Agrigento. Fra le polemiche, i funerali delle vittime di Lampedusa Alfano contestato

Così diciotto giorni dopo il naufragio, e con le bare ormai tumulate, Agrigento celebra i funerali delle 366 vittime accertate della tragedia di Lampedusa. Sul molo turistico del porto di San Leone, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e quello dell’Integrazione Cecile Kyenge, oltre agli ambasciatori di alcuni Paesi delle vittime (presenza che non sarebbe stata gradita a molte di quelle stesse vittime, ndr).

Sono invece assenti il sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, che proprio in quelle ore incontra a Roma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e il primo cittadino di Agrigento, Marco Zambuto, che ha definito la cerimonia una “passerella per i politici”.

La cerimonia si è aperta con lettura di sure del Corano e versetti del Vangelo. Tra il pubblico molti eritrei, che hanno polemizzato per l’assenza dei superstiti del naufragio: “Alfano ha detto che i morti avranno la cittadinanza italiana, e i vivi che fine hanno fatto?”, si è chiesta una portavoce del gruppo di eritrei. Molte donne, con il volto coperto da veli bianchi, hanno portato dei ceri e dei fiori. 

La presenza del regime eritreo offende i defunti

Un gruppo di loro innalzava uno striscione di protesta anche contro la partecipazione, ai funerali, del governo eritreo: “La presenza del regime eritreo offende i defunti e mette in pericolo i sopravvissuti”. Altri cartelli avevano gli slogan “Sangue nostrum” e “Dove sono i sopravvissuti”? Quando poi il ministro Alfano si è fermato con i giornalisti per promettere “aiuto ai sopravvissuti e lotta senza quartiere” alla tratta dei migranti, dalla folla si sono alzati gli slogan: “Bossi-Fini/ legge di assassini” e “la storia siciliana ce l’ha insegnato/emigrare non è reato”.  Alfano è andato via circondato dalla sicurezza.

“La presenza del regime eritreo offende i defunti e mette in pericolo i sopravvissuti”: è la scritta in uno striscione mostrata da un gruppo di eritrei che sta seguendo la cerimonia sul molo di San Leone ad Agrigento. Alla commemorazioni partecipano alcuni rappresentanti del governo eritreo e dell’Ambasciata del paese africano. Don Mosè Zerai, il sacerdote eritreo che da anni rappresenta un punto di riferimento per i profughi in arrivo in Italia, parla di “beffarda passerella”.

 

 

Rosario Crocetta: importante che la commemorazione si sia fatta

 

 “Era meglio che questa cerimonia si fosse organizzata a Lampedusa”, dice il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, che avrebbe inoltre caldeggiato una commemorazione alla presenza dei superstiti. “Ma non è il momento delle polemiche – sottolinea – è importante che questa commemorazione venga fatta”.”Spesso Lampedusa viene lasciata sola come viene lasciata sola anche la Sicilia e viene lasciata sola l’Italia. Sarò con Giusi Nicolini da Schulz perché vogliamo parlare di questa cose che bisogna fare seriamente per la Sicilia e per Lampedusa. Oggi preghiamo per questi morti. Facciamo uno sforzo e la politica abbia la capacità di essere unita”

“Abbiamo assicurato un’assistenza ai superstiti e una degna sepoltura ai morti”. Così il ministro degli Interni Angelino Alfano ha risposto ai giornalisti a Caltanissetta sulle polemiche per i mancati funerali di Stato delle vittime del naufragio di Lampedusa.

“Noi rispettiamo le leggi nazionali e internazionali sull’immigrazione, ma anche i migranti devono rispettare quelle dello Stato che li ospita”. Lo ha affermato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, a margine di un incontro sulla sicurezza nella prefettura di Caltanissetta.

 

 

  Giusy Nicolini. Alla domanda umanitaria non si risponde con i mezzi militari 

 “La mia isola è in una condizione dalla quale non si esce se non cambia qualcosa”. Lo dice il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, nel corso di una conferenza stampa al Senato. “Le politiche migratorie descrivono il grado di civiltà di un Paese e incidono sul destino dei territori dove queste persone sbarcano”, aggiunge. Per questo motivo, puntualizza Nicolini, le stesse politiche “sono doppiamente ingiuste, anche verso di noi delle isole”. “E’ il viaggio che non si deve fare”, dice ancora.

“Alla domanda umanitaria non si può rispondere con i mezzi militari”. Giusi Nicolini lo dice al Senato parlando delle nuove misure di prevenzione verso gli sbarchi del provvedimento ‘Mare Nostrum’. “Dopo che queste navi avranno intercettato i barconi quale sarà il destino di queste persone? – aggiunge Nicolini – E’ il momento di cambiare il regolamento e stabilire con chiarezza il principio di respingimento”.

 

I morti sono troppi e Lampedusa non ce la fa più 

“I morti sono troppi e Lampedusa non ce la fa più a reggerli”. “Non è necessario metterli in fila dentro le bare per avere davanti la realtà – aggiunge – i corpi che mi sono stati messi davanti in questi mesi sono solo un sintomo, la punta di un iceberg che questo mare è un cimitero”. “E’ il momento della verità – dice Nicolini – non si può più trattare questo argomento in termini propagandistici”.

 

 

Il sindaco di Agrigento: la cerimonia è una farsa di Stato

La cerimonia in memoria delle vittime del naufragio di Lampedusa oggi pomeriggio sul molo di Agrigento è “una farsa di Stato”, ha detto il sindaco della città, Marco Zambuto, intervistato dal Tg regionale della Rai. Secondo Zambuto, che comunque parteciperà, “la presenza di rappresentanti del governo eritreo è una puganalata a queste persone che sono morte”.

Intanto prosegue anche in queste ore, negli uffici della Squadra Mobile, le operazioni di riconoscimento delle vittime del naufragio dello scorso 3 ottobre nelle acque antistanti l’Isola dei Conigli a Lampedusa. Ai parenti vengono mostrati oggetti personali e le foto scattate dalla polizia scientifica dei cadaveri. Si tratta delle persone già tumulate e che non hanno ancora un nome e che per questo sono state indicate con un numero scritto sulla bara e sulla tomba.

“Il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano ha scelto il porto turistico di San Leone ad Agrigento, poche decine di metri dal portone di casa sua, per mettere in scena i finti funerali dei morti di Lampedusa. Sarà solo uno spot a suo uso e consumo, e degno comprimario sarà l’ambasciatore eritreo in Italia, Zemede Tekle Woldetatios, rappresentante del regime eritreo del dittatore Afewerki, uno dei più illiberali e repressivi del mondo che ha costretto alla fuga un quarto del suo popolo”. Lo dichiarano in una nota congiunta Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, esponenti di Green Italia.

 

 

Della Seta e Ferrante ( Green Italia)Un’altra vergogna per il nostro Paese

“Il presidente del Consiglio – proseguono i due ex parlamentari del Pd – aveva promesso, come giustamente chiedeva il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, di tenere sull’isola delle solenni esequie di Stato, minimo atto dovuto dell’Italia di fronte a una tragedia immensa accaduta a casa nostra. Invece si aggiungerà altra vergogna al nostro Paese, incapace di difendere dalla morte e di accogliere con decenza qualche migliaio di donne e uomini africani che scappano da guerre e persecuzioni seppelliti in tutta fretta nei giorni scorsi con soltanto un numero a distinguerli uno dall’altro”.

 

I superstiti non hanno potuto lasciare Lampedusa

“Non ci saranno – sottolineano Della Seta e Ferrante – nemmeno i famigliari delle quasi 400 vittime, che per giorni hanno aspettato invano di ‘riconoscere’ (come peraltro prescrive la legge) e di salutare un’ultima volta i loro figli, fratelli, genitori”. “Invece – concludono i due ex senatori democratici oggi in Green Italia – nel cortile di casa sua oggi Angelino Alfano celebrerà questa farsa indegna, ‘concelebrante’ l’emissario ufficiale di quel regime che ha perseguitato e messo in fuga molti dei morti di Lampedusa”.

Alla fine il vero esempio di civiltà è arrivato dai parenti e dai naufraghi ai quali non è stato consentito di lasciare Lampedusa per partecipare ai funerali e dare l’ultimo saluto ai propri cari. I migranti hanno infatti celebrato un loro funerale sull’isola, gettando dei fiori in mare e pregando sommessamente.

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