Kyenge. Coro di critiche, Calderoli dimettiti. Quasi 100mila firme

ROMA  – «In meno di 24 ore la petizione ‘Calderoli Dimettitì da noi sostenuta sul sito di campagne online Change.org ha quasi raggiunto le 100mila firme. Un successo straordinario che traduce il sentimento di indignazione e vergogna che ha colpito migliaia di cittadini dopo le gravissime offese razziste di Roberto Calderoli nei confronti della ministra Cècile Kyenge». Lo dice Khalid Chaouki, deputato e responsabile Nuovi Italiani del Pd.

«Rimaniamo fermi sulla richiesta di dimissioni al senatore Roberto Calderoli dall’incarico di vice presidente del Senato della Repubblica- aggiunge- perchè il razzismo è per noi incompatibile con il tifo negli stadi, a maggior ragione lo riteniamo incompatibile con il ricoprire ruoli istituzionali. I suoi titubanti passi indietro dopo le nostre denunce dimostrano l’ambiguità di Calderoli e del suo movimento, che continuano a fare della propaganda razzista uno strumento pericoloso di basso populismo dannoso per l’Italia e lesivo dei principi di
uguaglianza e lotta alle discriminazioni».

Ecco la lettera per la petizione
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Il partito democratico tuona contro Calderoli: “Adesso basta. Non si può lasciare spazio al razzismo, all’insulto, all’istigazione dei peggiori istinti. Non si tratta di chiedere scusa o di smentire battute. Non si può tergiversare o minimizzare”. È quanto si legge in una nota. E poi: «Le parole usate dal senatore Calderoli nei confronti della ministra Kyenge sono un fatto gravissimo che sta già provocando emulazioni, dichiarazioni e atti senza precedenti. Sono una manifestazione di irresponsabilità. Non si può lasciare che resti al proprio posto di rappresentante delle istituzioni chi usa le parole come clave per fomentare il razzismo e dileggiare una donna e un ministro».

Anche Susanna Camusso questa mattina a margine di un convegno a Milano sulla violenza sulle donne: “«È evidente dalle dichiarazioni, ancora più gravi – sottolinea – quando sono fatte da persone che hanno incarichi istituzionali e di rappresentanza della Repubblica, che c’è una aggressività, nei confronti del ministro, insopportabile perchè ha unicamente connotati razzisti».  «Dopo un fatto di questa gravità – dice allora Camusso – ritengo che sarebbero opportune le dimissioni di Calderoli».

Alle parole della Camusso fanno eco quelle del presidente della Camera, Laura Boldrini: “farebbe bene a dimettersi per le parole, di vero razzismo, pronunciate nei confronti del ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge.  La violenza sulle donne è un problema degli uomini: sconfiggiamolo insieme.

Il ministro a Pescara accolta con i cappi di Forza Nuova

E sulla questione è intervenuta anche la diretta interessanta, ovvero il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge che oggi è interventua alla giornata della «Carovana della libera circolazione» che si è tenuta alla provincia di Pescara: “Le dimissioni non le richiedo. Questo – ha proseguito – non è un punto che mi riguarda. Per me il caso personale non si è mai aperto. Io pongo un ‘altra questione, una riflessione sul ruolo di chi riveste una carica pubblica”. Il ministro è stato contestato da alcuni esponenti di Forza Nuova che per protesta avevano posizionato nella notte dei cappi proprio all’esterno della sede provinciale per protestare contro lo Ius soli. Sill’espiodio sta indagando la Digos.

 

Matteo Salvini zittisce Napolitano

Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo Salvini della Lega Nord che ha rivolto parole offensive anche al Capo dello Stato: “Napolitano si indigna per una battuta di Calderoli. Ma Napolitano si indignò quando la Fornero, col voto di Pd e Pdl, rovinò milioni di pensionati e lavoratori? Io mi indigno con chi si indigna. Napolitano, taci che è meglio!”. Questo ha scritto su facebook Salvini, dimenticando che ieri Napolitano mise in relazione tre episodi: Quello della Kyenge, della Carfagna e del liceo Socrate dato alle fiamme. Per questi motivi il Presidente si è detto colpito e indignato per  tre casi che dimostrano tendenza all’imbarbarimento delle vita civile”.

 

Anche l’assessore Stival posta una foto molto discutibile 

Ma c’è dell’altro. Infatti, dopo l’esternazione di Calderoli sulla pagina facebook dell’assessore regionale veneto ai flussi migratori Daniele Stival  che ha condiviso sul suo profilo, (poi tolta),  una foto postata originariamente sul sito “Antipolitica” che riportava: ” Riteniamo vergognoso che si possa paragonare un povero animale indifeso e senza scorta ad un ministro congolese”. L’eponente si è giustificato dicendo che si è trattato solo di una battuta. 

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