Patrimonio immobiliare pubblico. Ecco quello della regione Lazio

ROMA – Provateci voi ad andare al ristorante e, al momento del conto, mettere dei soldi in una busta chiusa e consegnarli al ristoratore imponendogli di non aprirla, perché aprendola scoprirebbe quanto gli avete dato violando così la vostra privacy.

Assurdo vero?
Ma è esattamente cosa succede fino ad oggi con i conduttori degli appartamenti del patrimonio pubblico, non si può sapere quanto versano all’Ente pubblico proprietario, cioè quanto versano a noi come collettività, perché questo avrebbe violato la loro privacy.

Il Garante per la Privacy ha però, nei giorni scorsi, risposto a due enti pubblici milanesi, l’Ospedale Maggiore Policlinico ed il celebre  Pio Albergo Trivulzio, riguardo alla pubblicità da dare in merito agli immobili di loro proprietà.

Il Garante ha, in particolare, comunicato come “le norme sulla protezione dei dati personali non pongono ostacoli alla conoscenza dei nominativi degli affittuari degli immobili di proprietà di enti pubblici da parte dei consiglieri comunali, provinciali e regionali, laddove la richiesta sia utile per l’espletamento del loro mandato”.

Una decisione del genere, di fatto, dà la possibilità di ‘aprire’ finalmente gli elenchi degli affittuari dei vari patrimoni pubblici.

Abbiamo già visto nei giorni scorsi come il Comune di Roma disponga di un patrimonio ricco di vere e proprie perle,  appartamenti di ampia metratura nei quartieri più ‘in’ della Capitale, i cui conduttori sono al momento sconosciuti, ma la Regione Lazio, seppur disponga di un patrimonio minore non si fa certo mancare indirizzi prestigiosi.

Come non restare a bocca aperta infatti, consultando l’Inventario del Patrimonio Disponibile della Pisana (il pdf) nella sezione Unità immobiliari destinate ad uso abitativo. Indirizzi come Via della Mercede, a due passi da Montecitorio, o Via di Parione, a due passi invece da Palazzo Madama?

Ma anche storici quartieri residenziali vedono la presenza massiccia di proprietà regionali in locazione, con interi edifici in zona Circonvallazione Appia e a Monteverde.
Come sia stato fissato il valore d’inventario di tali unità resta un mistero, anche perché un secondo piano in pieno centro storico della consistenza di 15 vani iscritto ad inventario per il prezzo di un box doppio (poco più di 300mila euro) grida vendetta. Forse un po’ di luce sui nomi ed i canoni di locazione dovuti dai fortunati occupanti.

Dazebao ha infatti inviato una richiesta di informazione anche alla Regione, da cui auspichiamo  una risposta in tempi brevi dagli uffici della Governatrice in carica.

La lettera inviata alla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini
Al Presidente della Regione Lazio
Renata Polverini

Alla luce del recente indirizzo assunto dal Garante per la Protezione dei dati Personali, che  alleghiamo, Le chiediamo di poter conoscere i nominativi degli assegnatari delle unità immobiliari rientranti nel patrimonio edilizio della Regione Lazio, con indicazione del canone annuo dovuto per ogni unità immobiliare e delle modalità che hanno portato la Regione a tale assegnazione.

In seguito a quanto emerso dopo la pubblicazione dell’elenco degli affittuari di altri patrimoni pubblici, crediamo sia prioritario dare un segnale di trasparenza del Palazzo e di buona amministrazione del patrimonio pubblico comunale.

Cordialmente
La redazione

Roma, 23 febbraio 2010

Immobili di proprietà pubblica e norme sulla privacy
. La risposta del Garante a due enti pubblici milanesi

Le norme sulla protezione dei dati personali non pongono ostacoli alla conoscenza dei nominativi degli affittuari degli immobili di proprietà di enti pubblici da parte dei consiglieri comunali, provinciali e regionali, laddove la richiesta sia utile per l’espletamento del loro mandato.
Lo ha chiarito il Garante privacy in risposta ai quesiti posti nei giorni scorsi da parte di due strutture milanesi, Ospedale Maggiore Policlinico e Pio Albergo Trivulzio, riguardo alla messa a disposizione dei dati relativi agli immobili di loro proprietà.

La normativa sulla protezione dei dati personali – ha sottolineato l’Autorità – “non rappresenta un ostacolo alla trasparenza amministrativa, specie laddove quest’ultima riguardi il corretto utilizzo di beni e risorse da parte di soggetti pubblici”.

In tale quadro, i consiglieri comunali provinciali e regionali hanno il diritto di ottenere dalle amministrazioni di riferimento, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni utili per l’espletamento del loro mandato. Spetta dunque alle due strutture ospedaliere verificare che le richieste dei consiglieri siano riferite al mandato istituzionale. I consiglieri, da parte loro, una volta ottenute tali informazioni, sono comunque tenuti a garantire la necessaria riservatezza nel caso in cui i dati ricevuti siano sensibili o tali da ledere la dignità delle persone.

Anche riguardo alla conoscenza di tali informazioni da parte dei media, le norme sulla privacy – ha ricordato il Garante – non hanno inciso in modo restrittivo su quelle relative alla trasparenza amministrativa e all’accesso ai documenti. Spetta, anche in questo caso, all’amministrazione verificare se accogliere, sulla base dell’interesse e dei motivi rappresentati dagli organi di informazione, l’istanza di accesso. Una volta ritenuta legittima la richiesta di accesso, il giornalista sarà tenuto a valutare l’interesse pubblico nella diffusione delle informazioni lecitamente acquisite e verificare che esse siano pertinenti e non eccedenti, e comunque non lesive della dignità delle persone interessate.
Per quanto riguarda, infine, la pubblicazione sui siti web di dati personali relativi agli affittuari, il Garante ha precisato che essa è in generale ammessa se prevista da una norma di legge o di regolamento. In mancanza di tale presupposto, gli enti interessati possono comunque prevedere la diffusione di tali informazioni nell’ambito del Piano triennale per la trasparenza e l’integrità che ogni amministrazione è tenuta a predisporre. Anche in questo caso, nella diffusione dei dati deve essere sempre rispettato il principio di pertinenza e non eccedenza.

Roma, 16 febbraio 2011

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