Votanti in calo fra neve e pioggia. Alle urne il 55,18%

Bersani: “Governo e cambiamento vanno tenuti insieme”

ROMA – E’ la prima volta che si vota in un mese invernale con nevicate al Nord, pioggia, freddo, temporali al Centro e al Sud in particolare. Il consistente calo sull’affluenza alle urne a chiusura dei seggi, di 535,18% contro il 62,55% del 2008, è dovuto anche a difficoltà incontrate dagli elettori a recarsi ai seggi. Se si mantiene questo trend è prevedibile che  votino  all’incirca  il 75% degli aventi diritto. Nelle Regioni in cui si vota anche per il rinnovo dei Consigli, Lazio, Lombardia, Molise, la percentuale dei votanti è più alta. Proprio in relazione alla partecipazione al voto si formulano previsioni, si fanno  elaborazioni sulla formazione delle possibili maggioranza alla Camera, ma soprattutto al Senato perché è nell’aula di Palazzo  Madama che si decide il governo del paese. Insieme alle prime congetture impazzano i sondaggio clandestini, quelli  mascherati  come se si trattasse di una corsa dei cavalli o della scelta del Papa nel conclave. Si parla di Bien comun e di Maison liberté,  chiaramente indentificabli  nella coalizione di centrosinistra e dei beluscones più la Lega pià altri alleati sparsi. Si parla del Papa di Piacenza, del monsignore di  Arcore, del Gran smachiateur, di Varenne contrapposto a  Fan Indole( Berlusconi e Bersani),di   Ipson de la Boccon, del cinque stellato Igor  Brick e via dicendo. Sondaggi che richiamano gli ultimi dati  resi noti ufficialmente. Alla Camera una prevalenza della coalizione del centrosinistra, incertezza, sul filo di lana  Al Senato, una crescita del movimento di Grillo anche alla luce della manifestazione di Piazza San Giovanni. In particolare autorevoli esperti  in merito di elezioni, come il professor D’Alimonte sottolineano che    gli indecisi anche se notevolmente diminuiti rispetto ai primi sondaggi sono ancora all’incirca il 10 % dei votanti. Solo davanti al seggio, a volte proprio già all’interno della cabina, possono decidere a chi dare il voto.

Ancora indecisi  per chi votare  fra il 5 e 6%

 Ultimi calcoli, anche sulla base dei primi dati sull’affluenza, lasciano prevedere che alla fine gli indecisi  saranno solo il 5,6%. I partiti perciò continuano , di fatto,  nei contatti con i cittadini, nelle forme che la legge consente. Siolo Berlusconi risulta aver violato la legge, ma per lui è una cosa normale. Si chiede addirittura cosa abbia fatto di male ad attaccare la magistratura mentre  faceva visita a Milanello. E poi di fronte alla contestazione delle tre ragazze che di sono spogliate davanti a lui e a seno nudo al grido di “basta Berlusconi” afferma che si tratta di “contestazioni fuori dalla ragione contro cui non possiamo fare niente”. A Milano, intanto, una tegola si abbatte sulla Lega. Sarebbero irregolari  ben 900 firme sottoscritte per la lista di Maroni. A rendere più complicate le previsioni sull’esito del voto è la stessa legge , il porcellum, i cui meccanismi sono davvero una sorta di bero e proprio ginepraio di difficile lettura. Non c’è infatti solo il premio di maggioranza che viene assegnato alla Camera alla coalizione o partito che prende un voto più di tutti gli altri e si aggiudica la maggioranza assoluta con qualche cosa in più, il 55% dei deputati che sono  630.

Il complicato sistema di calcolo per eleggere deputati e senatori

Esiste anche una soglia di sbarramento del 10%. Per aver diritto ai seggi le liste che ne fanno parte devono superare il 2%. Il 4% è la soglia da superare per chi non fa parte di alcuna coalizione, per esempio Rivoluzione civile di Ingroia, la lista di Giannino che mantiene la candidature avendo però lasciato la carica di presidente di “ Fare.Per fermare il declino”  Nelle precedenti elezioni causa questo quorum rimasero fuori  da Montecitorio, Rifondazione comunista e Comunisti Italiani. Al Senato il premio di maggioranza viene distribuito nelle singole regioni .Perciò chi vince nelle regioni che eleggono il maggior numero di senatori ne porta di più a Palazzo Madama. Non solo. Per le coalizioni esiste una soglia di sbarramento fissata al 20%. Le liste che ne fanno parte per aver diritto alla distribuzione dei seggi devono aver superato il 3%. Per le liste che non fanno parte di coalizioni l’asticella è posta all’8%.  A Palazzo Madama il quorum di maggioranza è fissato a quota 158 senatori  che sono in totale  315 più senatori a vita. Non ci è alcun premio su scala nazionale. Per avere il quadro definitivo del voto chiuse le urne lunedì alle ore 15  s ci  saranno diversi passaggi, dagli exit poll, non più clandestini alle proiezioni, ai dati definitivi,alla conta  per le maggioranza, facile alla  Camera, difficile al Senato. Solo martedì si avranno i definitivi per le tre regioni in cui si vota anche se il risultato della Camera è abbastanza indicativo,tenendo però conto del voto disgiunto che può cambiare le carte in tavola., il voto cioè a un candidato presiedente e una lista a lui non collegata. In particolare sulla possibili maggioranze si esercitano molte testate straniere.

Il conservatore Wall Street Journal per Bersani for president, con Monti

A sorpresa si schiera il Wall Street Journal, il più grande quotidiano economico americano di orientamento conservatore e liberista. E la sorpresa è che fa il tifo per una alleanza Bersani-Monti, mentre  grandi agenzie di affari, mondo della finanza, quello non troppo chiaro,  anzi torbido fa il tifo pechè non vinca nessuno e si vada a nuove elezioni e punta su uno sfascio dell’Europa che deriverebbe da una situazione ingovernabile dell’Italia. Scrive il Wall Street: “ Gli investitori internazionali preferiscono una coalizione guidata dal Pd di Bersani che includa  il premier uscente Monti perché pensano che  offra le chance migliori di prosecuzione delle riforme”. Dal canto suo Bersani in una lunga intervista all’Unità. “ Noi possiamo uscire dalla crisi soltanto se non concediamo tutto alla protesta e alla sfiducia e, al tempo stesso, se comprendiamo che non si può governare senza cambiare. Governo e cambiamento vanno tenuti insieme e il Pd   è l’unico partito che può farlo”E in merito alle possibili alleanze con forze moderate? Il leader del Pd ribadisce che  “ l’unica forza in grado di reggere governabilità e cambiamento è quello che sappia essere soggetto sociale e liberale e che abbia le sue radici popolari in un area di centrosinistra”. “ Massima attenzione, confronto disponibilità a discutere con forze che esprimono posizioni europeiste, costituzionaliste, moderate come ha più volte detto ma, precisa,  “purché si prenda atto che del dato ndi fondo , cioè che queste soggettività devono concorrere, non possono pretendere”.

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