Siria, Domenico Quirico è libero

ROMA – Domenico Quirico e il cittadino belga Pier Piccinin sono stati liberati. La notizia del giornalista della Stampa, prigioniero per cinque mesi in Siria, è stata data con una nota della presidenza del Consiglio ieri in tarda serata. 

Quirico e Piccinin sono rientrati ieri in Italia atterrando all’aeroporto di Ciampino dove sono stati accolti dal ministro degli Esteri, Emma Bonino. “È come se fossi stato cinque mesi su Marte. E ho scoperto che i marziani sono molto cattivi”, ha detto Quirico secondo quanto riferisce La Stampa.

”Cinque mesi sono lunghi ma ce l’ho fatta – ha detto  Quirico al telefono – come ho detto a qualcuno mi sembra di essere stato su Marte, adesso sono tornato sulla terra e ho appreso alcune notizie di come si è evoluto il mondo. E’ stata una terribile esperienza ma una grande esperienza”.  
”Chiedo scusa, ma tu sai qual è la mia idea di giornalismo: di andare dove la gente soffre, ogni tanto tocca soffrire come loro ”, aggiunge. ”Questa storia mi ha insegnato alcune cose”. Grande sollievo. Lo ha espresso il ministro degli Esteri, Emma Bonino, dopo la notizia della liberazione di Domenico Quirico, l’inviato della Stampa sequestrato il 9 aprile in Siria e tornato da ieri sera un uomo libero. Una soluzione positiva di un caso delicato che, ha sottolineato il capo della diplomazia italiana, ha premiato «riserbo e cocciutagine» delle istituzioni.

«È una notizia emozionante, per tutti», ha detto la titolare della Farnesina intervistata proprio dal quotidiano torinese, «Per la famiglia, per noi della Farnesina, per voi de »La Stampa«, e una bellissima notizia per tutti i giornalisti che rischiano la vita sui fronti di guerra, che impegnano se stessi per cercare e raccontare la verità». «Ci sarà tempo e modo per informare la pubblica opinione e ricostruire le fasi del sequestro. Adesso, la procedura prevede non a caso come prima cosa che Domenico Quirico sia ascoltato dalla magistratura italiana, è evidente che non è possibile in questo momento aggiungere altro», ha proseguito Bonino nell’intervista alla Stampa, «Quello che di certo ha agevolato e ci ha premiato è stata una cosa semplice e difficilissima, in un caso delicato come un sequestro di persona in uno scenario devastato e complesso com’è quello siriano: il riserbo. Ha premiato la tenuta della famiglia e del giornale, la costanza nel mantenere un profilo basso, non cogliendo mai il benché minimo accenno di polemica. Ha premiato la tenuta nel seguire le nostre indicazioni per il riserbo. E naturalmente ha premiato la cocciutaggine operosa di tutta la Farnesina, a cominciare dall`Unità di crisi, e di tutti gli apparati dello Stato. A loro devo e dobbiamo dire grazie».

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