ROMA – Ormai la sorte del governo sembra appeso al gioco della margherita. Soltanto che il nocciolo della questione è ancora una volta legato alla decadenza o meno di Silvio Berlusconi. In altri Paesi avrebbero già liquidato la questione, ma in Italia la maggioranza continua ad essere ostaggio di un Pdl ostinato che vuole salvare il suo leader a tutti i costi.
Destino incerto, quindi,visto che il partito Democratico la sua scelta l’ha già fatta e non intende proprio adesso fare dietrofront aiutando il “pregiudicato” a mettersi in salvo dalla condanna di terzo grado inflittagli nella vicenda Mediaset.
Insomma la crisi di governo è vicina. Lo ripete Renato Schifani: «La vedo avvicinarsi». Al capogruppo del Pdl al Senato non è piaciuta affatto l’aria respirata ieri pomeriggio in Giunta per le elezioni e le immunità, che dovrà decidere sulla ammissibilità della decadenza di Silvio Berlusconi secondo i dettami (retroattivi? È questo il nodo da sciogliere) della legge Severino. Così come non è piaciuta allo stesso Cavaliere, che secondo Daniela Santanchè «ha già pronto un nuovo videomessaggio» in cui annuncerebbe la fine dell’alleanza con il Pd. Un ricatto bell’e buono, secondo Anna Finocchiaro, che richiama gli alleati-rivali: «Il PdL sia responsabile nei confronti di un governo ‘necessariò per il Paese e tenga distinta la vicenda di Berlusconi dalle sorti dell’esecutivo – dice – Voglio dire a Schifani che la posizione del Pd sulla decadenza non è pregiudiziale né ‘politicà ma è una posizione che si basa sul rispetto della legge. È nel diritto di Berlusconi venire in Senato e in giunta a difendere le proprie posizioni. Ci mancherebbe. Ma poi la giunta dovrà votare in piena autonomia. Personalmente io credo che le giunta non possa sollevare la questione di costituzionalità della legge Severino perché non è un giudice e che il divieto di retroattività non si applichi a questo caso».
Risponde Schifani, alla telecamere di Sky Tg24 proprio come la collega: «Esiste la possibilità di sottoporre ai giudici costituzionali la compatibilità delle norme, guai se non fosse così. Esiste anche la possibilità di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea per verificare la compatibilità delle norme italiane con l’impianto europeo. Noi questo chiediamo e se ci venisse negato tutto questo non potremmo che prendere atto del fatto che pregiudizialmente, prima ancora che inizi il dibattito in Giunta, tutti gli esponenti del Partito democratico hanno già dichiarato come voteranno. Non mi pare un atteggiamento responsabile». A questo punto, dice l’ex presidente del Senato, «noi siamo pronti a svolgere un ruolo di opposizione, poi se si cercherà di creare nuove maggioranze sarà compito del Capo dello Stato». Certo che «governi di aula o frutto di pezzi di gruppi parlamentari o di partiti che oggi stanno all’opposizione mancherebbero della coesione politica di un programma che non nasce dal momento elettorale. Allora trovo difficile pensare che» un governo di questo tipo «riesca a trovare l’intesa per la legge elettorale, o varare una finanziaria delicatissima dove dovranno essere fatte.
Il Pd, intanto sostiene la sua fermezza sulla vicenda: “Mentre il Paese fa i conti con gli effetti devastanti di una crisi economica che sembra non finire mai e con problemi che attendono da troppo tempo risposte dalla politica, mentre il mondo sta con il fiato in sospeso per la tragedia siriana, in Italia non si sente parlare che della decadenza di Berlusconi e delle sue pretese di sfuggire all’applicazione della legge. È tempo che tutto questo abbia fine», tuona Sandra Zampa, deputata del Pd.
E poi: “Chiudiamo un ventennio di ricatti: Berlusconi deve decadere, si applichi la legge come si farebbe per chiunque altro e cominciamo a costruire un Paese normale”.
Il M5S invita il Pd a staccare la spina
Nel frattempo il M5s invita il Pd a prendere una decisione: “Ma staccatela voi la spina al Governo e facciamola finita una volta per tutti, invoca Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e deputato M5S. “Credo che Berlusconi stia cercando di capire fino a dove può tirare la corda senza spezzarla e rimanere intrappolato dalla situazione. Fa questi giochi che sono esche che lancia al Pd che ci casca sempre».
Per Di Maio «è desolante che abbiamo passato un’estate intera a parlare di un problema inventato dal diretto interessato: l’agibilità politica. Noi passiamo il tempo a parlare dell’agibilità politica di un senatore che in Senato non c’è mai, ha il 99 per cento di assenze. In questo momento ci annuncia un altro videomessaggio. In tutto questo assistiamo a due passi avanti e uno indietro di Berlusconi che minaccia di far cadere il governo e poi si rimangia la parola perchè probabilmente ha paura delle prossime elezioni. Siamo di fronte ad una situazione disarmante per questo paese», conclude l’esponente a 5 Stelle.