Legge di Stabilità. Domani il voto tra incertezze e proteste

ROMA – Alle ore 10:30 di domani ci sarà il voto alla Camera per l’approvazione della legge di Stabilità. Un percorso lungo e tortuoso, quello del decreto, che porterà anche il Governo a chiedere la fiducia, in modo da snellire il più possibile l’iter di approvazione dello stesso.

I provvedimenti previsti nel ddl Stabilità sono però molti e investono svariati settori dell’economia italiana. Con questa premessa, non è poi così sorprendente che i dubbi e le contestazioni alla manovra siano arrivati da più parti. Le Legge si compone di oltre 3400 emendamenti.

Ma andiamo con ordine: quali sono le novità principali che la Legge di Stabilità porta con se? Ce ne sono tantissime, a partire dal cuneo fiscale, che sarà finanziato dai proventi della lotta all’evasione e dai risparmi accumulati con la spending review. Anche l’IRPEF subirà sostanziali modifiche con detrazioni più ampie per i redditi sotto i 28000 euro. C’è anche però la rivalutazione delle pensioni, il divieto di pagare le quote d’affitto in contanti e l’imposizione di un tetto di 300000 euro ai vitalizi. Novità anche per le aziende (proroga degli incentivi di un ulteriore anno per le imprese in crisi e obbligo a costituire un fondo di solidarietà con il versamento dello 0,5 % delle retribuzioni all’INPS), per le società sportive e gli atleti (semplificazione per la costruzione di nuovi impianti sportivi e nuova norma antievasione da applicare agli atleti) e per il settore turistico, con la riforma demaniale della spiagge e i finanziamenti per i vaporetti.

 

Diverse però sono le opposizioni che si schierano apertamente contro la legge di stabilità, a partire dal deputato Corsaro di FdI, che definisce la nuova legge di stabilità come “una vecchia finanziaria alla quale si sono assommate cinque o sei leggi-mancia”. Anche il M5S si è detto in disaccordo, asserendo che Letta chiederà la fiducia sulla legge di stabilità “per salvare tutte le marchette e per tutelare le lobby”. Il comunicato congiunto dei portavoce del Movimento aggiunge anche che il governo delle larghe intese ha perso l’occasione di migliorare una manovra che è fondamentale per il paese. Ci ha pensato Dario Franceschini, ministro per i rapporti con il Parlamento, a spiegare le ragioni che spingono il Governo a chiedere la fiducia, definendo “giusta e utile” la riflessione sulla manovra. Franceschini ha poi a sua volta attaccato le opposizioni, ree di aver rifiutato di ridurre le loro proposte di modifica e quindi, di conseguenza, di aver reso impraticabile la strada verso un confronto in aula. Nelle ultime ore tuttavia, le opposizioni si sono dette disposte a valutare il ritiro dei propri emendamenti, a patto che il Governo da parte sua si impegni a ritirare la fiducia.  

Non sono però soltanto i partiti politici a gettare ombre sulla Legge di Stabilita. Anche l’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) guidata dal sindaco di Torino Piero Fassino, ha espresso il suo disaccordo alla manovra, stimando che essa andrà a creare un buco di circa 1,5 miliardi nelle casse dei comuni italiani. Tutto ciò aprirebbe uno scenario nel quale, a detta dell’associazione, i comuni italiani non esiteranno ad adire alle vie legali per far valere i propri diritti.

Non è dello stesso avviso invece Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera, a giudizio del quale la Legge di Stabilità esce rafforzata dagli emendamenti aggiunti. Sono in particolare il fondo per il nucleo fiscale e l’aumento delle borse di studio per i medici specializzandi che a suo giudizio possono essere annoverate tra le novità fondamentali di questa manovra. Manovra che, dopo l’approvazione della Camera, dovrà ovviamente essere vagliata anche dal Senato. La data stabilita dalla conferenza dei capigruppo è stata annunciata dal vicepresidente Maurizio Gasparri ed è quella del 23 dicembre, alle ore 15.

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