Lavoro, Cgil:9 milioni in difficoltà. Napolitano: subito misure

Mercoledì confronto governo – parti sociali

ROMA – Cresce sempre più il numero di coloro che patiscono la crisi.

Da uno studio della Cgil emerge che sfiorano i 9 milioni le persone in difficoltà col lavoro. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Massimo D’Antona, invia un messaggio al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. La “crisi angosciante e drammatica” che vive l’Italia “impone alle Istituzioni, alle forze sociali e alle imprese la messa in atto di efficaci soluzioni per rilanciare l’occupazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese”, scrive Napolitano. La Camusso, dal canto suo, aveva avvertito: “basta con la politica degli annunci”. Mercoledì, intanto, l’incontro governo-parti sociali.

Il messaggio di Napolitano

“La preziosa opera del prof. D’Antona, il suo illuminante contributo nella elaborazione di nuove politiche del lavoro attente, in una dimensione europea, alle più aggiornate dinamiche organizzative e di rappresentatività sindacale, rivestono ancor oggi – prosegue – un rilievo centrale, nel contesto di una crisi angosciante e drammatica, che impone alle Istituzioni, alle forze sociali e alle imprese la messa in atto di efficaci soluzioni per rilanciare l’occupazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese”. È quanto scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in occasione della cerimonia di commemorazione del professor Massimo D’Antona. “Attraverso il ricordo del suo sacrificio – dice Napolitano – si onorano tutti coloro che, con equilibrio e generosità, offrono il loro apporto per rilanciare, nel quadro dei valori costituzionali, l’attenzione al ruolo centrale del mondo del lavoro e sostenere la ricerca e l’innovazione come fattori essenziali della crescita economica e del progresso sociale. Con questi sentimenti e nel rinnovare l’apprezzamento per l’iniziativa, rivolgo il mio commosso pensiero ad Olga, ai figli e a tutti i familiari”. Per Napolitano occorre “rilanciare, nel quadro dei valori costituzionali, l’attenzione al ruolo centrale del mondo del lavoro e sostenere la ricerca e l’innovazione come fattori essenziali della crescita economica e del progresso sociale”.

Camusso: basta con la politica degli annunci

“Non si può fare una politica degli annunci, bisogna invece ordinatamente risolvere i problemi che abbiamo”. Così il segretario generale della Cgil, Camusso, in visita dell’incontro, mercoledì, del ministro del lavoro Giovannini con le parti sociali. “I problemi sono molti e molto sovrapposti – continua Camusso -. L’incontro a cui parteciperemo avrà il fine di monitorare il punto in cui siamo e di provare a costruire un’agenda dei problemi che bisogna affrontare”.

Mercoledì confronto governo-parti sociali

Mercoledì inizia il confronto tra il governo e le parti sociali sui temi del lavoro. Il ministro Giovannini ha convocato Cgil, Cisl, Uil da una parte e Confindustria, Abi, Ania, Rete imprese Italia e Alleanza cooperative dall’altra. “Da qui fino a giugno ci concentreremo sul piano giovani”, ha detto il ministro. Lo scopo è ridurre la disoccupazione giovanile dell’8%, ma il governo definirà il pacchetto giovani solo dopo aver incontrato le parti sociali. In campo potrebbero esserci tra i 10 e i 12 mld. Allo studio misure come la staffetta generazionale, contratti e pensioni flessibili per agevolare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

 Cgil: Nove milioni di persone in difficoltà col lavoro

Un confronto – tra parti sociali ed esecutivo – attesissimi specie dopo gli ultimi dati allarmanti diffusi da Ires Cgil. Cresce, infatti, l’area della difficolta’ nel lavoro e ormai sfiora i 9 milioni di persone: nell’ultimo trimestre 2012 – calcola l’Ires-Cgil – l’area della sofferenza occupazionale (disoccupati, scoraggiati e in cig) interessava 4,57 milioni di persone (+16,6%) mentre quella del disagio (precari e part time involontario) superava 4,17 milioni. Nel quarto trimestre 2012 – dice il presidente dell’Associazione Bruno Trentin, Fulvio Fammoni – l’area della sofferenza e quella del disagio occupazionale nel complesso sommano 8 milioni e 750.000 persone in età da lavoro (+10,3% sullo stesso periodo del 2011 con 818.000 persone in più in difficoltà). Rispetto all’ultimo trimestre del 2007, sottolinea lo studio Ires sulla base di dati Istat, l’area è cresciuta di 2,8 milioni di persone con un 47,4% in più. L’area della sofferenza occupazionale (disoccupati, scoraggiati e cassa integrati) aumenta di 650.000 unità, (+16,6%) arrivando a quota 4 milioni 570 mila persone. L’aumento rispetto al periodo precrisi (ultimo trimestre 2007) è di 1,9 milioni di persone (+70,1%). L’area del disagio (precari e part time involontario) pari nell’ultimo trimestre 2012 a 4 milioni e 175 mila unità aumenta del 4,2% (+168.000 persone) e del 28,6% rispetto allo stesso trimestre del 2007 (+927.000 unità). Il tasso di disoccupazione cresce su tutte e tre le ripartizioni territoriali ma nel Mezzogiorno è più marcata e si attesta al 18.3% (dal 14,9% di un anno prima). Aumenta anche la disoccupazione tra i lavoratori stranieri e raggiunge il 15.4%.

 Sale disoccupazione giovanile

Aumenta la disoccupazione giovanile (15-24 anni con tassi che al Sud superano il 46% per gli uomini e il 56,1% per le donne e la disoccupazione di lunga durata (raggiunge ormai il 54.8% del totale a fronte del 50,6% nel quarto trimestre 2011). L’Ires ricorda come sia ampia in Italia l’area dell’inattività e come questo consenta a fronte di un basso tasso di occupazione di avere un tasso di disoccupazione sostanzialmente in linea con la media europea. Il tasso di disoccupazione nel nostro Paese, sottolinea il Rapporto, “non misura la dimensione reale della platea di chi vorrebbe lavorare” soprattutto quando la crisi economica moltiplica le posizioni border line di quanti si collocano in prossimità del mercato senza prendervi parte attiva. Le forze lavoro “potenziali” ovvero coloro che non cercano lavoro ma sono disponibili oppure lo cercano ma non sono immediatamente disponibili a lavorare hanno raggiunto nell’ultimo trimestre 2012 i 3 milioni 229.000 persone (il 12,5% in rapporto alla forza), “un primato europeo”, sottolinea la Cgil.

Industria, ancora giù fatturato

Dall’Istat in arrivo altri dati preoccupanti. A marzo il fatturato dell’industria scende ancora, cede lo 0,9% su febbraio e il 7,6% su base annua (corretto per effetti calendario). Sul calo tendenziale, il quindicesimo consecutivo e il più forte da ottobre 2009, pesa il mercato interno. Guardando al dato grezzo il ribasso annuo è addirittura peggiore (-10,7%). A marzo gli ordinativi dell’industria, soprattutto grazie ai mercati esteri, segnano un rialzo dell’1,6% rispetto a febbraio, dopo quattro mesi in negativo, ma il bilancio su base annua resta pesante, con una diminuzione tendenziale del 10,0% (dato grezzo).

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