Sant’Egidio ‘ sale’ in politica. Un’operazione di lobbing

ROMA – La Comunità di Sant’Egidio è pronta a sbarcare in Parlamento e cercherà di farlo passando per la porta principale, ovvero misurandosi con il consenso elettorale.

Non è un mistero infatti che dietro la formazione del movimento politico “Scelta Civica. Con Monti per l’Italia” ci sia anche e soprattutto il lavoro certosino di Andrea Riccardi, che della Comunità è fondatore e che sotto il governo tecnico ha ricoperto l’incarico di Ministro della Cooperazione internazionale.
Riccardi doveva candidarsi in prima persona ma ha dato forfait all’ultimo perché – stando alle frenetiche cronache politiche di queste ore – non ha saputo svolgere quel ruolo di collante del mondo cattolico richiestogli da Monti.
Anche Casini lo ha rimproverato accusandolo affettuosamente di non essere abituato alle contese politiche.

Un risultato inferiore alle aspettative

Il fondatore della Sant’Egidio è comunque riuscito a portare a casa un risultato, sicuramente inferiore alle aspettative ma comunque rilevante.
Nella lista Scelta Civica compaiono infatti il nome di Mario Marazziti, personaggio tutt’altro che secondario nella storia della Comunità, e di altri due esponenti come Rita Cutini e Zeinab Ahmed Dolal.
Marazziti è “discepolo” di Riccardi fin dalla primissima ora, ricopre il ruolo di portavoce e ci mette la faccia quando si tratta di rappresentare la Sant’Egidio in importanti situazioni pubbliche, di prendere posizioni ufficiali o di comparire in tv.
Anche le due donne ricoprono importanti posizioni nella Comunità.
Rita Cutini infatti è corresponsabile dei servizi rivolti alle persone anziane mentre Zeinab Ahmed Dolal è una ragazza somala da sempre impegnata nell’assistenza delle persone straniere.

 Il ruolo del ministro Riccardi,fedele montiano

La composizione delle liste nasconde invero una certa sconfitta del percorso politico di Riccardi, accreditato come uno dei più fedeli tra i montiani anche per il ruolo che ha giocato in quel famoso meeting di Todi in cui i cattolici uscirono allo scoperto auspicando la caduta di Berlusconi e la  formazione di un governo di emergenza.
Per anni tirato per la giacca per questo o quell’incarico (c’era chi ha provato a candidarlo a sindaco di Roma, chi lo vedeva bene alla Regione Lazio per il dopo Marrazzo e chi perfino alla Farnesina) in poco più di un anno il fondatore della Sant’Egidio sembra essersi affezionato alla vita di Palazzo.
Tante le dichiarazioni rilasciate, sicuramente se si considera che Monti ha inventato per lui un Ministero ad hoc pur di farlo sedere al tavolo del Consiglio dei Ministri.
Memorabile lo scontro frontale avuto con il Pdl a seguito di una dichiarazione attribuita proprio a Riccardi che conteneva un giudizio tutt’altro che lusinghiero nei confronti di Angelino Alfano.
Nonostante le polemiche Riccardi però ha continuato per la sua strada e soprattutto ha continuato a lavorare per il salto in politica di Mario Monti.
A lui spettava il compito di comporre l’elenco dei nomi per Scelta Civica e di far rivivere lo spirito di Todi.

Alcuni intoppi nella composizione delle liste

Ma come è noto nella composizione delle liste c’è stato più di qualche intoppo mentre il meeting dei cattolici è stato annullato.
Fuori dalla contesa elettorale sono rimasti altri personaggi legati a Sant’Egidio che tanto si erano spesi in favore del professor Monti.
Primo fra tutti Mario Giro, responsabile delle relazioni internazionali per la Comunità e fedele braccio destro di Riccardi al Ministero della Cooperazione, seguito dal professore di storia contemporanea all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano ed espertissimo dell’impegno dei cattolici italiani in politica Agostino Giovagnoli.
Un posto in lista se la aspettava anche Paolo Ciani, che per Sant’Egidio ricopre l’incarico di responsabile dei servizi per i Rom e che era perfino apparso in uno spot elettorale per Scelta Civica insieme a moglie e figlie.
Il suo nome forse è stato accantonato per colpa di quella imbarazzante omonimia con un altro supporter di Monti, quel Paolo Ciani consigliere regionale in Friuli Venezia Giulia passato alle cronache per aver pubblicato su Facebook insulti razzisti nei confronti del calciatore Mario Balotelli.

60 mila gli iscritti nel mondo alla Comunità

La dote elettorale che Riccardi porta alla lista di Monti in realtà non vale molto. La Comunità di Sant’Egidio riferisce ormai da anni il dato di 60mila aderenti in tutto il mondo e questo ormai devono averlo capito anche Monti, Casini, Fini e Montezemolo.
 Quanti di questi siano in Italia non è dato saperlo ma è noto che la maggior parte appartengano alle Comunità in Africa, quindi non utili alla causa elettorale.
La Sant’Egidio è conosciuta e stimata da molti per il lavoro quotidiano che fa a servizio dei poveri ma gode di ottime credenziali più tra i poteri forti che tra le persone comuni, che poi sono quelle che vanno a votare.
Di certo c’è che tra gli adepti italiani tutti (o quasi) seguiranno le indicazioni del fondatore, considerato un esempio da seguire sempre e comunque.
E di certo c’è che anche ad una parte di quell’esercito di poveri assistito dalla Comunità magari sarà suggerita la lista da votare.  
 
 Personalità ben piazzate nella Curia romana

A guardarla così sembra si tratti più di un’azione di lobbing più che di una vera e propria operazione politica. Tre parlamentari in quota Sant’Egidio non spostano infatti di certo grandi equilibri.
Rappresentano però dei tasselli in più nella complessa geografia di interessi rappresentati dalla Comunità, che negli anni ha piazzato suoi uomini in molti luoghi di comando della cultura, dell’informazione, dell’accademia e ovviamente della Curia romana.
Mario Marazziti è editorialista del Corriere della Sera, giornale che ha tra le sue file un altro esponente storico della Sant’Egidio come Roberto Zuccolini.
Tanti sono i membri dell’organizzazione cattolica nel mondo della cultura e dell’università. Lo stesso Riccardi è docente ordinario di storia contemporanea all’Università di Roma Tre, come per altro lo sono Roberto Morozzo della Rocca e Adriano Roccucci. Anche l’attuale Presidente della Comunità Marco Impagliazzo è un accademico ed è vice-rettore dell’Università per stranieri di Perugia mentre Sandro Zuccari (per anni considerato il vero successore di Riccardi) è professore ordinario di storia dell’arte moderna all’Università di Roma La Sapienza.
I successi maggiori però Sant’Egidio li ha ottenuti nel recente passato nei rapporti con il Vaticano.

L’influenza di  monsignor Paglia

Don Vincenzo Paglia, storico consigliere spirituale della Comunità, è stato vescovo di Terni e dal giugno scorso ricopre il prestigioso incarico di Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Altri porporati in quota San’Egidio sono Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e membro della Congregazione delle Cause dei Santi, e Matteo Zuppi, recentemente nominato dal papa vescovo ausiliare di Roma per il centro storico.
 
Quale politica possano portare avanti quelli di Sant’Egidio in Parlamento per ora non è dato saperlo. Resta da capire come faranno a coniugare il loro storico impegno in favore dei poveri e dei bisognosi di mezzo mondo con quell’austerity montiana che tanti danni ha provocato proprio alle fasce più deboli. Oppure come faranno a coesistere con personaggi come Gianfranco Fini che ha dato vita alla durissima legge sull’immigrazione da sempre contestata da Sant’Egidio.
Per la politica e per i programmi di governo però c’è tempo. L’importante è starci e aggiungere un altro tassello.

 

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