Debito pubblico. E’ record, oltre 2.000 miliardi di euro

ROMA – Il debito pubblico del nostro Paese fa segnare, a 2.014 miliardi di euro. un livello mai registrato prima.

A dirlo è Bankitalia nell’ultima pubblicazione statistica sulla finanza pubblica diffusa questa mattina con cui si attesta lo sfondamento del muro dei 2.000 miliardi. In rapporto al Pil il debito potrebbe arrivare entro fine anno ben oltre il già drammatico livello del 126,1 % previsto dall’esecutivo. Il tutto dopo un anno di lacrime e sangue per i  cittadini con sacrifici che hanno prodotto una impennata delle entrate tributarie, in salita del 2,9 per cento nei primi dieci mesi del 2012 rispetto all’anno precedente.

Debito pubblico. Sostanzioso avanzo primario. Impennata delle entrate
L’Italia vanta, tra i Paesi dell’area euro il maggiore avanzo primario di bilancio, ed è uno degli appena tre Paesi che dispongono di un surplus al netto delle spese per gli interessi sul debito. A rilevarlo è la Banca centrale europea nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria, all’opposto i maggiori deficit di bilancio nel  2012, al netto delle spese per interessi sono previsti in Spagna, Irlanda e Repubblica Slovacca.
Le entrate tributarie erariali sono ammontate, nel mese di ottobre a 29,6 miliardi contro i 22,7 del mese precedente.
Nei primi dieci mesi del 2012 le entrate sono arrivate fino a 309,3 miliardi di euro con un aumento del 2,9% sul corrispondente periodo del 2011.

Le più virtuose sono le Province
In una nota il presidente dell’Upi, l’Unione delle Province, Antonio Saitta ha avuto modo di sottolineare come gli enti più virtuosi siano stati proprio le province.
‘Anche Banca d’Italia attesta lo sforzo che le Province hanno prodotto per risanare la finanza pubblica: nel corso degli ultimi 12 mesi le Province sono gli enti che in misura percentuale più degli altri diminuiscono il proprio (da 9,2 a 9,1 miliardi) mentre le amministrazioni statali continuano ad alimentare la crescita del debito’.
Da ottobre 2011 ad ottobre 2012 le variazioni del debito, ha infatti ricordato l’Upi citando i dati della Banca d’Italia sono state significative. Tutti gli enti locali hanno infatti ridotto il proprio livello di debito, mentre lo Stato ha visto il proprio debito impennarsi.
In particolare le Regioni passano da 40,8 a 40,5 miliardi (-0.82%); le Province passano da 9,2 a 9,1 miliardi (-1,43%); i Comuni passano da 50,4 a 50 miliardi (-0,78%), mentre lo Stato centrale passa da 1.798 miliardi a 1.897 miliardi (+5.54).

CGIL. Il rigore si è dimostrato controproducente
Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha commentato, a margine di un convegno sulle donne, gli ultimi dati del debito pubblico.
“I dati sul debito pubblico confermano che la politica del rigore, come è stata fatta, non risolve i nostri problemi ma anzi li carica ulteriormente”.
“L’Italia e l’Europa dovrebbero trarre delle risposte dalla politica attuata. La politica del rigore, dei tagli sociale dei servizi, in realtà non ha ridotto la spesa, ma ha aumentato il debito”.

Federconsumatori. Con Monti debito aumentato di 102 miliardi. 9 al mese
Secondo i calcoli di Adusbef e Federconsumatori il governo Monti, in carica da metà novembre 2011, ha generato fino ad ottobre 2012 un aumento di 102,304 miliardi in 11 mesi del debito pubblico italiano.
Il debito è così passato dai 1.912,389 miliardi di fine novembre 2011 ai 2.014,693 mld di ottobre, con un aumento mensile di 9,2 miliardi. Le due associazioni hanno fatto notare come il ritmo di crescita del debito (+9,2 miliardi al mese) sia superiore del 138,5% rispetto a quello del Governo Prodi e del 47,77% rispetto a quello del Governo Berlusconi
‘Il debito pubblico, che ha superato per la prima volta 2.000 miliardi di euro (2.014), con un gravame di 33.566 euro per ognuno dei 60 milioni di abitanti (neonati compresi) e’ cresciuto con il Governo Monti, risanatore delle banche a spese delle famiglie e dei lavoratori a reddito fisso’.
Per le associazioni  ‘Oltre al record degli esodati, della disoccupazione e della stagnazione economica, dei giovani privati di ogni speranza per il futuro, il Governo Monti iscrive l’ennesima medaglia negativa con un aumento del debito pubblico senza precedenti per evitare la riduzione con la vendita dell’oro e delle riserve di Bankitalia, in ossequio ai desiderata di Draghi, della banche e della Bce. L’ennesimo regalo del governo ‘tecnico dei professori’ che salva le banche, regala 3 miliardi di euro alle fondazioni bancarie nella conversione del 30% delle azioni da privilegiate ad ordinarie della Cassa Depositi e Prestiti, ennesima Iri che succhia il sangue del sudato risparmio postale, stanga le famiglie e la povera gente, per non intaccare i grandi patrimoni di quel 10% degli italiani, che possiedono oltre il 50% della ricchezza’.

Auto. Mercato in rosso profondo, L’Europa ai livelli del ’93, l’Italia a quelli del ‘79
Nella zona euro il mercato dell’auto registra ancora un tracollo con le immatricolazioni che a novembre scendono del 14,1%, a 684.631 unità, incrementando il rallentamento già emerso nei primi 10 mesi dell’anno, in cui il calo era stato del 10,6%, nel’Eurozona, accanto al dato italiano di -20,1%, si trovano il -19,2% della Francia e il -20,3% della Spagna.
Il dato è stato diffuso dal Centro Studi Promotor GL events sulle cifre diffuse oggi dall’Acea.
Per l’intero 2012, per il mercato italiano si prevede un volume di immatricolazioni inferiore a 1,4 milioni di pezzi. Un livello simile a quello fatto registrare nel 1979.
Romano Valente, direttore generale dell’Associazione delle case automobilistiche estere in Italia (Unrae), ha commentato preoccupato i dati: ‘Dopo 14 mesi consecutivi col segno meno, per la seconda volta in calo a due cifre e con il volume piu’ basso dal 1993, in Europa – e in particolare nell’area dell’euro – non ci sono segnali che possano far sperare in una ripresa a breve, fintanto che la crisi dell’auto resta importante in 3 dei maggiori mercati’. ‘.

 

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