Lavoro. Il governo prepara la misura per abbattere dell’8% la disoccupazione giovanile

ROMA – L’obiettivo è creare almeno 100 mila posti da lavoro dalle modifiche della riforma Fornero. Archiviata la pratica della cassa integrazione in deroga, il governo volta pagina e chiede di incontrare il ministro Enrico Giovannini.

Al tavolo, previsto per il prossimo 22 maggio nella sede di via Veneto del Dicastero, è previsto un doppio fronte: Cgil, Cisl, Uil e Ugl da una parte e Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese Italia e Alleanza delle Cooperative italiane dall’altra.
 
L’imperativo è quello di creare maggior flessibilità nel comparto occupazionale dei giovani. Un dietrofront su quanto fatto dal ministro del lavoro del governo Monti. La strada, stretta e in salita, è quella di alleggerire alcuni vincoli per introdurre più flessibilità d’ingresso, a partire da apprendistato e contratti a tempo determinato. Ma anche ridurre i due mesi di stop tra un contratto a tempo determinato e l’altro. Si tratta, almeno secondo gli esperti, di misure non in grado di risolvere il problema occupazionale per i giovani italiani. Ma certamente di un primo passo in grado di ratificare gli aiuti europei promossi da Francia e Germania soprattutto. Il cosiddetto “Youth garantee”, il piano in grado di garantire a tutti i giovani under 24 un’opportunità di occupazione o di formazione una volta rimasti disoccupati o terminati gli studi.
 
Nelle intenzioni del ministro del lavoro, che conta sull’appoggio di Pd, Pdl, e Scelta Civica, c’è l’abbattimento dell’8% del tasso di disoccupazione giovanile. Quasi un quinto del totale, visto che le ultime rilevazioni dell’Istat recitavano un 38.4%. Tutto questo a partire dalla prossima estate. Il pacchetto-lavoro è previsto da qui al prossimo giugno.
 
Oltre agli aiuti europei, la cui percentuale per quanto riguarda l’Italia, ammonta al 4 miliardi, altri 8 dovrebbero esser reperiti da fonti non ancora chiare. Pare infatti che nel piano di Giovannini abbia una portata di 10-12 miliardi. Ma per poterli utilizzare la data importante è quella del 29 maggio. Giorno in cui sarà sancita l’uscita dalla procedura di infrazione per eccesso di deficit da parte del Belpaese. Almeno di clamorose sorprese.
 
Tre essenzialmente gli elementi di novità che dovrebbero essere apportati: la staffetta anziani giovani, in cui viene introdotti decurtazioni di orari di lavoro da parte dei lavoratori anziani a vantaggio di nuove assunzioni. La defiscalizzazione dei contributi del nuovo assunto. E pensionamenti o passaggio a part-time del lavoratore. Interessante quanto riguarda il “lavoratore esperto”, le cui contribuzioni inalterate rimarrebbero inalterate. Inalterate. Mentre stipendio e orario di lavoro subiranno decurtazioni che andranno di pari passo. Una formula che già ha avuto successo in Lombardia e l’Emilia Romagna. Regioni in cui il patto di solidarietà generazionale non ha subito intoppi.
 
Novità dovrebbero sorgere anche dal versante pensioni. Dove essenzialmente sarà favorita l’uscita dei lavoratori in odore di pensione. Un’altra opzione per favorire un refresh del comparto produttivo nazionale. Qualche correzione potrebbe riguardare anche i contratti a termine, la strada più battuta per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Nessuna novità sul versante esodati, altro tema caldissimo sul fronte sociale. Nessun nuovo salvataggio.
 
Sul tema lavoro è intervenuto anche Giorgio Napolitano che ha parlato di “crisi angosciante e drammatica. Una sorta di monito di imporre alle istituzioni, alle forze sociali e alle imprese. “La messa in atto di efficaci soluzioni per rilanciare l’occupazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese”.
 
Immancabile il commento sul tema del neo segretario del Partito Democratico Guglielmo Epifani. “Sul piano del lavoro – ha detto l’ex sindacalista – siamo agli annunci, ma certo bisogna mettere mano alla riforma Fornero perché ci sono cose che non vanno e, al di là delle intenzioni, ha finito per accentuare la precarietà

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