Sette milioni alle urne in 564 comuni. I test di Roma e Siena

ROMA – Sette milioni di elettori alle urne per eleggere sindaci e consigli di 564 Comuni. Si vota in particolare in due capoluoghi di Regione, Roma e Ancona e in 14 capoluoghi di Provincia, Avellino, Barletta, Brescia, Iglesias,Imperia, Isernia, Lodi,Massa,  Pisa, Siena,Sondrio, Treviso,Vicenza, Viterbo.

Le urne sono state aperte  alle ore 8, si vota fino alla ore 22 per poi proseguire nella giornata di lunedì, dalle ore 7 alle ore 15. Scrutini subito dopo. Intanto un primo dato può venire dalla percentuale dei votanti. In particolare a Roma dove le manifestazioni di chiusura della campagna elettorale dei quattro raggruppamenti, centro sinistra, con candidato sindaco Ignazio Marino, del centro destra con il sindaco uscente Gianni  Alemanno, del M5S, Marcello De Vito, Alfio Marchini  con la sua lista civica non sono state particolarmente affollate , anzi. Del redsto tutta la campagna elettorale si è svolta in sordina, non ha attirato grandi attenzioni. Il pericolo astensionismo, non solo a Roma, ma  sul  piano nazionale è molto avvertito  e potrebbe far registrare anche qualche sorpresa nel voto.

L’affluenza alle urne alle 19

A poco più della metà delle rilevazioni (310 comuni su 563) pervenute al Viminale, la percentuale di affluenza alle urne alle ore 19 per le elezioni comunali si è assestata al 37,12%, in calo di 8 punti rispetto alle precedenti amministrative, quando a quell’ora aveva votato il 45,43%. Raddoppia, quindi, il saldo negativo rispetto all’affluenza di mezzogiorno, che indicava il calo di votanti al 4,58%.

E’ il primo appuntamento dopo le elezioni politiche. C’è stato il voto del Friuli dove il centrosinistra si è affermato. Ma il test era troppo limitato, anche se significativo, per dare una valutazione politica compiuta.  Il voto di sette milioni di persone, sparse in tutta Italia, grandi comuni, con la  Capitale d’Italia, capoluoghi di Regione e di province, come Siena,  un voto in una città tormentata dalla vicenda del Monte dei Paschi, con Grillo che punta ad andare perlomeno al ballottaggio. rappresenta un test valido sia per quanto riguarda la situazione relativa ai partiti, ma anche per i riflessi che potrà avere sul governo. A Roma dove si vota per eleggere il sindaco, 48 consiglieri comunali e 15 mini sindaci dei municipio le previsioni danno un ballottaggio fra Ignazio Marino, e Gianni Alemanno. Il candidato del centrosinistra ha smosso le acque stagnanti e non proprio profumate della gestione Alemanno. Ha richiamato a suo sostegno presenze significative della “ società civile”, associazioni, movimenti, sindacati, mondo della cultura, dello spettacolo, giovani in particolare. Una campagna elettorale alla ricerca di ristabilire un rapporto con  le forze economiche e sociali, con il mondo delle imprese, la cooperazione, l’artigianato. Lavoro e cultura gli assi del programma presentato alla città Il Pd, in particolare, ha operato nei territori, mobilitando i Circoli,  cui Guglielmo Epifani, il neo segretario, si  rivolto in una affollata riunione chiedendo un impegno straordinario” perchè a Roma- ha detto- con Marino bisogna vincere.Fra partiti e società civile si deve stabilire un giusto rapporto, una collaborazione senza invasioni di  campo” Ed è stato importante che con la candidatura di Marino la sinistra, le forze progressiste siano tornate a Piazza San Giovanni, un luogo che racconta tanta parte della storia romana e nazionale, di lotte operaie, popolari, democratiche. Non c’era la folla delle grandi  occasioni ma riprendere questa piazza ha avuto un significato particolare, anche emozionale. Da parte del centrodestra  Berlusconi nel comizio di chiusura si è totalmente disinteressato dei problemi della Capitale. Ha  detto che  Alemanno è bravo e che si merita la riconferma.  E lui si gioca la partita con una campagna elettorale all’insegna del clientelismo, addirittura  con bandi di concorso per centinaia di posti, con promozioni nelle aziende pubbliche, clienti e parenti prima di tutto.

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