ROMA – Con 10 voti a favore e 5 astenuti (Russia, Cina, Brasile, India e Germania) e nessun voto contrario, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato la risoluzione che autorizza l’imposizione di una no fly zone sulla Libia con tutti i mezzi a disposizione, incluso il ricorso all’uso della forza.
La no fly zone dovrebbe consentire la protezione dei civili e già da questa notte potrebbero partire dei raid aerei della Nato contro l’esercito del regime libico, non appena sarà stato ottenuto il via libera dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il colonnello Massimo Panizzi, portavoce della delegazione militare italiana presso la Nato ha fatto sapere in un’intervista rilasciata a Sky Tg12 che la risoluzione sarà esaminata attentamente. “La Nato agirà su un mandato chiarissimo e con il supporto regionale”, – ha detto l’ufficiale, ricordando che l’Alleanza Atlantica sta seguendo con grande attenzione la situazione in Libia sin dalla prima risoluzione 1970 dell’Onu. L’ambasciatrice degli Usa alle Nazioni Unite, Susan Rice, ha sottolineato che il futuro della Libia dovrà essere deciso dal popolo libico, e gli Stati Uniti sono pronti ad aiutarlo.
Appresa la notizia le forze ribelli a Bengasi hanno festeggiato con canti di gioia, ma Muammar Gheddafi ha subito replicato ai rivoltosi durante un’apparizione alla televisione libica: “Stiamo arrivando a Bengasi, arriviamo questa sera e non avremo pietà”.
Nel frattempo il vice-ministro degli esteri libico Khaled Kaaim ha detto in una conferenza stampa a Tripoli che il suo governo è pronto ad osservare un cessate il fuoco ma che resta in attesa di dettagli tecnici dal Consiglio di sicurezza del’Onu. Mussa Ibrahim, un portavoce del governo di Tripoli, ha comunque denunciato che eventuale un intervento militare contro la Libia autorizzato dalle Nazioni Unite sarebbe illegale e immorale.