Berlusconi si appropria delle riforme. Renzi diserta il Congresso di SEL

Il Cavaliere disarciona Renzi: “Non sono sue. Le abbiamo chieste 20 anni fa”

Il Caimano, torna ad esaltare il suo percorso sulle riforme. E su questo, il Segretario del Pd, Renzi dovrebbe prestare molta attenzione, visto che il Cavaliere, se le è intestate, con la possibilità, attenzione, di poter aprire e chiudere il tavolo quando e come vuole. La potenza dei suoi media farebbe la differenza sul Sindaco di Firenze, che, fino ad oggi, ha avuto l’approvazione ‘paterna dell’anziano leader azzurro, ma che potrebbe ricevere in poche ore il benservito e senza giustificato motivo. A parlare sono i fatti. Berlusconi sta blindando il suo partito. Forza Italia è stata praticamente commissariata. I colonnelli sono ormai alle corde, come sempre è stato quando la prospettiva era quella delle elezioni, sia anticipate che no. Non ha alcun significato la nomina dell’ex direttore del Tg 4 al ruolo di Portavoce del partito, in tempi passati, quell’incarico lo avevano ricoperto, ufficialmente ed ufficiosamente, personaggi più o meno noti al mondo della comunicazione e della politica, senza però lasciare tracce significative. Gli unici che hanno dato una mano seria a Silvio Berlusconi, sono stati Gianni Letta e Fedele Confalonieri, che però, hanno sempre mantenuto una posizione riservata, più da Consiglieri del leader, che da protagonisti. Il Caimano, che sente odore di elezioni anticipate (Questo da sempre è stato il suo unico e vero obiettivo ndr) ha compreso, sondaggi alla mano, che non può lasciare terreno aperto a Matteo Renzi. Quanto oggi è stato diffuso da autorevoli Istituti, ci disegna un Paese che approva particamente a maggioranza l’ipotesi di riforma targata Renzi-Berlusconi-Alfano, anche se resta tutta aperta l’incognita preferenze, che una parte molto larga dell’elettorato, tiene ancora in grande cosiderazione. Tornado a Berlusconi, anche oggi ha voluto dire la sua, cercando di separare, e naturalmente a suo favore, il suo ruolo da quello del Sindaco di Firenze: “Non sono le riforme di Renzi, sono le nostre stesse riforme volute fin dalla nostra discesa in campo vent’anni fa”. Berlusconi ha anche affermato che “alcune riforme sono state riforme che avevamo già approvato in Parlamento e che poi la sinistra ha voluto cancellare con un referendum sciagurato”.

Ora, ha aggiunto Berlusconi “speriamo di poter andare avanti sulle riforme e faremo di tutto per non rimanere delusi anche questa volta. Troppe volte la generosità del centro destra è stata ripagata con l’odio politico e l’invidia degli avversari”.  Quanto al Centrosinistra, anche nella giornata di ieri c’è da registrare l’ennesima divaricazione. Matteo Renzi, infatti, ha disertato il Congresso di Sinistra Ecologia e Libertà ed al suo posto ha inviato l’esponente della Segreteria Stefano Bonaccini che ha dovuto subire l’ironia dei Delegati di Sel. Quando è salito sul palco, infatti, dalla platea si è levato il grido ironico dei delegati più giovani: “Bonaccini chi?”. E lui ha risposto scherzosamente: “Non mi dimetto, non vi preoccupate”. Ma è stato proprio nel corso del suo intervento che Bonaccini, ha incassato le maggiori contestazioni, visto che i militanti di Sel, lo hanno interrotto più volte. Anche quando Bonaccini ha ricordato i danni e le vittime del maltempo in Emilia qualcuno in platea gli ha gridato: “buffone”. Sul tema più delicato, poi, quello delle riforme e della legge elettorale, è stato di nuovo interrotto sulla frase “le regole devono essere scritte assieme”. Ed allora l’ironia dei delegati è diventato puro sarcasmo: “Insieme a chi? a Berlusconi?”. A questo punto per placare gli animi è dovuto intervenire Nichi Vendola: “Pur nel dissenso che abbiamo in questo momento verso il leader del Pd dobbiamo ascoltare con rispetto. Non è possibile che voi mi applaudiate quando critico il plebeismo e il primitivismo e poi facciate queste cose”. Va detto, infine, che c’è da registrare, per dovere di cronaca, una minima, ma significativa apertura da parte di Bonaccini sulle soglie di sbarramento: “Non abbiamo preclusioni a modifiche a larga maggioranza, che riguardino anche la soglia di sbarramento”. 

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