Dall’Abruzzo una lettera aperta a Guglielmo Epifani. Un congresso che riparta dai circoli

ROMA – Laboratorio  politico per la sinistra nel quadro delle iniziative che sta portando avanti per dar vita alla “Costituente delle idee” ha tenuto a Teramo una assemblea  molto partecipata.

A conclusione della manifestazione è stato deciso di organizzare la “ Costituente delle idee” nelle città dell’Abruzzo e di inviare una lettera a Guglielmo Epifani, segretario del Pd, un contributo significativo in preparazione del Congresso nazionale. Questo il testo della lettera.

Ecco la lettera

Caro Segretario,
                                sappiamo bene che il compito a cui sei stato chiamato è complesso e difficile, poiché però si svolge nell’interesse del Paese e non solo del Partito Democratico, siamo assolutamente certi che ti soccorreranno le tue personali  doti,  le convinzioni  ed i principi che ti animano,  le capacità da te espresse in tanti anni di impegno a servizio del Paese e dei lavoratori e, non da ultimo, un auspicabile più diffuso senso di responsabilità dell’intero gruppo dirigente.
Siamo un gruppo di iscritti della provincia di Teramo che si sono attivati per dar vita alla “Costituente delle idee” e ti inviamo questo contributo approvato al termine di una assemblea,  tenutasi  il giorno 27 giugno nei locali del Partito Democratico provinciale,  per rappresentarti una esigenza che avvertiamo con forza: quella che il prossimo congresso si svolga entro l’annoe che non si risolva in una conta tra diverse candidature, seppur accompagnate da personali  documenti programmatici,  alla carica di segretario.
Per questa ragione ti esprimiamo il nostro apprezzamento per l’idea, da te più volte espressa, di volere un congresso costruito “dal basso”.
Il tempo trascorso dalla nascita del Partito Democratico ha consegnato al Paese in tante, troppe occasioni, un partito diviso che ha denunciato,  in tal modo, l’esistenza di importanti  nodi irrisolti che hanno minato gravemente le ragioni fondanti il Partito Democratico ed il suo rappresentare una grande opportunità di rinnovamento e di progresso dell’Italia.
A partire dal concetto stesso di laicità della politica e delle istituzioni, per giungere alla collocazione del nostro partito nel contesto europeo, il nostro percorso è stato segnato da incertezze, afasie, atteggiamenti ondivaghi, sia sui delicati territori dei diritti civili, su tanti temi di politica economica, su una coerente visione sociale dello sviluppo della nostra società, sui percorsi di riforma istituzionale del Paese e persino sul concetto di partito.
Troppo spesso ci siamo trovati di fronte a scelte incomprensibili, su temi fondamentali, assunte in totale distacco dalcomplesso degli iscritti. Sul territorio tutto ciò si è inoltre tradotto e si traduce in pratiche politicheche spesso negano l’esistenza stessa di un partito.
Non possiamo non sottolineare quindi  lo svilirsi organizzativo,  culturale, di funzione di quei livelli del partito, i nostri Circoli, che dovrebbero assolvere al  ruolo di  presidi territoriali a garanzia della partecipazione aggregante e del collante democratico con cui dovrebbero maturare  scelte e decisioni.
Oggi  purtroppo i Circoli, a fronte di pratiche politiche che di fatto negano ogni funzione reale agli iscritti, rappresentano troppo spesso un forte elemento di debolezza della nostro  partito, ridotti a scarsi comitati elettorali la cui funzione si esaurisce nel breve tratto, appunto,di una campagna elettorale.
Noi vediamo dunque il congresso come l’appuntamento decisivo per cercare di superare questo stato di cose, per offrire all’Italia una forza che venga vissuta come fattore di progresso in grado di trasformare e governare l’Italia per la forza dei propri programmi, per la coerenza del proprio agire, per le culture che la animano e che è in grado di trasmettere. Non per altrui demeriti.
Chiediamo quindi un congresso che parta realmente dai circoli, in forme aperte a sollecitazioni e stimoli anche da chi si ritiene semplicemente vicino o interessato al Partito Democratico, ma che dia sostanza e spessore all’essere iscritto.
Chiediamo che si possano avere documenti e testi emendabili, che si possano sviluppare  dibattiti, approfondimenti e contributi,  e che quindi il congresso del livello nazionale possa rappresentare la sintesi di un grande sforzo collettivo e che la figura del segretario ne possa rappresentare, nella chiarezza, la sintesi più avanzata ed efficace.
E’ proprio la pluralità delle culture, la diversità dei percorsi politici degli iscritti, la complessità delle rappresentanze sociali che costituiscono il Partito Democratico ad esigere un grande impegno, un confronto vero.
Noi  crediamo in un partito, strumento di innovazione e partecipazione collettiva,  che operi democraticamente sulla base di diritti e doveri di chi è iscritto. Un partito con principi e regole condivise, luogo non accogliente per personalismi esasperati,  per prassi autocelebrative che troppo spesso  scambiano per innovazione e rinnovamento la pratica della sostituzione senza principi.  
 Un partito che sia parte integrante del socialismo europeo e che sia in grado di apportare il proprio originale contributo al riformismo delle grandi socialdemocrazie europee.  Un partito che faccia della laicità della politica e delle istituzioni un pilastro fondamentale.
Non ci riteniamo portatori di verità, né interpreti  esclusivi di idee di sinistra ma auspichiamo che con il contributo di tanti, si possa riavviare un laboratorio di idee, si possano far lievitare momenti di impegno, si possa contribuire alla costruzione di un Partito Democratico, strumento prezioso della democrazia italiana e luogo della partecipazione, della responsabilità, della costruzione di orizzonti di progresso per  il nostro Paese.
Per il nostro Abruzzo noi chiediamo che tutto il Partito ci sia vicino per  nel  chiedere che elezioni regionali si possano svolgere nel più breve tempo possibile consentito dalla legge, al fine di per porre termine allo stato di assoluto immobilismo del governo Chiodi che rende ancora più drammatici, per la nostra comunità regionale, gli effetti della recessione in atto nel Paese.
Ed insieme, caro Segretario, riteniamo che proprio l’imminenza delle elezioni non possa che spingerci  a tenere regolarmente l’intero percorso congressuale anche nella nostra  regione, convinti come siamo, che un congresso partecipato ed appassionato, un trasparente  confronto di idee e programmi, non possa che portarci nuova linfa ed energie per le prove impegnative che ci attendono.

Caro Segretario, ti inviamo i nostri più calorosi auguri di buon lavoro, hai un compito importante da svolgere, ma non sarai da solo se riuscirai a garantire che questo comune appuntamento rappresenti il grande momento di partecipazione che ci attendiamo

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