ROMA – La decadenza di Silvio Berlusconi si voterà il prossimo 27 novembre.L’Aula del Senato ha così confermato il calendario stabilito a maggioranza dalla Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.
M5S e Sel hanno chiesto in Aula di anticipare questo voto ma le loro proposte non sono state approvate dall’Assemblea. In particolare, M5S aveva chiesto di votare oggi sulla decadenza, aggiungendo che, in caso contrario, avrebbe chiesto ad ogni seduta dell’Assemblea la «procedura urgentissima» per l’esame della questione. Sel aveva proposto l’esame della questione la prossima settimana. Domani è convocato il Consiglio di presidenza di Palazzo Madama per esaminare la questione pregiudiziale posta dal Pdl sulla validità della decisione della Giunta delle elezioni a causa delle comunicazioni verso l’esterno fatte da diversi senatori durante i lavori della Giunta stessa.
Intanto Silvio Berlusconi in persona torna a cavalcare l’ipotesi della grazia. Ben lontano dalle polemiche di Palazzo Madama, il Cavaliere sceglie il libro di Bruno Vespa »Sale, zucchero e caffè« per aggiungere un pò di…pepe al dibattito. »Mi dicono che per avere la grazia bisogna aver iniziato a scontare la pena – dice Berlusconi in una intervista a a Vespa – Dunque, sarebbe ancora in tempo«. Nel suo libro, Vespa scrive che non è stata presentata finora alcuna domanda da parte di Berlusconi, della sua famiglia e dei suoi avvocati. Napolitano ricevette riservatamente il 9 agosto Gianni Letta e Franco Coppi, difensore del Cavaliere, per un sondaggio discreto sulla possibilità della grazia. Essi interpretarono positivamente in questo senso un passaggio del messaggio di Napolitano del 13 agosto. Poi, scrive Vespa, il capo dello Stato si sarebbe irrigidito per le dimissioni in massa dei parlamentari di Forza Italia (poi revocate) e da allora non si è più parlato di grazia.