Arrestato per estorsione Nicola Cosentino, ex parlamentare del Pdl

ROMA – L’ex parlamentare del Pdl Nicola Cosentino, ex deputato del Pdl, è stato arrestato stamattina dai carabinieri di Caserta nell’ambito di un’inchiesta relativa alla vendita di carburanti. Arrestate anche altre cinque persone, tra queste due fratelli di Cosentino, mentre altre sette finiscono agli arresti domiciliari. Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione, concussione, illecita concorrenza o minaccia, favoreggiamento, riciclaggio con l’aggravante del metodo mafioso. 

La Procura di Napoli dopo l’arresto di Cosentino ha inviato un dettagliato comunicato stampa che ricostruisce la vicenda.  Nelle prime ore della mattinata odierna, si legge, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata da questa Procura della Repubblica, i Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Caserta hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di sei indagati e degli arresti domiciliari nei confronti di altri sette, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione (art. 629 c.p.), concussione (art. 317 c.p.), illecita concorrenza con violenza o minaccia (art. 513 bis c.p.), calunnia (art. 368 bis c.p.), favoreggiamento personale (art. 378 c.p.), riciclaggio (art. 648 bis c.p.), con l’aggravante del metodo mafioso (art. 7 L. 203/91). 

Le persone tratte in arresto si identificano in Cosentino Giovanni, Cosentino Nicola, Cosentino Antonio„ Falconetti Vincenzo, Letizia Giacomo, Schiavone Vincenzo, tutti funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune di Casal di Principe, Letizia Luigi, funzionario della Regione Campania, Adamiano Giovanni, Sorrentino Bruno, dipendenti della Kuwait Petroleum Italia, Zagaria Pasquale, Zagaria Antonio, Sagliocchi Michele Patrizio.  L’indagine, svolta dal 2011 ad oggi, ha consentito di ricostruire l’illecita attività di gestione di impianti di distribuzione carburanti svolta dalle società «Aversana Petroli», «Aversana Gas» e «IP Service», cui sono interessati, Antonio, Giovanni e Nicola Cosentino. Gli indagati, con il concorso di dirigenti pubblici, funzionari Regionali e del Comune di Casal di Principe, nonché con la complicità di funzionari della società petrolifera Kuwait Petroleum Italia (Q8), due dei quali destinatari del provvedimento cautelare, si assicuravano il rapido rilascio di permessi e licenze per la costruzione degli impianti, anche in presenza di cause ostative. 

Gli stessi, attraverso un sistema di coercizioni in danno di amministratori e funzionari pubblici locali, costringevano le Pubbliche Amministrazioni competenti (Comune di Casal di Principe e Regione Campania) ad adottare atti amministrativi illegittimi per impedire o rallentare la creazione di altri impianti da parte di società concorrenti. Di estrema importanza, al fine della compiuta ricostruzione dei fatti, é stata la collaborazione della parte offesa Luigi Gallo, titolare di una stazione di servizio in corso di costruzione in Villa di Briano, le cui dichiarazioni accusatorie hanno trovato ampi e significativi riscontri nelle investigazioni svolte dalla polizia giudiziaria.

La vicenda, tuttavia, ha formato oggetto anche di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, l’approfondimento delle quali ha richiesto accertamenti particolarmente complessi che, partendo dall’acquisizione della copiosa documentazione riguardante l’apertura di due impianti di distribuzione, sia presso il Comune di Casal di Principe (per quanto attiene i Cosentino) che presso il Comune di Villa di Briano (per quanto riguarda il Gallo) sono proseguiti con attività d’intercettazione e di escussione sia della parte offesa che di coloro che, a vario titolo, avevano preso parte alle attività istruttorie relative al rilascio delle autorizzazioni richieste dal Gallo e dai Cosentino.

Il nucleo essenziale della vicenda (integrante delitti di estorsione e di concorrenza illecita) ruota intorno alla pratica di autorizzazione, ottenuta da Gallo Luigi dal Comune di Villa di Briano, alla apertura di un impianto di carburanti, autorizzazione che di fatto paralizzava la possibilità per i fratelli Cosentino di averne una analoga dal confinante Comune di Casal di Principe per ragioni legate alla mancanza della distanza minima di 5 km richiesta dalla normativa dell’epoca. 

Antonio, Giovanni e Nicola Cosentino istigavano, allora, Falconetti Vincenzo e Schiavone Vincenzo, dirigenti dell’UTC di Casal di Principe a rilasciare comunque ed illecitamente all’Agip Petroli (società partner dei Cosentino ai quali in seguito avrebbe ceduto l’impianto e volturato le licenze) un’autorizzazione edilizia (le successive varianti in corso d’opera e l’autorizzazione all’esercizio dell’impianto) con palesi vizi di legittimità ed in mancanza dei principali pareri previsti dalla legge (VV.FF., ANAS), al fine di indurre il Gallo a recedere dalla sua iniziativa imprenditoriale.

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