Datagate, l’NSA spiava Angela Merkel da undici anni

Obama sapeva. E’ quanto denuncia il quotidiano tedesco Bild sulla vicenda Datagate e le intercettazioni telefoniche che hanno riguardato il telefonino della Cancelliera Angela Merkel.

Il presidente Usa veniva informato direttamente da Keith Alexander, capo della National Security Agency. Secondo un anonimo funzionario dell’Nsa citato dal quotidiano popolare tedesco, Obama non si sarebbe opposto all’operazione di spionaggio ma avrebbe, al contrario,  permesso la sua prosecuzione.

A quanto scrive l’edizione domenicale della Bild, l’Nsa spiava non soltanto il cellulare poco sicuro offerto dal suo partito Cdu alla Merkel ma anche i cellulari ritenuti più sicuri, ascoltando le telefonate e leggendo gli sms. Lo spionaggio non riguarderebbe invece la linea telefonica sicura dell’ufficio del cancelliere tedesco.

Ottanta centri di spionaggio in tutto il mondo

Intanto, secondo l’autorevole e sempre ben informato quotidiano tedesco Der Spiegel, Cia e NSA possedevano in tutto il mondo circa ottanta centri comuni di spionaggio ed intercettazioni, 19 dei quali si trovavano in capitali europee, inclusa Roma. Queste reti di ‘ascolto’ sono state costituite sul modello di quelle installate sulla fine degli anni ‘70 in Paesi nemici. Tra le altre città si citano Parigi, Madrid, Praga e Ginevra. Un simile centro è attivo anche nell’ambasciata americana a Berlino. Il magazine tedesco, basandosi su alcuni documenti segreti della Nsa, afferma inoltre che Angela Merkel è stata spiata dai servizi segreti americani per ben undici anni, a partire dal 2002, cioè tre anni prima che diventasse cancelliere tedesco. Una direttiva di intercettazione che sarebbe rimasta valida fino a poco prima del suo incontro con Obama, nel giugno scorso.

La Casa Bianca non commenta le rivelazioni

La Casa Bianca ha deciso oggi di non commentare le notizie riportate dai quotidiani tedeschi ma in un comunicato ha spiegato che “gli Usa raccolgono all’estero informazioni dello stesso tipo di quelle raccolte da tutte le altre Nazioni”. Dalla Germania, invece, ancora toni duri. “Lo spionaggio è un reato e chi lo pratica deve rispondere davanti alla giustizia” dice il ministro dell’Interno Hans-Peter Friedrich. Nel frattempo Brasile e Germania hanno preso l’iniziativa all’Onu per la stesura di una risoluzione che protegga la privacy su Internet e ne stanno discutendo con altre 19 delegazioni. Un fronte di 21 paesi che sta elaborando una bozza con cui si chiede agli Stati membri “di prendere misure per metter fine alle violazioni dei diritti” alla privacy e di “rivedere le procedure, pratiche e leggi in materia di sorveglianza extraterritoritoriale di comunicazioni private e l’intercettazione di dati personali di cittadini in giurisdizioni starniere”.

 

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