La Consulta dichiara “incostituzionale” il Porcellum

ROMA – Dopo ore e ore di camera di consiglio, la Corte Costituzionale ha deciso di bocciare la legge elettorale portante il nome di Porcellum.

Nel particolare, i giudici hanno dichiarato “la illegittimità costituzionale delle norme della legge elettorale, che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza, sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica, alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera 340 seggi e al Senato il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione”. Inoltre, la Consulta ha dichiarato “la illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali ‘bloccate’, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza”. Le motivazioni della sentenza, informa una nota di Palazzo della Consulta, “saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici. Resta fermo – si aggiunge – che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali”. Dunque, una bocciatura che può aprire diversi scenari e rilancia il dibattito nelle due Camere. Infatti, la decisione della Consulta arriva nel giorno in cui la commissione Affari costituzionali del Senato istituisce un “comitato ristretto” per l’esame della legge elettorale. Questo comitato sarà costituito da un rappresentante di ciascun partito, più i due relatori del testo Doris Lo Moro e Donato Bruno, con diritto di voto. Invece, potranno assistere ai lavori tutti i membri della commissione. I senatori avranno tempo fino alla fine di gennaio per presentare una proposta alla commissione. E dopo la decisione dei giudici della Corte Costituzionale, arrivano a pioggia le reazioni politiche. Partendo dal Cavaliere Berlusconi, il quale nel corso della presentazione del nuovo libro di Vespa, alla domanda se vede possibile una collaborazione elettorale con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, risponde: “Dipende, con il mattarellum è possibile correre da soli”. Reazione a cuore del leader di Sel Nichi Vendola: “E’ un  raggio di sole nel gelo della democrazia, è un atto di giustizia contro quel Porcellum con cui la destra ha offeso l’Italia” . Tutt’altra l’opinione di Roberto Calderoli, esponente leghista e promoter della legge oggi bocciata: “Si è aperto il vaso di pandora. Ora – sostiene – ci saranno una serie di conseguenze da valutare che derivano da questa bocciatura. Potrebbe essere delegittimato il parlamento, potrebbe essere delegittimato il governo sostenuto da questo parlamento delegittimato. E’ delegittimato il Presidente della Repubblica eletto per due volte da un Parlamento eletto con questa legge elettorale”. “E ancora – conclude – è delegittimata la Corte costituzionale che in parte è composta da membri eletti da un Parlamento illegittimo. E’ legittima una sentenza espressa da un organismo che non è legittimato?”. Forza Italia, invece, attraverso le parole di Mariastella Gelmini sostiene che “Se il Porcellum è considerato incostituzionale sia per le liste bloccate sia per l’eccessivo premio di maggioranza, è allora vero che una volta riformata la legge elettorale, e in permanenza di un Parlamento non più legittimato, l’unica decisione costituzionalmente valida che può essere presa dal Capo dello Stato è lo scioglimento delle Camere e il voto anticipato”. 

 


D’altra parte, l’ex segretario democratico Perluigi Bersani è dell’idea che ora “il Parlamento non può scansare il suo dovere” e propone “il doppio turno di collegio” che risponde “perfettamente alle obiezioni della Corte e alle esigenze del Paese”. “Speriamo  -conclude Bersani – di poter convincere chi fin qui ha fatto melina sperando alla fine di tenersi il Porcellum”. Infine, Pier Ferdinando Casini ricorda che “abbiamo lavorato per anni all’introduzione delle preferenze nella legge elettorale, inoltre abbiamo sempre considerato una grave anomalia un premio di maggioranza costruito senza un’adeguata soglia. Oggi non possiamo che considerarci soddisfatti della pronuncia della Corte Costituzionale e invitare  il Parlamento a lavorare subito all’approvazione delle due modifiche”, ribadisce.

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