Debito Italia. E’ ancora record ( 2034 miliardi), bocciato il rigorismo

Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, ha diffuso oggi i nuovi dati sul debito pubblico in Europa. In Eurolandia il debito pubblico si impenna, salendo di 4 punti nel rapporto col Pil.

Cenerentola continua a parlare in greco, con Atene che fa segnare un debito/pil al 160,5 per cento ma in termini assoluti il debito italiano continua a gonfiarsi e sfiora ormai il livello di debito della locomotiva tedesca. Berlino continua infatti a detenere il debito più grosso dell’area Euro ma con un rapporto debito/pil più favorevole di quello di casa nostra e con uno stock in diminuzione continua.

Vicini alla Germania (2.150. miliardi) Si prospetta il sorpasso?

Il debito pubblico italiano continua a salire arrivando a far segnare il 130,3 % del Pil. Impressionante il valore assoluto raggiunto dai “pagherò” del nostro Paese. 2.034 miliardi di euro, quasi 80 miliardi di euro in più rispetto ai 1.955 miliardi del primo trimestre dello scorso anno. L’accelerazione del debito pubblico nostrano è così vigorosa da rendere sempre più probabile e vicina l’eventualità di un sorpasso dell’entità del nostro debito pubblico sul debito pubblico tedesco. Berlino è infatti passata dai 2.118 miliardi di euro del primo trimestre 2012 ai 2.150 del primo trimestre 2013. La differenza tra i due ammontare di debito pubblico si è quindi ridotta dagli oltre 160 miliardi del primo trimestre 2012 ai 116 del primo trimestre 2013. Una contrazione della differenza di circa un quarto in un anno, abbastanza rapida da poter parlare di rincorsa. I due paesi hanno però un rapporto debito/pil ben diverso, con l’Italia al 130,3 e la Germania al 81,2.

Eurozona. Si impenna il  rapporto debito/pil

Secondo i dati Eurostat alla fine del primo trimestre del 2013 in eurozona il rapporto debito/Pil sale al 92,2 per cento rispetto al 90,6 per cento della fine del quarto trimestre 2012 e all’88,2 del primo trimestre 2012. Nell’Ue, inclusi cioè i paesi non aderenti all’Euro, si arriva all’85,9 per cento dall’85,2 dello scorso trimestre e all’83,3 del primo trimestre 2012.

I livelli piu’ alti del debito/Pil si registrano in Grecia (160,5 per cento), Italia (130,3 per cento), Portogallo (127,2 per cento) e Irlanda (125,1 per cento); i più bassi li troviamo in Estonia, paese che con appena 1,7 miliardi di debito pubblico fa segnare un rapporto debito/pil al 10 per cento, Bulgaria (18 per cento) e Lussemburgo (22,4 per cento).

Preoccupanti gli andamenti nel tempo, sia sul trimestre precedente che rispetto allo sxcorso anno. Sul trimestre precedente i maggiori aumenti si verificano in Irlanda (+7,7 per cento), Belgio (+4,7 per cento) e Spagna (+4 per cento) e i maggiori decrementi in Lettonia (-1,5 per cento), Danimarca (-0,8 per cento) e Germania (-0,7 per cento).

Sull’anno precedente i maggiori aumenti sono fatti segnare da Grecia (+24,1 per cento), Irlanda (+18,3 per cento), Spagna (+15,2 per cento), Portogallo (+14,9 per cento) e Cipro (+12,6 per cento) e i maggiori cali da Lettonia (-5,1 per cento), Lituania (-1,9 per cento) e Danimarca (-0,2 per cento).

L’impatto, negativo, degli aiuti e del rigore

Eurostat espone anche i numeri relativi all’assistenza finanziaria tra Stati membri per effetto della crisi finanziaria. Il loro totale ammontava, alla fine del primo trimestre 2013, al 2,1 per cento del Pil dell’eurozona. Per l’Italia il sostegno finanziario assicurato ad altri paesi membri dell’area rappresenta il 2,4% del Pil.

Un ragionamento va invece fatto sull’andamento del debito in rapporto al Pil che continua ad aumentare anche, se non principalmente, per la continua aggressione alla crescita del Pil  che si sta attuando con una politica iper rigorista che soffoca ogni accenno di ripresa e che rende necessari ulteriori tagli ed ulteriori manovre rigoriste. Un continuo inseguirsi di causa ed effetto che che si auto perpetua.

 

 

 

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