NAPOLI – Noemi Letizia ebbe da minorenne un rapporto consenziente con Silvio Berlusconi.
Lo sostiene Francesco Chiesa Soprani, ex agente della ragazza, in un’intervista al programma ‘Servizio Pubblico’ che andrà in onda questa sera dalle 21.10 su La7. Chiesa Soprani osserva che ora Noemi ”si gode i soldi che si è presa, immagino. Io ebbi il numero da Emilio Fede, la chiamai, pagai l’aereo a lei e al padre, e vennero in studio da me. Il papà mi disse: ‘Guarda Francesco non mi interessa il discorso economico, in quanto chi di dovere, e uscì il nome di Berlusconi, ci ha già pagato”’. ”Noemi – continua l’agente – mi disse di come conobbe il premier e mi spiegò che quando era minorenne, a Roma, ci fu un rapporto consenziente. Questo segreto non fa male a Noemi, questo segreto fa male agli italiani. Di conseguenza non voglio che l’Italia venga governata o comunque che gli italiani non si rendano conto di chi è una persona. Non era amico del padre, e siccome questo lo so, lo voglio dire agli italiani. Italiani: non era amico del padre. Domani mi minacciano? Domani mi sparano? Sono contento cosi”- Chiesa Soprani parla anche di Ruby”. ”Io – racconta – le spiegai che facevo l’agente televisivo e Ruby mi disse: ‘Guardi che qua io ho già Lele Mora, Emilio Fede e Silvio Berlusconi che si stanno occupando di me, siccome sono minorenne’. E quindi Berlusconi sa che e minorenne. ‘Io sto qua perchè mi pagano la casa, mi danno i soldi, mi fanno divertire..’ e poi ha concluso dicendo ‘scopata più, scopata meno, ormai..”’.
Noemi e la festa dei 18 anni
Bonifici per un valore di migliaia di euro partiti da un conto del Presidente del Consiglio e indirizzati alla mamma di Noemi Letizia. La prima minorenne dello scandalo alla cui festa di diciotto anni a Casoria presenziò Silvio Berlusconi. Immediatamente cominciarono ad insinuarsi dubbi e polemiche che portarono poi a scoprire i primi retroscena delle feste ad Arcore e Villa Certosa. Feste passate alla storia come “Bunga Bunga”. La stessa Noemi Letizia aveva dichiarato, appena diciottenne, di chiamare “Papi” il Presidente del Consiglio e di partecipare a numerose feste nelle sue residenze, salvo successivamente ritrattare tutto.