ROMA – Associazione a delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso in atto pubblico e riciclaggio.
Sono queste le accuse mosse nei confronti di due avvocati, una collaboratrice di studio, Barbara Conti, ai domiciliari, un’impiegata dell’Ente nazionale assistenza sociale in Croazia, Adriana Mezzoli, e un ex dipendente di banca Intesa, Vincenzo Palazzo. Sono finiti in manette stamattina nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma. Secondo l’accusa, avrebbero messo su una truffa da 22 milioni di euro ai danni dell’Inps e del ministero della Giustizia. Iscritto nel registro degli indagati anche Aldo Di Biagio, senatore di Scelta Civica. Secondo gli investigatori “Di Biagio è risultato direttamente beneficiario finale di 443.589 euro costituiti da assegni circolari”. Di Biagio, già collaboratore di Gianni Alemanno, quando era ministro dell’Agricoltura, avrebbe aiutato i principali soggetti coinvolti nella vicenda a rintracciare i nominativi da sottoporre all’istituto di previdenza ed avere i rimborsi o integrazioni da diverse migliaia di euro alla volta. Il senatore di Scelta Civica si dice sereno nell’attesa di conoscere i dettagli di questa vicenda. I legali romani, Nicola Staniscia e Gina Tralicci (sono marito e moglie), secondo l’accusa, avrebbero sottratto dalle casse dell’Inps in soli cinque anni oltre 22 milioni di euro patrocinando ricorsi per ottenere oneri accessori sulle pensioni per conto di centinaia di persone residenti all’estero decedute o ignare. I due, inoltre, avrebbero recentemente depauperato le casse dello Stato di ulteriori somme ingenti, promuovendo ricorsi fraudolenti contro il ministero della Giustizia. Attraverso le indagini, gli inquirenti hanno fatto luce su una struttura estera dell’organizzazione, in Argentina e in Croazia, nonché sul coinvolgimento di altri avvocati e collaboratori, oltre al parlamentare. Vincenzo Palazzo, invece, commutando gli assegni, consentiva alla coppia di avvocati arrestati di incassarli, dopo aver vinto la causa con l’istituto di previdenza. Sono 16, complessivamente, gli indagati. I milioni di euro ricavati con la truffa sono stati utilizzati, in parte, per acquistare una villa a Cortina d’Ampezzo ed immobili di pregio a Roma, in parte per la costituzione di consistenti provviste finanziarie, schermate da società fiduciarie, giacenti su rapporti di conto corrente accesi in Svizzera, Lussemburgo, Gran Bretagna e Panama.