Letta. Il governo tiene. Berlusconi la carota, i fan il bastone. L’ultima mossa al PD

ROMA – Dopo l’imbarazzo iniziale del Presidente del Consiglio che si sente introdurre alla stampa straniera con l’appellativo di “Gianni Letta”, il clima si stempera e la conferenza stampa del Premier va avanti per più di un’ora. “Le cose stanno andando bene –  dice  – e ci sono tutte le condizioni per approvare il programma che ha avuto la fiducia del Parlamento”, garantisce il presidente del Consiglio.

Il premier alla stampa estera: “Ci saranno occasioni per sorridere”


Certo, c’è anche quello che accade intorno a Palazzo Chigi a influire sulla sua navigazione ma “vedo il governo stabile e concentrato sui suoi obiettivi. Non credo ci saranno conseguenze da vicende esterne, anche di natura giudiziaria”, spiega a proposito di ripercussioni della sentenza della Consulta sul caso Mediaset. Intanto, garantisce, “non sento sofferenza in quello che sto facendo, sento molta attesa e impegno. Vivo questa esperienza, giorno per giorno, con grande determinazione. Se ogni tanto non sorrido è perché caratterialmente sono così ma in privato sorrido molto. Ci saranno occasioni – assicura – per sorridere”.

La legge elettorale resta uno dei punti caldi

Ma uno dei punti caldi resta quello della legge elettorale, infatti quando gli viene chiesto quando sarà varata, il premier risponde: “Votare con questa ci riporterebbe, come nel Gioco dell’oca, alla casella di partenza: è molto meglio lavorare per ottenere risultati sul rilancio economico e contemporaneamente fare la riforma costituzionale e della legge in 18 mesi. Questo è il tempo che ci siamo dati”. In realtà il termine dei 18 mesi è per l’intero iter delle riforme e la legge elettorale, verrà quando e se le riforme saranno approvate. Ma concediamoci anche un po’ di malizia e diciamo che finché c’è il Porcellum in vigore tornare a votare diventa quantomeno un azzardo. Una garanzia per tutte le forze politiche che il voto lo temono, un po’ tutte vista la situazione che illustrano i sondaggi.

Biancofiore(Pdl) Potremmo ricorrere alla Corte di giustizia europea

“Non vedo elezioni anticipate a breve. Non mi sembra che ci sia questa situazione”, garantisce infatti Letta rispondendo a chi chiede di collegamenti tra la durata dell’Esecutivo e la sentenza Berlusconi. Ma echi sulla decisione della Consulta continuano, comunque, ad arrivare dal Pdl. Michaela Biancofiore ritiene che “ieri sia venuto meno il principio cardine della democrazia, ovvero la leale collaborazione tra poteri” e anticipa che “farò ricorso personale, se il Presidente mi darà il via libera, alla Corte dei diritti e di giustizia europea affinchè possa avere un giusto processo”.
La strategia del Pdl a questo punto è quella del bastone e della carota. Le bastonate le danno Gasparri, quando minaccia le dimissioni di tutti i parlamentari Pdl, la Biancofiore, Brunetta e la Santanchè con la loro difesa strenua della causa berlusconiana. La carota la offre invece lo stesso Cavaliere, che gioca a fare lo statista, rassicura tutti e punta sulla durata del Governo.
Nei fatti questo Governo serve anche a Berlusconi per creare un clima di pacificazione, che possa portare a degli esiti giudiziari diversi, e, se così non fosse, quantomeno ad un endorsement del Pd sull’incandidabilità di Berlusconi. Le pedine devono essere ancora distribuite completamente, ma l’impressione è che la mossa finale spetterà proprio al Partito Democratico. Che non può commettere errori, farsi carico \cioè dei guai giudiziari del cavaliere.

 

 

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