Sciopero Fiom gruppo Fiat. Landini, Marchionne rispetti gli accordi

ROMA – La Fiom Cgil è “fuori” dagli stabilimenti Fiat solo formalmente. Di fatto estromesso, in quanto non firmatario dello specifico contratto che ha ottenuto il solo accordo di Cisl, Uil e Ugl, il sindacato dei metalmeccanici non rinuncia però a dar battaglia. Così ha proclamato per venerdì 28 giugno uno sciopero generale dei lavoratori del Gruppo Fiat e della componentistica, con manifestazione nazionale che si terrà a Roma. Il corteo partirà alle 9.30 da piazza della Repubblica e terminerà a piazza della Rotonda. 

Già fissati anche gli appuntamenti con le istituzioni per ascoltare i lavoratori e trovare una risposta alle problematiche messe in campo. La Fiom chiede al governo di convocare un tavolo nazionale sulla Fiat e sul settore automotive, di abolire l’articolo 8 sulle deroghe al contratto, di promuovere contratti di solidarietà e la riduzione dell’orario di lavoro per favorire l’occupazione, mentre al Parlamento propone di approvare una legge sulla rappresentanza sindacale.

Queste le ragioni per cui a mezzogiorno una delegazione di lavoratori, guidata dal segretario generale della Fiom Maurizio Landini, sarà ricevuta dal presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini. Successivamente, intorno alle 13, incontreranno il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato. La fine della manifestazione è prevista intorno alle ore 14.30. I lavoratori aspetteranno di conoscere gli esiti degli incontri istituzionali a piazza del Parlamento.

Intanto, Maurizio Landini, chiede all’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne di rispettare gli “impegni scritti con il governo e con i sindacati”. “Non é accettabile che il dottor Marchionne continui a fare annunci a convegni”, sottolinea in una nota annunciando che la Fiom ha dichiarato per il 28 giugno lo sciopero generale del gruppo Fiat e della componentistica, con manifestazione nazionale a Roma. “Ci vorrebbe più rispetto per i lavoratori e per il paese. La Fiat ha già chiuso tre stabilimenti in Italia, la Cnh di Imola, la Irisbus di Avellino e Termini Imerese, che occupavano circa 4.000 persone. Dei 20 miliardi di investimenti promessi con il piano Fabbrica Italia, ne sono stati investiti solo 2”, sottolinea Landini. “Marchionne annuncia che la produzione in Italia potrà saturare gli impianti tra tre o quattro anni. Ma – aggiunge – non si vedono all’orizzonte nuovi modelli. Infatti la Fiat continua a perdere quote di mercato molto maggiori degli altri competitors europei. In Germania, Usa e Francia, per saturare la produzione, sono stati messi in campo investimenti in ricerca, sviluppo e nuove tecnologie”. Per Landini inoltre “il governo non può chiudere gli occhi di fronte alle libertà negate negli stabilimenti Fiat e al rischio di un suo disimpegno nei confronti del nostro paese. Proprio per questo é necessario che convochi al più presto un tavolo di confronto con l’azienda”.

Ma la Fismic definisce la protesta indetta dalla Fiom: ”Uno sciopero inutile, senza obiettivi chiari e dalla piattaforma rivendicativa sconosciuta”. ”Di fronte alla drammatica situazione del nostro Paese – scrive il segretario generale Roberto di Maulo in una nota – ecco arrivare il consueto sciopero che la Fiom riserva come ‘amichevole trattamento’ ai lavoratori Fiat. Sempre rigorosamente di venerdi’, con ripetuta ossessivita’, ormai a cadenza mensile la Fiom non manca all’appuntamento”. ”Vogliamo ricordare che l’antagonismo della Fiom e’ stato battuto dagli accordi” e che la Fiom ”ha deciso, nonostante la volonta’ dei lavoratori espressa liberamente nei referendum di Pomigliano, Grugliasco e Mirafiori, di non aderirvi per ragioni che continuiamo a considerare false e pretestuose”.

 

 

 

 

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