Governo. I saggi di Napolitano non convincono né a destra e né a sinistra

ROMA – Da martedì i dieci saggi nominati dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano inizieranno a lavorare su un programma di governo di larghe intese che punti come obiettivo principali alle riforme. Tuttavia, la scelta del Capo dello Stato  continua a sollevare non pochi dubbi, nonostante la soluzione sia stata dettata dalla drammatica situazione in cui versa il Paese.

“Sono una soluzione utile, che può aiutare, ma che non può essere sostitutiva del luogo in cui certe decisioni si devono prendere, ovvero il Parlamento, nè mi pare una soluzione risolutiva”, incalza Dario Franceschini che aggiunge: “Napolitano è stato un punto fermo in questi anni di bufera – ha premesso l’esponente Pd – ora siamo in un momento che non ha precedenti nella storia del Paese e la scelta di Napolitano è stata fatta per tranquillizzare il paese.  Il lavoro dei saggi servirà per vedere se ci sono dei punti su cui le forze politiche si possono avvicinare, ma non è che da questa formula nasca un governo”.

Per il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone, invece “le commissioni di saggi proposte dal Presidente della Repubblica, pur se anomale, possono aiutare un processo di unità per uscire dal tunnel ma è la politica tutta che ha l’obbligo di dare risposte ritrovando la capacità di svolgere costituzionalmente il proprio ruolo”. “C’è bisogno di crescita, di occupazione e di ridistribuire la ricchezza perchè la povertà aumenta paurosamente – continua Cantone – e per questo mi auguro che la proroga al governo Monti, seppur in emergenza, non si trasformi in ulteriori atti senza equità e senza giustizia sociale perchè sarebbe un film che abbiamo già visto». «Occorre stabilita e credibilità – conclude il Segretario generale dello Spi-Cgil – per cui senza un governo di vero cambiamento, il peso della crisi resterà sulle spalle di giovani, lavoratori e pensionati e continuerà il declino di interi settori produttivi”.

Anche l’ex ministro Renato Brunetta, ora presidente dei deputati del Pdl, dimostra  un certo scetticismo: “Il prolungarsi della crisi politica, apertasi con le dimissioni del governo Monti l’8 dicembre 2012, mette a rischio gli interessi dell’Italia. Le elezioni hanno indicato l’accordo fra Pdl e Pd come unico governo possibile”. “A questo – aggiunge Brunetta – non si è giunti per esplicito rifiuto di Pierluigi Bersani e per silente acquiescenza del resto del suo partito. Ora il presidente della Repubblica prova a prendere altro tempo, chiedendo a dieci soggetti di indicare un programma e un percorso. Tale iniziativa, credo non cambierà i dati del problema. E, del resto, occorre rimediare a un grave guasto costituzionale: il governo in carica per il  disbrigo degli affari correnti non ha mai ricevuto la fiducia, in questa legislatura. È, a tutti gli effetti, un non governo”.

Beppe Grillo, definisce nel suo blog.  “Il Paese – dice il comico genovese –  non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell’inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno di ‘badanti della democrazia, ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta. Grillo sottolinea che “la Commissione speciale sta esaminando un provvedimento legislativo di carattere economico per sbloccare pagamenti alle aziende per 40 miliardi di euro con il contributo di tutte le forze politiche, tra cui il M5S, come espressione del Parlamento e non, come è avvenuto negli ultimi anni, attraverso atti di imperio del governo con ripetuti decreti. E poi Grillo ribadisce la necessità di fare un governo firmato  5 Stelle.

Anche il professor Paolo Becchi, che qualcuno ha già battezzato come l’intellettuale del movimento 5 Stelle non è affatto d’accordo: “‘Ma cosa potranno fare queste commissionì? “Un cazzo”, replica il professore. “Re Giorgio aveva due possibilità: o dimettersi o traghettare al meglio la situazione fino all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Così si è inventato i saggi –  dice ancora rileggendo le mosse del Colle”.

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