Napolitano risponde ai retroscenisti: “Caso Monti? Tutto fumo”

ROMA – Oramai in Italia sembra quasi che dietro a qualsiasi situazione si celino complotti contro qualcuno o per favorire altri. Ora è pacifico che la storia del nostro Paese non sia tra le più limpide e trasparenti degli stati occidentali, ma oggi il retroscenismo sembra sia diventato lo sport più praticato.

Il complotto di oggi, che prende spunto da quanto scritto da Alan Friedman nel suo ultimo libro, è quello che vedrebbe il Presidente della Repubblica Napolitano lavorare alle spalle del Governo Berlusconi per sostituirlo con un Esecutivo di tecnici gradito in Europa, in particolare all’asse franco-tedesco, per far sprofondare l’Italia nell’abisso della recessione e dell’austerità. Bene, lo scenario sembra verosimile e, in effetti, che dietro al Governo Monti ci fosse lo zampone di Napolitano è vero. Ma addirittura che tutto ciò che è avvenuto nel 2011 sia frutto di un complotto dei vertici Europei in combutta col Presidente della Repubblica, sembra un po’ più difficile da digerire; il tutto si basa sull’incontro che Napolitano ebbe con Monti nel 2011. Ed è proprio per questo che il Quirinale prende carta e penna e scrive al Corriere della sera per spiegare come i fatti in realtà siano solo fumo.

“Nessuna difficoltàspiega Napolitano- a ricordare di aver ricevuto nel mio studio il professor Monti più volte nel corso del 2011, e non solo in estate: conoscendolo da molti anni. Monti era inoltre un prezioso punto di riferimento per le sue analisi e i suoi commenti di politica economico-finanziaria sulle colonne del Corriere della Sera. Egli appariva allora – e di certo non solo a me – una risorsa da tener presente e, se necessario, da acquisire al governo del paese”.

“Ma i veri fatti, i soli della storia reale del paese nel 2011, – continua – sono noti e incontrovertibili. Ed essi si riassumono in un sempre più evidente logoramento della maggioranza di governo uscita vincente dalle elezioni del 2008. Basti ricordare innanzitutto la rottura intervenuta tra il PdL e il suo cofondatore, già leader di Alleanza Nazionale, il successivo distacco dal partito di maggioranza di numerosi parlamentari, il manifestarsi di dissensi e tensioni nel governo (tra il Presidente del Consiglio, il ministro dell’economia ed altri ministri), le dure sollecitazioni critiche delle autorità europee verso il governo Berlusconi che culminarono dell’agosto 2011 nella lettera inviata al governo dal Presidente della Banca Centrale Europea Trichet e dal governatore di Bankitalia Draghi”.

“L’8 novembre la Camera respinse il rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato, e la sera stessa il Presidente del Consiglio da me ricevuto al Quirinale convenne sulla necessità di rassegnare il suo mandato una volta approvata in Parlamento la legge di stabilità. Fu nelle consultazioni successive a quelle dimissioni annunciate che potei riscontrare una larga convergenza sul conferimento a Mario Monti – da me già nominato, senza alcuna obiezione, senatore a vita – dell’incarico di formare il nuovo governo. Mi scuso per aver assorbito spazio prezioso sul giornale da lei diretto per richiamare quel che tutti dovrebbero ricordare circa i fatti reali che costituiscono la sostanza della storia di un anno tormentato, mentre le confidenze personali e l’interpretazione che si pretende di darne in termini di “complotto” sono fumo, soltanto fumo”.

In effetti nella ricostruzione che fa il Capo dello Stato sembra difficile trovare la parte nella quale complotta per affondare il Governo Berlusconi. Ma in questo periodo di retroscena e retroscenisti fa comodo pensarlo. Una verità incontrovertibile è che un Governo cade quando non ha più il sostegno della propria maggioranza, e tecnicamente il terzo governo Berlusconi finì proprio per questo.

Condividi sui social

Articoli correlati