Europa. Il governo Berlusconi vi è costato 9 miliardi

Mercato immobiliare in crisi, la casa non se la può permettere nessuno

ROMA – Oggi il commissario Ue agli Affari Economici Olli Rehn ha dato qualche cifra interessante sul costo che il Belpaese ha dovuto accollarsi per concedersi il lusso di farsi governare da Silvio Berlusconi.
Nel corso di un incontro presso l’European Policy Centre ha infatti evidenziato i benefici, oltre che le cause, dell’attuale ritorno della fiducia dei mercati verso il nostro Paese fornendo qualche spunto interessante intermini di quantificazioni monetarie.
In Italia continua a sgonfiarsi la bolla immobiliare, con il mercato che, tirato in basso da crisi ed IMU, continua a vedere i prezzi delle compravendite calare.

Rehn. Più fiducia dei mercati e meno costi per i contribuenti
“Dall’autunno 2011 in Italia lo spread sul titolo a 10 anni si e’ dimezzato e un calo solo di 100 punti base nei rendimenti rappresenta un risparmio di circa 3 miliardi di euro nel solo primo anno”.
Secondo Rehn nell’ultimo anno “l’Italia e’ diventato un paese piu’ stabile” e quindi meno soggetto agli andamenti del mercato ma “è importante che rimanga nell’attuale percorso di consolidamento” dei conti pubblici in quanto le difficoltà che il Belpaese ha avuto nell’autunno 2011, sotto la guida dell’ultimo Governo Berlusconi, erano “precisamente dovute al non rispetto degli impegni di politica di bilancio”.
Sempre secondo Rehn “Da novembre 2011 abbiamo avuto politiche piu’ coerenti e prudenti di consolidamento e di qui rendimenti sui bond molto più bassi. Ciò faciliterà il ritorno alla ripresa economica” ciò grazie anche al fatto che la fiducia viene “rafforzata da una azione politica determinata a livello europeo e sostenuta dalla decisione della Bce”

9 miliardi annui il “costo” di Berlusconi
Secondo le cifre snocciolate da Rehn il calo dello spread seguito alle dimissioni del precedente Governo avrebbero comportato “un risparmio di 3 miliardi di euro nel solo primo anno” per ogni 100 punti base di riduzione, il che porta, essendo il livello dello spread al momento delle dimissioni di Berlusconi intorno al livello di 550 punti mentre oggi lo spread segna circa 250 punti, ad un risparmio di circa 9 miliardi.
Una montagna di soldi che però non sono stati, e non saranno, risparmiati solo perché è cambiato il nome sul citofono di Palazzo Chigi ma anche e soprattutto grazie ed a causa di una politica iper rigorista che si è limitata ad interpretare in maniera più credibile, efficace e feroce gli ideali pauperizzanti di Berlusconi.

Il mercato immobiliare continua a calare
L’Istat ha diffuso oggi i dati, decisamente allarmanti, sul calo del mercato immobiliare in Italia. Con la crisi che taglia i redditi, con il lavoro sempre più precario e i prezzi delle abitazioni che restano proibitivi non stupisce che il mercato della casa sia in affanno.
In particolare, secondo i dati Istat, nel terzo trimestre 2012 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento registra una diminuzione dell’1,1% rispetto al trimestre precedente e del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2011, facendo segnare il terzp calo tendenziale consecutivo dopo il -0,2% del primo trimestre e il -2,1% del secondo.
Malissimo le abitazioni esistenti, che fanno segnare meno 1,6% sul trimestre precedente e meno 5,4% su base annua.
Si salvano le abitazioni nuove che fanno segnare ancora un lieve aumento dei prezzi su base annua con più 1,9%.
In media, nei primi tre trimestri dell’anno in corso, i prezzi delle abitazioni diminuiscono dell’1,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sintesi di un aumento del 2,7% dei prezzi delle abitazioni nuove e di una diminuzione del 3,7% dei prezzi di quelle esistenti.

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