4.3 milioni di cittadini in attesa dell’annessione da 10 anni
ZAGABRIA – La Croazia fa 28. Al decorrere della mezzanotte del 1 luglio 2013 lo stato balcanico entrerà a far parte dell’Unione Europea. Si tratta del 28esimo stato che aderisce, prima dei croati c’era stata l’adesione di Romania e Bulgaria: era il primo gennaio 2007.
Nel paese balcanico c’è aria di grande festa. Presenti alle cerimonie tutti i 27 capi di stato europei. A rappresentare l’Italia ci sarà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il ministro degli esteri Emma Bonino.
L’annessione ufficiale è prevista per la mezzanotte, quando tutto il paese sarà illuminato da fuochi d’artificio. Da Piazza Bano Jelacic, di Zagabria, la più grande del Paese, dove suoneranno l’inno alla gioia, alle zone di confine, dove finalmente saranno cancellate le barriere doganali. Dogane su cui verteranno comunque controlli per i prossimi due e tre anni, in attesa di che vengano ratificati anche gli accordi di Schengen. La circolazione della popolazione sarà comunque garantita e agevolata. Basterà infatti esibire la carta di identità per entrare negli altri paesi Ue. Entrando nell’Unione Europea Zagabria esce della Cefta, zona di libero commercio di cui fanno ancora parte i Paesi dei Balcani occidentali che non sono nella Ue.
“Con l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea i popoli croato e italiano condividono un futuro comune nell’Europa unita. Radici profonde uniscono i nostri popoli e ci assegnano anche il dovere di ricordare le tragedie e le divisioni causate dalle ideologie totalitarie e dal più cieco nazionalismo nel secolo scorso”. Questo l’intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano su “Il Piccolo” di Trieste.
Quello della Croazia è stato un processo di avvicinamento agli standard europei lento e difficoltoso. Era il 25 giugno del 1991 quando Zagabria dichiara l’indipendenza dalla Jugoslavia, dopo una sanguinosa guerra con la Serbia. Un indipendenza riconosciuta l’anno successivo dall’Ue. Passano dieci turbolenti anni e Zagabria, dopo esser stata governata da forze europeiste, presenta domanda ufficiale di adesione: era il 21 febbraio 2003. Un accettazione e un conferimento di status di paese candidato che viene conferito il 17 giugno dell’anno successivo. Ma i negoziati partiranno con ritardo solo nel 2005, quando il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja riceverà l’ultimo ricercato della sanguinosa guerra balcanica: il generale Ante Gotovina. Da lì passeranno anni in cui il Paese adatterà il proprio ordinamento giuridico ai 33 capitoli del diritto comunitario. Un processo lungo che termina solo il 30 giugno 2011. Prima c’era stata l’adesione alla Nato. Mentre a a quella data seguiranno le firme ufficiali del trattato di adesione (9 dicembre 2011) e Referendum nazionali e le ratifiche degli stati membri. Tra i si più difficili quello della Slovenia, visti i dissapori giuridici, economici e territoriali che negli anni hanno visto rivali i due paesi.
Per quanto riguarda alcuni numeri: i cittadini croati sono 4,3 milioni. La maggior parte dei quali cristiani (86,3%). La minoranza più presente è quella serba con il 4,36 per cento della popolazione. Presenti anche gli Italiani, soprattutto in Istria: 0,42% della popolazione totale, la quarta dopo i bosniaci (0,73%). La città più popolata è Zagabria, la capitale, che concentra 800 mila abitanti. Unica grande area metropolitana. Segue Spalato, capitale della Dalmazia, con 300 mila abitanti. L’ordinamento è quello di Repubblica semipresidenziale, guidata dal presidente Ivo Josipovic, in carica dal 2010, mentre il primo ministro è Zoran Milanovic, in carica dal dicembre 2011. Entrambi esponenti di spicco del partito socialdemocratico croato.