Berlusconi in lacrime, non molla. Per il Pd la solita furbata

ROMA – Alla fine l’atteso Silvio Berlusconi è spuntato da Palazzo Grazioli ed è salito sul palco accompagnato dalla giovanissima fidanzata. I fedelissimo pidiellini lo attendevano con ansia tra applausi e le solite canzonette capaci di trasformare anche un evento politico in una sorta di spettacolo del varietà.

Il cavaliere ha subito ringraziato i suoi per la solidarietà dimostrata e per il sostegno profuso. Poi ha rassicurato i suoi sulla continuità del governo: “Nessuno può venire a dirci che siamo degli irresponsabili, perchè abbiamo detto chiaro e tondo che il governo deve andare avanti e deve approvare i provvedimenti economici”, ha detto. E poi è partito con un duro attacco alla magistratura che ha definita degna di un regime: “Non possiamo accettare che ci dicano di non criticare le sentenze e di non criticare la magistratura che non è un potere dello Stato ma un ordine dello Stato, con funzionari che hanno vinto un concorso”. “Il motivo –  spiega –  è semplice: una parte della magistratura è fortemente ideologizzata e politicizzata e lo dichiarano in chiaro. Ci sono alcuni aderenti che sono segreti perchè non dicono a quale associazione appartengono e sono convinti – insiste il Cavaliere – di dover usare il loro temuto potere per toglierlo ai cittadini per aiutare il popolo ad avere la democrazia che, secondo loro, c’è solo se c’è la sinistra al governo”.
Sulla recente condanna, invece, Berlusconi ha detto : “Non c’è stata mai una falsa fatturazione a Mediaset, io facevo il presidente del Consiglio e non telefonavo al centralino Mediaset perchè temevo che se lo avessi fatto si sarebbero tutti scagliati addosso a me per il conflitto di interessi. Si tratta di una sentenza, quella della Cassazione,  che mi punisce indebitamente per una presunta evasione di 7 milioni di euro negli anni in cui Mediaset pagava 577 milioni di tasse”.
“Nessuno può venirci a dire che questa è una manifestazione eversiva, – ha aggiunto – perchè abbiamo detto fin dall’inizio che ciò che ci spinge è l’interesse della nostra Italia, il bene del Paese viene prima di tutto”.
Infine Silvio Berlusconi si è lasciato andare in un pianto liberatorio. “Negli anni che ancora mi restano non dimenticherò mai questa giornata”. E poi: “Sono qui per dimostrarvi la mia riconoscenza perchè la commozione che mi avete creato con questo atto di amore è riuscita a trasformare quello che per me era angoscia e dolore. Ricorderò sempre questo abbraccio, l’abbraccio di un popolo che non conosce invidia, non conosce odio, ma amore per gli altri, per i più deboli e che rappresenta la parte produttiva del Paese. Un popolo che non si farà mai mettere sotto. Io vi ringrazio e vi faccio una promessa: sono qui, resto qui e non mollo”,  ha detto alla folla prima di lasciare il palco.

Per il Pd la solita doppietta del cavaliere Il commento del Pd non si è fatto attendere.  A quanto riferito da fonti vicino al segretario Guglielmo Epifani, Berlusconi ha mostrato oggi la sua solita doppietta. L’ex premier «guarda solo ai propri interessi», è stato spiegato, «e mostra la solita doppietta: da una parte rassicura e dall’altra usa toni inaccettabili verso la magistratura e inquina i pozzi. Nel suo orizzonte non ci sono altro che gli interessi personali, non certo l’Italia».   Anche per quanto riguarda il governo, «Berlusconi è ambiguo. Da un lato dice che l’esecutivo deve andare avanti, ma dall’altro non è così ingenuo da non sapere che in questo modo lo logora». Dunque ora, «bisogna rimettere la realtà con i piedi per terra. Il condannato è lui e non può far finta che non sia così». Dal canto suo il Pd intende mantenere «freddezza e senso di responsabilità, ma naturalmente come dice Enrico Letta, non si può andare avanti a tutti i costi. Adesso sono che devono dire cosa vogliono fare – hanno insistito al Pd – tentano di passare il cerino a noi, ma sono loro che devono chiarire».

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