Marchini chiede discontinuità, dice no ad Alemanno e guarda verso Ignazio Marino

ROMA – Alfio Marchini, con il suo 9,48% ottenuto al primo turno nelle elezioni per il Campidoglio è “ ricercato” dai messaggeri dei due candidati che vanno al< ballottaggio, Ignazio Marino e Gianni Alemanno. Per il candidato del centrosinistra  se avesse il suo appoggio l’elezione a sindaco sarebbe pressoché sicura.

Per  Alemanno rappresenterebbe una sorta di brodino, non colmerebbe neppure i dodici punti di distacco dal suo avversario. Entro domenica  alle ore 14si dovranno decidere gli apparentamenti ufficiali. Non è detto però che anche in caso non  si arrivi, con un giro di parole per chi non indicherà di votare. “ Dobbiamo rendere conto a chi ci ha votato- afferma-non voglio nessun incarico, ma bisogna dare un segnale di discontinuità di fronte all’esperienza deludente di Alemanno” E per farsi intendere meglio ha proseguito: “ Mi sembra difficile che il sindaco Alemanno possa dare discontinuità. Poi alla fantasia non metto limiti”  Ancora: “ I romani hanno capito  quali sono le promesse finanziarie impossibili, ora serve concretezza e io cercherò di  dare una mano facendo crescere il mio movimento”. Quasi a non voler intendere per chi suona la campana alla fantasia fa appello Alemanno che non sa più a quale santo aggrapparsi visto che Berlusconi, pare,non abbia alcuna intenzione di fare un salto a Roma per dargli appoggio. Afferma il sindaco di  “ parentopoli”, dei concorsi a raffica, sull’esito dei quali molti sono i dubbi, delle assunzioni all’ultimo minuto: “Credo che l’appello di Marchini alla discontinuità vada raccolto da parte di tutti ed è chiaro che bisogna introdurre elementi di discontinuità. Io per primo sto lavorando per questo. “ Un autogol visto che il primo elemento di discontinuità è che lui sene vada, che venga sconfitto altrimenti il Comune affonderà ancora di più. Del resto a testimoniare il tonfo del sindaco sta il fatto che nessuno dei “ suoi”, dei “ capobastone, risulta fra i sette consiglieri che saranno eletti. Marchini poi è entrato nel merito del ballottaggio e del suo  comportamento nei confronti dei due candidati.

Venendo al tema elezioni e ballottaggio, Marchini ha affermato che per la giunta comunale non vuole assistere a balletti di sorta. Mentre per il ritorno alle urne il 9 e 10 giugno, afferma che “bisogna arrivare al ballottaggio con una squadra di  governo,  chiara, con la più alta rappresentanza, di altissimo livello, senza ambiguità, affinché chi va a votare scelga un progetto, una squadra pronta a governare la città in caso di vittoria”.. poi indica dodici punti sui quale attende risposta:  “ se non ci saranno risposte nessun candidato avrà  la  mia stima”  Al primo punto chiede una grande manutenzione della città, con il doppio obiettivo di recuperare l’evidente degrado e rimettere in moto l’economia della capitale. Fra gli obiettivi prioritari indica anche la cultura, la promozione del turismo nel mondo, la lotta senza quartiere all’abusivismo, dai cartelloni pubblicitari alle bancarelle al trasporto pubblico. Ha poi parlato dello sviluppo dello sport, puntando su scuole e parrocchie per farle diventare centri di eccellenza.  Chiede che venga previsto  un fondo per le disabilità sociali, “blindato”  affinché non venga intaccato da nessuna spending review. Per la sicurezza: chiede di creare figure di riferimento, come il vigile di quartiere, e di lavorare molto sulla prevenzione del crimine e sulla la lotta al degrado. Infine, a conclusione  della conferenza stampa  a proposito della parola “ apparentamento” non si spinto più<in là: “ Ora vediamo le risposte che daranno alle mie proposte per Roma”. Forse le risposte le ha già avute anche se indirettamente. Basta che legga il programma di Marino per Roma per ritrovare  dodici punti che sono la base per aprire un discorso di alleanza e di apparentamento.

 

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