MILANO – Alla fine, a 4 giorni dalla scadenza, Silvio Berlusconi ha formalizzato con i suoi difensori la richiesta di essere affidato in prova ai servizi sociali per scontare uno dei 4 anni di reclusione (3 coperti da indulto) ai quali era stato condannato in via definitiva dalla Cassazione il primo agosto scorso per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset.
Si tratta di una misura alternativa molto meno restrittiva degli arresti domiciliari dove l’ex premier sarebbe finito nel giro di pochi giorni nel caso non avesse chiesto nulla ai giudici.
Intanto Berlusconi in quanto «libero sospeso» resta senza alcuna restrizione fino all’udienza in cui il Tribunale di Sorveglianza (il presidente Pasquale Nobile de Santis con doppio voto, il giudice Beatrice Crosti oltre a due esperti) deciderà sull’istanza. Ma l’udienza non sarà celebrata prima di maggio o giugno del prossimo anno. I tempi infatti per i condannati in stato di libertà e non solo a Milano sono lunghi. Lele Mora ha aveva chiesto l’affidamento in prova ad aprile scorso e la discussione sull’istanza è stata fissata dopo vari solleciti della difesa ad aprile 2014. Da qui al giorno dell’udienza i giudici di sorveglianza, che stamani hanno ricevuto l’istanza dal procuratore aggiunto Nunzia Gatto responsabile dell’ufficio esecuzione, faranno un’istruttoria comprensiva di colloqui degli assistenti sociali con il condannato, al fine di avere poi tutti gli elementi di valutazione. All’udienza interverrà per dare il suo parere la procura generale della Repubblica.
Nel caso in cui Berlusconi dovesse andare in affidamento potrà svolgere anche attività di volontariato presso onlus, comunità o enti locali. Le prescrizioni alle quali dovrà attenersi saranno quelle del Tribunale milanese, mentre in caso di modifica delle stesse sarà competenza dei giudici romani decidere in merito perchè il Cavaliere di recente ha scelto di risiedere nella capitale. Dopo i primi 6 mesi il condannato può ottenere uno sconto di 45 giorni in caso di una valutazione positiva da parte degli assistenti socilai. Il residuo di pena da scontare potrebbe scendere quindi da 1 anno a 10 mesi e mezzo.
Cancellieri. “Nessuna amnistia per Berlusconi”
Infine sull’ipotetica amnistia è intervenuta il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri: “Penso proprio di no. L’amnistiai non riguarderà il cavaliere”. “Il Presidente- ha aggiunto il ministro – vuole la forza di ragionare insieme, come accadde per il terrorismo, di ritrovare unità di intenti. Un intento di pacificazione che richiama l’amnistia che fece Togliatti.
Allora- ha osservato il Guardasigilli- il Paese doveva ripartire, la situazione era estremamente dolorosa. Ora è meno dolorosa», ma se un provvedimento di clemenza «serve per il
Paese, va fatto. Quella di Togliatti è una linea: ho una sua foto nel mio ufficio», ha detto inoltre il Guardasigilli. Con l’amnistia di Togliatti, però, uscirono dal carcere anche
assassini, stupratori, ladri. «No- ha assicurato Cancellieri- assassini, stupratori, ladri non lasceranno mai il carcere”-