Libia. Brega sotto le bombe. Il regime fa scomparire gli oppositori

ROMA – Mentre le diplomazie internazionali continuano a discutere su una probabile No Fly zones riconoscendo di fatto il Consiglio transitorio libico, le truppe di Muammar Gheddafi mostrano il volto di una guerra repressiva che lascia sul campo di battaglia decine di morti.

Oggi è stata la volta della città di Brega, nella Libia orientale, dove si è registrato un massiccio bombardamento da parte delle brigate del rais tanto da provocare la ritirata degli insorti. La televisione di Stato libica continua la sua propaganda  annunciando che la città di Brega è stata  ripulita delle bande armate e, che adesso, i porti petroliferi nel Paese sono  sicuri, ovvero sono di nuovo nelle mani del regime e stanno riprendendo le attività dopo la fine degli  atti di sabotaggio. L’emittente ha addirittura invitato le compagnie petrolifere a tornare a caricare il greggio e i dipendenti degli impianti a tornare al lavoro.
Prosegue l’offensiva anche a Misurata, dove le forze dei rivoltosi continuano faticosamente a mantenere il controllo della città. Al Arabiya ha riferito che alcuni militari di Gheddafi si sono rifiutati di sparare contro un gruppo di civili e sarebbero addirittura passati dalla parte dei ribelli. Tuttavia i violenti scontri si registrano anche a Ras Lanuf, dove le forze fedeli a Gheddafi hanno annunciato di aver ripreso il controllo della situazione, e a 30 chilometri da al-Burayqah.

Resta altissima la tensione anche a Bengasi dove ieri un cameramenn di Al Jazeera è rimasto ucciso in un  agguato. Le brigate del rais stanno aprendo un varco verso la città a colpi di cannone e dalle pochissime informazioni che giungono dal posto si parla dell’ennesima carneficina. Testimoni dalla  Cirenaica riportano episodi allucinanti attuati dal dittatore Gheddafi: ” Donne e bambini usati come scudi umani a Zawiya, autisti dei carri incatenati al mezzo o piloti di aerei privati del paracadute di emergenza, affinchè non scappino per unirsi agli insorti come già hanno fatto alcuni dei loro ex commilitoni.” E non si esclude neppure che Gheddafi possa usare armi chimiche contro il suo popolo.
A questi drammatici fatti si aggiunge la denuncia dell’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch, la quale afferma che le forze di sicurezza libiche stanno arrestando e facendo scomparire gli oppositori di Gheddafi a Tripoli, per evitare qualsiasi possibile manifestazione di protesta nella capitale.
L’occidente ripete che Gheddafi è sempre più isolato, ma la carneficina continua.

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