Costituzione. Un milione di persone nelle piazze – LE FOTO

ROMA – Per un momento si era temuto che la manifestazione romana indetta per oggi a difesa della Costituzione non fosse particolarmente partecipata.

Almeno questa è stata la prima impressione, mentre si attendeva  la partenza del corteo  da Piazza della Repubblica alla volta di Piazza del Popolo. Ma improvvisamente, come un fiume in piena centinaia di persone hanno iniziato a riversarsi lungo le strade. “Non posso perdere questo  momento così importante per il Paese” ci ha detto un giovane con il fiatone, mentre camminava a passo sostenuto per raggiungere la testa del corteo.
E così è stato. Un tricolore gigante lungo 60 metri ha aperto  un corteo coloratissimo.  “Se non ora quando?”, si è così trasformato in un successo per gli organizzatori, molti dei quali hanno atteso l’arrivo del lungo serpentone in una piazza già affollatissima, quella del Popolo dov’era stato allestito un palco dal quale hanno preso la parola tantissimi esponenti della società civile, dei movimenti, delle associazioni.  Presenti anche la Cgil, il Popolo Viola, l’Anpi, Legambiente, Le agende Rosse, Libera. Insomma una mobilitazione lanciata in 100 città italiane  a difesa e a garanzia della nostra Costituzione Repubblicana, alla quale hanno risposto migliaia di cittadini, tutti uniti da un’unica bandiera: quella tricolore. E’ questa la particolarità dell’iniziativa, perchè in questa moltitudine di volti, di storie, di vite spesso diverse tra loro,  le vecchie e le nuove generazioni si sono incontrate. Hanno camminato una a fianco all’altra sotto la stessa bandiera, nella consapevolezza che gli ideali a cui uno Stato democratico si dovrebbe ispirare, proprio come l’avevano pensato i padri della Carta, sono un bene inalienabile
Dai pensionati fino ai ragazzi ancora addolescenti, un filo sottile  ha unito oggi le loro esistenze e la voglia di non perdere questi principi, scritti con il sangue da chi ha combattuto – spesso perdendo la vita – per realizzare una Carta che ha  un significato preciso: quello di ricostruire dalle macerie della guerra una società più giusta, che – ricordiamo –  tutto il mondo ci invidia.

“Basterebbe avere la consapevolezza che la Carta Costituzionale, per la quale oggi siamo qui, è la semplice garante  di tutti, nessuno escluso. Invece stanno tentando di distruggerla e con essa i nostri diritti”. A pronunciare questa frase non è una bolscevica uscita da chissà quale movimento insurrezionalista, ma di un  ragazzino di appena 15 anni.
E non è da meno Antonio, arzillo pensionato di 84 anni che, accompagnato dal nipote di 20, canta con un filo di voce l’Inno di Mameli. “Non importa se non mi sentono – ci confida – perchè questa canzone la porto dentro il cuore. Io un pezzo di questa storia italiana l’ho vissuta sulla pelle e sinceramente essere qui, oggi,  a distanza di oltre 60 anni, a difendere quello che abbiamo costruito, non me lo sarei mai aspettato”.
Una signora non più giovane mostra orgogliosamente il suo piccolo cartellone, che tiene appeso al collo. Recita: “Se una libera società non può aiutare i molti che sono poveri, non dovrebbe salvare i pochi che sono ricchi”. Una frase emblematica, molto attuale che fu coniata da J.F. Kennedy. E poi ci sono gli insegnanti con i loro piccolo alunni, molti dei quali di un’età tra gli 8 e i dieci anni. “In gioco c’è il loro futuro – ci racconta una docente – . Un avvenire privato dalla conoscenza e dalla cultura. La Gelmini ha fatto un capolavoro distruggendo quel poco che rimaneva”.

“Articolo 3, articolo 3” grida un altro professore di liceo. Precario da 15 anni ci racconta. “Ma dov’è la pari dignità sociale, dov’è l’eguaglianza, dov’è il pieno svilupppo della persona umana.”
Insomma questa è l’Italia, e non una piccola parte. Sono quelli che resistono che vogliono continuare a difendere con i denti non privilegi di casta, ma ciò che fu scritto, o meglio espressione di un modello  socio politico ed economico che riflette la dignità di ognuno di noi. “Una volta – ci racconta un anziano signore – la Costituzione era una delle prime cose che insegnavano nelle aule. E non perchè era solo un obbligo didattico, ma perchè acquisire questi principi avevano l’obiettivo formativo di mantenere inalterate le basi in cui si ispira una società, dando una continuità alle generazioni a venire. Lo stesso futuro che ora ci vogliono negare.”
Intanto dal palco arriva una notizia che fa scattare un applauso da tutti i presenti nella storica piazza del Popolo.  “Nelle piazze italiane sono scese più di un milione di persone”. E chi schiacciato nella folla riesce a farsi uno spazio urlando a squarciagola: “La Costituzione è la bibbia degli italiani”.  Se così fosse non saremmo qui oggi a dover difendere quello che è stato costruito per tutti noi.

 

Foto di Aldo Feroce, Antonio Perrone, Fulvio Lo Cicero

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