Siria. Il giorno della veglia per dire no alla guerra

CITTA’ DEL VATICANO – Oggi è il giorno della veglia e della pace chiesta dal Papa Francesco per dire no alla guerra. «La pace è un bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l’umanità».

Con questo tweet diffuso attraverso l’account Pontifex, e con un altro che contiene l’invito ai giovani a unirsi a lui nella preghiera, Papa Francesco è tornato anche ieri a sollecitare l’impegno per la pace in Siria. «Il nuovo appello del Pontefice – ha scritto l’Osservatore romano – giunge nel momento in cui da San Pietroburgo, dove sono riuniti i leader mondiali, non trapelano notizie circa una comune determinazione a favore di una soluzione negoziale della crisi siriana». Mentre la diplomazia mondiale è in panne, la Santa Sede si muove con determinazione sul doppio binario della diplomazia e della preghiera.

Dopo gli appelli del Papa, la lettera a Vladimir Putin, gli apprezzamenti dell’Onu, il ‘briefing’ con gli ambasciatori accreditati, il Vaticano si prepara alla «giornata di digiuno per la pace in Siria e in Medio Oriente» alla quale Jorge Mario Bergoglio, domenica scorsa all’Angelus, ha invitato – «nel modo che riterranno più opportuno» – anche «i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà». Una giornata che si concluderà con una veglia di preghiera serale in piazza San Pietro per la quale si moltiplicano le adesioni: diocesi italiane, a partire quella romana del cardinale Agostino Vallini, associazioni e movimenti cattolici (Azione cattolica, comunità di Sant’Egidio, Comunione e liberazione, focolarini), ordini religiosi (a partire da gesuiti, francescani e salesiani). In piazza ci saranno anche ministri del Governo italiano, parlamentari, e non è ancora escluso che si presenti il gran Muftì di Damasco. Aderiscono, a distanza, episcopati, missionari e fedeli di Europa, Africa, Asia, Stati Uniti, Australia. Un evento dal sapore ecumenico e interreligioso che indispone, sintomaticamente, gli ultratradizionalisti: «Ciò che lascia molto sorpresi è che Papa Francesco sembri escludere l’adorazione eucaristica, per pregare insieme ai rappresentanti di altre religioni, così da non ‘disturbarè i membri di altri culti.

»Crediamo fermamente che la pace non può essere opera di accordi umani a prescindere da Gesù Cristo, Re dei re e principe della pace«, scrivono i lefrebvriani italiani. »Non è possibile lasciare da parte il Signore proprio in questo momento estremo, in una veglia che doveva essere di preghiera al solo vero Dio e che invece contribuirà a diffondere il relativismo religioso«.

La giornata di digiuno si svolgerà secondo le regole proprie della Chiesa cattolica (un solo pasto nel corso delle 24 ore, possibili solo due piccole ‘infrazionì, esenti gli anziani e i malati). Poi, dalle 16.30, i varchi della Piazza saranno aperti all’afflusso di chi vorrà partecipare, mentre la Veglia inizierà alle 19 e durerà fino alle 23. La folla attesa è molta e non ci sono biglietti. »L’umanità ha bisogno di vedere gesti di pace e di sentire parole di speranza e di pace!«, aveva detto il Papa all’Angelus. »Chiedo a tutte le Chiese particolari che, oltre a vivere questo giorno di digiuno, organizzino qualche atto liturgico secondo questa intenzione«. Per volontà di Bergoglio saranno presenti in piazza cinquanta confessori pronti a impartire il sacramento della penitenza e della riconciliazione.

 

Alle 18.30 verrà letto il testo dell’Angelus con cui domenica il Papa ha convocato la giornata. Alle 19 in punto inizierà la veglia vera e propria: prima l’intronizzazione della Madonna ‘salus populi romanì, poi la recita del rosario. Questa prima parte si concluderà con la meditazione del Papa, intorno alle 20-20.30.

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