Pd. Bersani ai 408 eletti, la strada è stretta, ma cambiare si può

Crimi: “Una presidenza in una delle due camere ci spetta”

 

ROMA – Ancora incertezze e scontri a distanza in questa giornata particolare in cui prendono vita le prime fasi di avvio  alla 17ma legislatura. Da questa mattina a Montecitorio è iniziato infatti il rituale di accoglienza e la registrazione dei neo parlamentari.

Adempimenti formali che saranno definitivamente completati entro martedì 19, mentre venerdì gli onorevoli occuperanno gli scranni nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama.
L’incertezza sul futuro governo è palpabile e l’aria che tira non è delle migliori. Oggi Pier Luigi Bersani incontrando al Teatro Capranica per la prima volta i suoi neo eletti, 408 tra deputati e senatori, lo ha detto apertamente: “Non siamo in grado di garantire un governo, ma nessuno lo è”. Tuttavia, ha precisato il segretario del Pd, “bisogna andare avanti per raccogliere il maggiore consenso sugli 8 punti”, sui quali la stessa direzione nazionale ha dato via libera.
Ma non solo. Bersani ha lanciato un  messaggio chiaro ai suoi, specie ai 260 neo eletti, che per la prima volta saranno i protagonisti della prossima legislatura. Ovvero, osservare con disciplina e onore il ruolo  parlamentare come recita la Costituzione Italiana. “La strada è stretta – ha puntualizzato Bersani – ma cambiare si può”. E poi: “Non si diffonda l’idea che siam qui ad andarci a cercare dei senatori e dei deputati. Non lo accetto. Tanto meno se viene da qualcuno di casa nostra. A noi interessano le posizioni politiche”.
Insomma per Bersani è l’ora del cambiamento: “Responsabilità in questo momento vuol dire cambiamento. Non possiamo mettere dei coperchi sopra ad una pentola a pressione. La vera sostanza del cambiamento – ha aggiunto – è però quella che riguarda il tema sociale e la grande sofferenza che sta vivendo il Paese. Oggi si può cambiare davvero e ridare grande centralità al Parlamento”.
E poi il segretario è tornato a parlare di Grillo, il quale oggi ha ancora attaccato il Pd sui rimborsi elettorali. “Noi sappiamo benissimo che arriveranno tutti i giorni sbarramenti, non solo di chi pensa di tenersi libere le mani, un moderno principe in formazione può non essere mai sazio”, ha detto Bersani.
“Questi pensano di avere inventato la politica, ma è una storia antica. E quindi può pensare di tenersi le mani libere. Per cosa? Per l’Italia? No, per una cosa che si chiama potere. Noi – ha aggiunto Bersani – facciamo l’inverso, quel tanto di potere che abbiamo lo mettiamo al servizio di questo Paese”.

E poi: “Il Pd è pronto ad affrontare il tema del finanziamento ai partiti, a patto che si faccia insieme al tema della trasparenza e della democrazia interna ai soggetti politici”, ha detto Bersani. “Un partito che non ha democrazia interna può prendere il governo del Paese e trasferire la sua assenza di democrazia dal suo partito al Paese. Non è una cosa da poco. Dunque, sul tema dei finanziamenti ai partiti  ce l’abbiamo una proposta per superare il meccanismo attuale e mettere in campo un meccanismo che dia spazio a piccoli contributi, poi vedremo se per via fiscale. Ma intendo che la discussione si leghi alla trasparenza sui partiti. A Grillo non dico ‘questa qua è la legge, ma dico ‘discutiamone”.
Intanto Beppe Grillo continua a ribadire via Twitter il “no” alla fiducia al partito democratico. “Cari amici, anche io sarei favorevole a una intesa tra M5S e PD, ma devo riconoscere che gli 8 punti del PD sono acqua calda”. Parole di Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, che Grillo fa sue dal blog e che sintetizza nel tweet. E infine: “Manca il tema della riduzione dei costi della politica, l’eliminazione del finanziamento pubblico dei partiti, le indennità parlamentari sproporzionate, i rimborsi elettorali anche a chi è stato sconfitto; poi – sono ancora le parole di Imposimato  endorsate da Grillo – c’è il problema delle spese enormi degli organi costituzionali: fa bene Grillo a non accettarli; sarebbe un suicidio”.

Insomma, il comico non vuole cedere. Evidentemente non si rende ancora conto di due cose: la prima è che a breve i suoi staranno dentro le istituzioni con tanto di responsabilità, la seconda è che questa legislatura è segnata da una crisi epocale in termini di recessione, di disoccupazione e di povertà. Per questo non andrebbe dimenticato questo carico di esasperazione.

per dopmani è previsto un incontro tra i pontierì del Partito Democratico e una delegazione ‘grillina per verificare una disponibilità alla  corresponsabilità istituzionale. Secondo quanto si apprende, da parte del Movimento c’è la disponibilità a dialogare nell’ambito di «rapporti istituzionali» ma non quella di stringere accordi su nulla. E in più, come detto chiaramente oggi da Vito Crimi e confermato da fonti interne al gruppo, una presidenza delle due Camere ci tocca”,  e quindi se sarà offerta ai grillini, verrà accettata.
Ma senza nulla in cambio. M5S deciderà comunque i suoi candidati alla presidenza delle due Camere nella riunione dei gruppi che si terrà mercoledì.

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