Dopo l’abolizione delle Province Renzi punta a cancellare il Senato

Ma in entrambi i casi le procedure di riforma hanno tempi diversi dalle volontà del Premier

ROMA – I sondaggi danno al primo posto, con almeno dieci punti percentuali di distacco, variabilmente, sia con i 5 Stelle che con Forza Italia, il partito democratico. Con ogni probabilità, Il Presidente del Consiglio e segretario del Pd, Matteo Renzi, ha ben compreso che partita si sta giocando, ed allora preme sull’acceleratore dell’antipolitica, nel tentativo di disinnescare, l’asse messo in piedi da 5 Stelle e Lega. Va di moda, per altro, non solo l’antipolitica, ma anche e soprattutto l’avversione  nei confronti della moneta unica europea e dell’Ue più in generale. Renzi, sul punto, cerca di ritagliarsi una posizione del tutto autonoma e lo ha fatto anche ieri nel summit con il Presidente americano Obama. Ma prima ancora lo ha fatto, a livello nazionale, incontrando i gruppo parlamentari del Partito Democratico: “Il Pd ha oggi la possibilità di essere l’attore principale che va a scardinare il vecchio sistema. Il grado di consenso nel paese è molto forte. Mentre grillo sta a urlare alla finestra, noi stiamo cambiando il paese davvero. Noi possiamo cambiare il paese non con l’antipolitica, ma con la buona politica. E il Pd oggi è il protagonista di questa fase. Il partito – ha detto ancora Renzi – si doterà venerdì di una struttura che sia in grado di guidare questo momento. C’è una disponibilità vera a confrontarsi su questo. Ci metteremo a testa bassa sul processo delle riforme e sul governo. Perché le riforme sono condizione indispensabile per avere più credibilità in Europa”. Renzi ha anche spiegato che tutte le scelte economiche dipendono dalla capacità di fare le riforme. I tempi rapidi sono, per il premier, precondizione per poter dire che la buona politica cambia le cose. E sul punto Renzi non poteva non affrontare uno dei temi caldi del suo programma di governo. Dopo il successo al Senato sull’abolizione delle Province, Renzi ha lanciato sul tavolo verde delle scommesse, anche il partitone dell’abolizione del Senato. Anche su questo, a meno che non sia posta una nuova questione di fiducia, si aprono polemiche e tensioni nel suo partito. Va detto infatti che Renzi ha minacciato, in caso di mancata abrogazione del ramo parlamentare di Palazzo Madama, la sua rinuncia al ruolo di Premier, ma allo stesso tempo, senatori di lungo corso come Walter Tocci hanno espresso apertamente la propria contrarietà alla proposta del governo: “Non si può accettare che il presidente del Consiglio dica o si fa la riforma del Senato o me ne vado. Le riforme istituzionali non possono essere oggetto di ricatto”. Su questi ed altri punti, va detto, infine, che il percorso parlamentare ha tempi decisamente diversi da quelli che vuole imporre l’ex Sindaco di Firenze, ed attuale inquilino di Palazzo Chigi.

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