Berlusconi due anni di interdizione. E la “banda Bassotti“ schiamazza come galline

ROMA – Schiamazzano come galline che hanno fatto l’uovo.La “ banda Bassotti”,  si ricompatta attorno a Silvio Berlusconi, pronta a fare le barricate. Il pregiudicato è stato condannato  a due anni di interdizione dai giudici della Corte di Appello di Milano quali in base alla sentenza emessa dalla Cassazione dovevano rimodulare  la pena accessoria relativa all’inchiesta sui diritti tv.

Da uno a tre anni aveva indicato la Suprema Corte  e il collegio presieduto da Arturo Soprano ha accolto la richiesta del procuratore generale, Laura Bertolè Viale condannando il pregiudicato  a due anni di interdizione dai pubblici uffici.  Ferma restando la condanna a quattro anni per frode fiscale che , ovviamente non era in discussione.

Falchi e colombe con alla testa Alfano tutti uniti con il pregiudicato

 La “ banda Bassotti” dovrebbe ringraziare la Corte d’Appello perché ha scelto una via di mezzo fra uno e tre. Apriti cielo chiuditi terra. Il primo a parlare è l’avvocato Ghedini, quello delle cause perse: aveva chiesto di ridurre la pena accessoria a un anno e ora annuncia il ricorso in Cassazione.Con lui non c’è il professor Coppi, mail suo collaboratore,l’avvocato  Roberto Borgogno.: Ghedini farfuglia : “Non avrebbe dovuto trovare ragione la pena interdittiva per le due questioni di legittimità costituzionale da noi sollevate, in particolare quella relativa al contenzioso fiscale, essendo stato fatto un accertamento con adesione – ha detto  – e avendo Mediaset versato a settembre circa 11 milioni” per le due annualità, 2002 e 2003, relative alla frode fiscale contestata al Cavaliere. Davvero incredibile per un penalista. La Corte d’Appello di Milano avrebbe dovuto  dire no ad una sentenza della Cassazione. Anche uno studente al primo anno di legge  sa cosa significa una sentenza della Suprema Corte. Ora dovrebbe saper bene che il ricorso in Cassazione per la riduzione della pena accessoria  non avrà alcun effetto perché la stessa Corte aveva lasciato un margine di scelta  Ci sono comunque quindici giorni di tempo per depositare la sentenza poi Ghedini può presentare ricorso..

 

 Ancora tentativi di rinviare il giudizio dell’Aula di Palazzo Madama

 Ma serve a prendere tempo, perché questo è l’obiettivo di Berlusconi che punta a candidarsi di  nuovo con elezioni al massimo in primavera. Già la “ banda Bassotti” cerca  nuovi appigli per impedire alla Giunta per le elezioni del Senato di pronunciarsi sulla decadenza da senatore. Ma la decisione  della Corte d’appello di Milano non può incidere  sul percorso già intrapreso dalla Giunta per le elezioni del Senato.Sulla base della legge Severino, ha espresso un voto chiedendo all’aula di votare la decadenza del cavaliere dallo scranno di palazzo Madama.  La Giunta per il regolamento  dovrà sciogliere il nodo voto palese-voto segreto, nella seduta prevista per il 29 ottobre, poi  verrà calendarizzato il giorno del dibattito in  Aula che si pronuncerà a favore   o contro la proposta della Giunta per le elezioni. Da subito i berluscones scatenano la battaglia ed  ecco Angelino Alfano che prende la testa della “banda”, da colomba diventa falco, anzi falchissimo, strappa il primo posto a  Fitto, straccia in volata Santanché,  Bondi,Verdini e Capezzone.”Ho sentito al telefono Berlusconi. Il nostro leader- afferma- è forte e determinato come sempre. Siamo tutti con lui, impegnati, oggi più che mai nella ricostruzione di un centrodestra, moderno, competitivo. Il nostro progetto va avanti e non sarà toccato da una sentenza che non priverà un leader del suo popolo e quel popolo del proprio leader”,.Timidamente il vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura fa sentire le propria voce, ben conscio della baraonda cui darà vita  la” banda Bassotti” : “

Nel mirino dei berluscones anche Miche Vietti, presidente del Csm

 

 Evitiamo di scaricare sui magistrati   i nodi del sistema politico – ha detto  Michele Vietti – .prendo atto che ancora una volta in qualche modo la politica ha finito per delegare alla magistratura la risoluzione dei problemi”  Si scatena Sandro Bondi, coordinatore del Pdl: Le :dichiarazioni rilasciate da Vietti- afferma- “denotano la sua totale incoscienza dei problemi afferenti al rapporto fra l’ordine della magistratura e la democrazia”. Brunetta non vuole essere da meno:
 CONTROL ShockwaveFlash.ShockwaveFlash.10 Sappiano i giudici che potranno anche decidere sull’interdizione di un politico, ma non potranno mai mettere a tacere la leadership di colui che continua e continuerà a rappresentare nel Paese la maggioranza degli italiani”.  Ecco che si avanza la “ colomba”, Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri della Camera : “Con Berlusconi a Milano spesso c’è la perfetta identificazione tra magistratura inquirente e magistratura giudicante il che manda a pallino lo Stato di diritto”.  Il senatore Pdl e componente della Giunta, Lucio Malan, lancia un appellocon la forzas della disperazione e la logica di un cervello di gallina, cui chiediamo scusa: “Non si calendarizzi in aula il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi perchè con la decisione dei magistrati di Milano bisogna aspettare che diventi definitiva l’interdizione. Una misura che, a questo punto, prevarrebbe sull’iter di una legge che andrebbe abrogata.  Se c’è “in contemporanea la proposta di cambiare la legge Severino per riscriverla decentemente basta non calendarizzare in Aula”.  Ci mancava, Gaetano Quagliariello:, altra “ colomba” “La legge Severino prevede un’interdizione di sei anni, che è il triplo. In questo caso- afferma- la legge dà al condannato un’interdizione che è tre volte la sentenza . Forse porsi il problema di una riflessione su quella legge”. Si aggrega Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri il quale in fatto di dichiarazioni fuori luogo assume il ruolo  di capofila in gara con Alfano: “Berlusconi è stato utile al paese.- afferma- avrebbe dovuto essere più cattivo, più cinico e ora  paga questo atteggiamento “ Fra tutti questi Nunzia Di Girolamo, ministro, si distingue, lei, berlusconiana  dichiarata e quindi inb linea con quanto attaccano la sentenza della Corte d’appeooo9 afferma però che non deve avere riflessi sul governo. Che già di grane, stante la legge di stabilità che ha scontentato tutti ne ha abbastanza. 

 

 Danilo Leva ( Pd). Rispettare la pronuncia della Corte

Il responsabile nazionale Giustizia del Pd, Danilo Leva, se la cava con poche parole: “ La sentenza della Corte d’Appello di Milano altro non fa che rimodulare la pena accessoria, secondo quanto indicato nel dispositivo della sentenza della Corte di Cassazione. Bisogna rispettare questa pronuncia come qualsiasi altra sentenza”. Elementare. Del resto  la riunione della Corte è durata solo un’ora. C’era ben poco da discutere. La sentenza era già stata stabilita dalla Cassazione.. Solo la  banda Bassotti” può menare il can per l’aia.

 

 

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