Vento di cambiamento. Alla Camera Laura Boldrini, al Senato Piero Grasso

 ROMA –  Al Senato dopo il ballottaggio con  Renato Schifani, Pietro Grasso si è aggiudicato la poltrona della seconda carica dello Stato.

L’ex magistrato antimafia. ha vinto con ben venti punti di vantaggio sul presidente uscente  di Palazzo Madama: 137 voti contro 117, le bianche sono state 52 e le nulle 7. Ai voti della coalizione di centrosinistra, 125, se ne sono dunque aggiunti dodici.  I senatori del gruppo che fa capo a Mario Monti hanno votato scheda bianca. Il premier che si era auto candidato a presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, ma aveva avuto lo stop  dallo stesso  Capo dello Stato perché si sarebbe creata una situazione di vero e proprio ingorgo istituzionale, cosa di cui non vi è assolutamente bisogno vista la situazione di grande incertezza che sta vivendo il nostro Paese. 

Il Pd non aveva gradito questa auto candidatura  cercando un rapporto  con i “montiani” fini all’ultimo minuto. Quando si è rivelato impossibile è partita la scelta della coalizione di centrosinistra, scelta effettuate non senza qualche difficoltà. Alla fine ha  prevalso la  la proposta di candidare alla Camera , Laura Boldrini e al  Senato, Pietro Grasso, una scelta di rinnovamento, di cambiamento. Ne aveva accennato  Matteo Orfini, neo deputato, membro della segretaria del Pd, nel corso di una trasmissione televisiva. Senza far nomi aveva fatto capire quale era il senso di marcia che lo stesso Bersani avrebbe indicato. Così è avvenuto.. Tutte le indiscrezioni della vigilia, i retroscena  sui quali si sono sbizzarriti  i soliti cronisti che non ne indovinano una, sono state smentiti. Il risultato ottenuto da Grasso, insieme a quello della Boldrini, sono il segno della volontà di innovazione, fuori dalla ” vecchia politica. Un punto a favore del Pd e della tenacia con cui Bersani ha sostenuto questa linea. Non è un caso che  i voti in più che Grasso ha ottenuto rispetto a quelli del suo campo vengono dal Movimento 5 Stelle. Il gruppo  ha tenuto una riunione non proprio tranquilla . Non era stata neppure prevista. La con segna di Grillo era  ferrea: non votare alcun candidato  proposto dai partiti. Quindi scheda bianca visto che si trattava di un ballottaggio fra due esponenti di coalizioni, centrosinistra e destra. Ma  la discussione si è aperta perché  all’interno di 5 Stelle  non  tutti accettavano di mettere sullo stesso piano Grasso e Schifani. Alla fine a maggioranza aveva prevalso la scelta della scheda bianca. Ma  questa decisione è stata contestata e si è cambiata la scelta: libertà di voto. E così avvenuto che per la prima volta i grillini si sono divisi e i voti sono andati a Grasso. Da segnalare che  quasi al termine della seduta, in tempo per votare, è arrivato anche Berlusconi, occhiali neri, accolto all’esterno del Palazzo da un contestati e un coro di ” buffone , buffone”. Ha detto solo che era una elezione che non contava  niente, e Schifani. pare non l’abbia presa troppo bene. Subito dopo la sconfitta è andato a stringere la mano a Grasso fra gli applausi dei senatori.  Il cavaliere, che si era tolto gli occhiali neri, non ha gradito E l’ha fatto capire sbattendo gli occhi, in barba alla uveite.

Piero Grasso, una vita in antimafia

L’11 ottobre 2005 Grasso venne nominato procuratore nazionale antimafia, subentrando a Pier Luigi Vigna, che ha lasciato l’incarico nell’agosto 2005 per raggiunti limiti di età, mentre era ancora capo della Procura della Repubblica di Palermo. Il Csm  aveva dato via libera alla sua nomina con 18 voti a favore e cinque astensioni. L’11 aprile 2006 contribuì con il suo lavoro, dopo anni d’indagine, alla cattura di Bernardo Provenzano nella masseria di Montagna dei cavalli a Corleone, latitante dal 9 maggio 1963. Il 18 settembre 2006 la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, con il contributo della Procura Nazionale diretta dal procuratore nazionale Grasso, concluse un’indagine durata due anni riguardante l’azione di alcune cosche mafiose di Vibo Valentia, che avevano messo le mani sui villaggi turistici della costa. Le cosche in questione sono La Rosa di Tropea e quella dei Mancuso di Limbadi, che ricavavano ingenti guadagni dal controllo degli appalti per la costruzione e la fornitura dei villaggi vacanze nella zona di Catanzaro. L’operazione Odissea si concluse con 41 procedimenti di custodia cautelare.

 Laura Boldrini, un segnale chiaro di cambiamento

Laura Boldrini è stata eletta alla Camera con uno scrosciante applauso da parte dei deputati  che ha rotto per qualche minuto le continue tensioni che anticipano questa XVII legislatura. L’elezione di Laura Boldrini, ex portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati,  è una novità assoluta, coerente con il cambiamento tanto decantato dal centro sinistra.  310 sono stati i voti  per la deputata di Sel ,  terza donna nella storia della Repubblica ad essere eletta alla presidenza della Camera. Prima di lei solo Nilde Jotti, parlamentare del Pci e Irene Pivetti, eletta con la Lega ma poi uscita dal partito di Umberto Bossi. Pivetti è stata la presidente più giovane, Iotti la presidente della Camera per più anni di tutta la Repubblica. Ricoprire la terza carica dello Stato è finora l’incarico istituzionale raggiunto in Italia da una donna. “Con l’elezione di Laura Boldrini  – ha detto Nichi Vendola – ha vinto l’Italia migliore”. E poi: “Credo che l’Italia abbia vissuto una straordinaria emozione perchè Boldrini è la testimone dell’oltraggio e delle ferite inferte ai diritti umani. Lei è stata sulla strada del dolore” e quindi “restituisce alla politica un volto pulito, una freschezza, una capacità di emozionare l’opinione pubblica. Qui dentro alla Camera ci sono tutte le condizioni, se c’è la volontà – ha sostenuto – per dare risposte immediate ai problemi e alle angosce degli italiani”. Molti dalle fila del centro sinistra si sono detti ottimisti per la scelta della Boldrini, ma gli auguri per il suo nuovo incarico sono arrivati anche dai sindacati e dalla Confindustria. “Un discorso di alto profilo, fatto di grandi emozioni e di grandi speranze. Il cambiamento deve partire da qui. Cara Presidente un augurio e un abbraccio”, ha scritto Susanna Camusso in un tweet. Ma non è tutto. Perfino gli “esclusi” come Antonio Ingroia ha lanciato un segnale positivo per la Boldrini che ricoprirà il ruolo di terza carica dello Stato. Felicitazioni alla Boldrin anche da parte del vice-presidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella: “Si tratta di una figura di levatura internazionale, – aggiunge Pittella – una donna che si è contraddistinta in questi anni nel nostro paese per il suo coraggioso impegno come portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati in difesa della vita e della dignità dei tanti diseredati che tentano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere la frontiera estrema dell’Unione europea per mettersi in salvo da guerre e carestie – sottolinea Pittella – in questo lavoro Laura Boldrin si e’ contraddistinta per la grande umanita’ e l’alto senso di giustizia,  qualita’ che sono emerse chiaramente anche nelle parole rivolte all’aula di Montecitorio nel suo primo discorso”. ”Sono convinto – ha concluso l’europarlamentare – che potremo  ben presto rafforzare la costante e fruttuosa collaborazione tra i due parlamenti nell’interesse dei cittadini europei che li hanno eletti”. Una garanzia per le istituzioni dice invece il presidente della Corte Costituzionale, Franco Gallo: “Desidero esprimerle a nome dei giudici costituzionali e mio personale i rallegramenti e le più vive felicitazioni per la sua elezione alla presidenza della Camera dei deputati”,  così il telegramma inviato a Laura Boldrini. “L’impegno ed equilibrio che ella ha sempre dimostrato nella sua intensa vita professionale – scrive Gallo – i suoi ripetuti richiami ai valori costituzionali e ai diritti fondamentali della persona sono una garanzia per le nostre istituzioni democratiche in un momento così critico per il nostro Paese. Con gli auguri più fervidi di buon lavoro”.

LA DIRETTA DAL SENATO

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