Cisl: il Paese al collasso. Confcommercio: consumi a picco. Il governo: solo belle parole

ROMA – Il reddito  è in flessione dal 2008, ogni famiglia ha registrato in  media una riduzione del potere di acquisto di oltre 3.400 euro.

La dimensione della crisi è tale che per tornare alle dinamiche di crescita precedenti bisognerebbe aspettare il 2036. I consumi delle famiglie mai così male negli ultimi settanta anni. “Consumi, crescita occupazione, picchiano già al ribasso da troppo tempo tanto che si potrebbe dire “c’erano una volta i consumi”. E’ lo sconsolato grido di allarme lanciato da Carlo Sangalli  presidente di Confcommercio aprendo l’Assemblea nazionale. Il quale ha poi aggiunto che la “missione del governo italiano è quella di “agire con tempestività e in profondità”, priorità delle priorità è “ scongiurare lì ulteriore aumento di un punto dell’Iva, sarebbe come gettare benzina sul fuoco della recessione, un fuoco ancora ardente”.Passiamo  ad un’altra assemblea, o meglio un Congresso, il XVII della Cisl, aperto dalla Relazione del segretario generale, Raffaele Bonanni il quale ha affermato che “la situazione economica e sociale è al limite del collasso”. 

Bonanni. Serve un positivo choc fiscale

Per evitarlo, occorre “una svolta” – ha detto – l’obiettivo è uno choc fiscale finalmente positivo, un taglio forte delle tasse” sui redditi da lavoro e pensione e per le imprese che assumono e investono.  Bene il “ decreto del fare, cui pensa il governo ma – attacca Bonanni – facciamolo insieme anche per scongiurare gravi errori come è accaduto più volte”. Ha sottolineato l’urgenza di interventi concordati e ribadisce ” Diciamo subito che le decisioni non potranno essere calate dall’alto, senza un confronto sociale”. A cominciare dal mercato del lavoro. Tocca ora al Governo e alle forze politiche assumere le iniziative necessarie per far uscire il Paese dalla crisi. La tenuta del governo – ha sottolineato – dipende solo dalla efficacia della sua azione. Dai risultati che saprà realizzare rispetto al lavoro e alla crescita. Solo se il Governo porterà risultati concreti alle persone, si potrà rispondere anche all’astensionismo, alla pericolosa sfiducia che c’è oggi nel paese nei confronti dei partiti e delle istituzioni”. E per non lasciare dubbi prosegue: “Siamo diffidenti verso soluzioni che poggino esclusivamente sul rapporto diretto tra i massimi vertici istituzionali e l’elettore”, bocciando così il presidenzialismo, precisando che ”nella riforma di governo e Parlamento, che devono assicurare stabilità ed efficienza, vanno comunque preservati gli equilibri di una democrazia parlamentare, aperta alla valorizzazione dei corpi intermedi. E diciamo: Attenti! Attenti alle scorciatoie, che non prevedono una soluzione equilibrata e bilanciata dei vari poteri centrali. Un equilibrio che va ricercato tra poteri centrali dello Stato e quelli locali, ma tenendo conto del ruolo indispensabile della società civile organizzata”. Bonanni ha parlato di pensioni, va reintrodotta la flessiblità nell’accesso perché i lavoratori non sono tutti uguali”,  di esodati, mercato del lavoro, riforma fiscale, per dare anche una spinta ai consumi. Per quanto riguarda,  l’Iva “se si vuole evitare di aumentarla – dice – ciò non deve comportare altri interventi che colpirebbero i più deboli. Non può diventare una partita di giro a danno dei lavoratori e dei pensionati, cosa questa che pensa l’on Brunetta. Parla di investimenti, politiche industriali,  il ruolo delle imprese,  “basta con la testa volta solo alla finanza”, il caso  Sud, la crisi morale.

Napolitano. Diritti, dignità del lavoro, occupazione

Giorgio Napolitano  in un messaggio inviato  al segretario generale della Cisl   ha ricordato che ”i sindacati sono di fronte ad una sfida di grande complessità-si tratta di riuscire a tenere insieme la prioritaria difesa dei diritti e della dignità del lavoro con l’individuazione degli interventi e degli strumenti innovativi necessari per superare, attraverso l’aumento della produttività e della competitività dell’autonomia italiana e anche attraverso il ricorso a forme coraggiose di solidarietà, la drammatica caduta dell’occupazione specie giovanile”. Due occasioni importanti anche per il governo che, molto restio a dar vita a quel confronto che da tempo viene richieste dai sindacati, si è presentato alle due assemblee. Enrico Letta al Congresso della Cisl e il ministro  Flavio Zanonato alla  assemblea di Confcommercio dove si è preso anche un po’ di fischi.

Il ministro Zanonato sull’Iva dice la verità e viene fischiato

Il ministro infatti, dice la verità a proposito dell’Iva. “ Non posso promettere il blocco dell’aumento dell’Iva- ha detto- stiamo lavorando per fare di tutto”. Alla platea non é piaciuto proprio. Il ministro ha poi argomentato che l’aumento dell’Iva non è stato deciso da questo governo ma dal  precedente e ciò è servito per uscire  dalla  stretta europea sul nostro debito. Ha annunciato altri possibili interventi del governo che sta lavorando solo da 40 giorni e che verrà fatto di tutto per lasciare invariata  l’Iva. E così ha fatto pace e si è preso anche un po’ di applausi. Enrico Letta, più astuto, ha svolto il suo intervento al Congresso della Cisl in tono intimistico, rivolgendosi al segretario generale  con il “tu”, quasi per dire “veniamo dalla stessa casa” Certo, dice Letta -“dobbiamo remare tutti insieme” e ricorda la storia del pesciolino Nemo che si libera dalla rete grazie all’aiuto di tanti pesciolini. Se non cogliamo l’occasione di questa situazione politica e di questa emergenza, ma anche di questa ritrovata unità sindacale che è uno dei più grandi e positivi eventi che la storia politica del nostro Paese sta registrando, non ci sarà un’altra possibilità”, ha affermato. 

Letta:o siamo tutti insieme o da soli non cela facciamo

Ancora: “Se non c’è il lavoro un Paese non si salva: l’impegno che mi prendo qui con voi e ci prendiamo tutti noi è lavorare incessantemente per mettere il lavoro al centro di tutte le politiche del governo di questo Paese”. Serve, dunque, uno sforzo comune di tutto il Paese perché “il governo e la politica da soli non ce la faranno mai: o siamo tutti insieme oppure non ci riusciremo mai”. Per questo, già il “messaggio forte che uscirà da Roma” venerdì al vertice con Francia, Germania e Spagna “deve essere amplificato dall’intero Paese”. E proprio dal vertice di venerdì “cercheremo di mettere insieme un’agenda che dica che dal prossimo semestre non saranno solo parole quelle contro la disoccupazione giovanile, ma saranno temi concreti la detassazione. Bene, la platea applaude all’uomo “di casa”. Ma nessun impegno concreto è stato assunto dal premier.

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