Bersani dice no alla patrimoniale. Non sono Robespierre. Camusso contraria

ROMA – Pier Luigi Bersani scioglie un importante nodo: niente patrimoniale ha detto ai microfoni di radio 24. Un fatto che potrebbe nel bene e nel male condizionare anche gli elettori che chiedono una politica più equa.

“Non voglio fare Robespierre o Saint-Just: niente patrimoniale ma solo la tracciabilità fiscale”, ha precisato il segretario del Pd. “Io non credo a una patrimoniale, l’abbiamo già sugli immobili e si chiama Imu. Su questa penso ci debba essere una maggiore progressività. Per quel che riguarda il resto dei patrimoni – ha scandito il leader Pd – non intendo affatto concepire una patrimoniale perchè penso che il nostro problema
sia la tracciabilità, per una Maastricht della fedeltà fiscale”-

“In tutto il mondo si vota e in nessun posto al mondo si sa il risultato prima, si andrà a votare e ci sarà un governo stabile. Spostamenti di capitali? Tutte le scuse son buone, bisogna pagare le tasse nel proprio paese, la povertà è stanziale, la ricchezza è mobile: questo è un guaio e si deve trovare una soluzione”.

Di parere opposto è Susanna Camusso: “Pensiamo sia indispensabile fare la patrimoniale in questo Paese. Non ci raccontino che l’Imu c’è già o altro c’è già. Oggi c’è una straordinaria diseguaglianza tra chi paga regolarmente le tasse sul suo reddito e sulla casa e chi invece non paga – ha aggiunto – sulla multi proprietà immobiliare e sulle rendite ed è su questo che bisogna ricongiungere la forbice applicando la regola fondamentale, prevista dalla costituzione, che la tassazione è progressiva sul reddito delle persone».

IOntanto sull’ipotesi di un accordo tra Monti e Bersani oggi a smentire è intervenuto anche Nichi Vendola:  “Credo che le cose che ha detto Bersani siano conclusive. Con Monti non c’è un accordo, ma una  discussione civile”.

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