempi per arrivare ad una verità processuale si allungano notevolmente. Senza neanche voler prendere in considerazione eventuali legittimi impedimenti.Oltre ai tre fratelli Tarantini, i pm Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia hanno chiesto il processo per la tedesca Sabina Began, la cosiddetta ‘Ape regina’ delle feste di Berlusconi, per le showgirl Letizia Filippi e Francesca Lana, l’avvocato fasanese Salvatore Castellaneta, detto Totò, referente – secondo l’accusa – per l’organizzazione delle feste private a Milano, e per gli amici e soci in affari di Tarantini, Pierluigi Faraone e Massimiliano Verdoscia.


 Ora ci sarà da attendere attendere la decisione del gup per capire  con quali riti si svolgerà il resto del processo.  Giampaolo Tarantini e Salvatore Castellaneta sarebbero intenzionati a  chiedere di accedere al rito abbreviato in modo da evitare la sfilata di testimoni e la rivelazione dei particolari relativi alle serate “eleganti” alla corte del cavaliere. Ma i difensori degli altri   imputati intendono procedere con rito ordinario e  così non salveranno l’ex premier 


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