Dia, Dell’Utri è latitante. Il comunicato dell’ex senatore,”mi sto curando all’estero”

ROMA – A quattro giorni dall’udienza della Cassazione che martedì dovrà pronunciarsi sulla condanna per concorso in associazione mafiosa, l’ex senatore del Pdl Marcello Dell’Utri è ricercato. Come confermano fonti giudiziarie di Palermo. Un ordine di custodia è stato consegnato mercoledì mattina dalla Corte d’appello a un funzionario della Squadra mobile di Palermo, che ha trasmesso tutto a Milano.

Ma Marcello Dell’Utri non si trova e il pericolo di fuga ipotizzato dalla Procura generale si sarebbe dunque concretizzato. Dell’Utri non è stato rintracciato e dove sia non si sa. Di certo c’è che in un’intercettazione ambientale dell’8 novembre scorso, eseguita su ordine della Procura di Roma nell’ambito di un’altra indagine, il gemello di Dell’Utri, Alberto, faceva riferimento al possibile espatrio del fratello in Guinea-Bissau o in Libano e il suo interlocutore, il ristoratore romano Vincenzo Mancuso, dava consigli anche sugli itinerari da seguire, sconsigliando l’aereo.   

Irreperibile

L’ex senatore Marcello Dell’Utri, «non rintracciato in alcuno dei luoghi ispezionati, al momento risulta irreperibile. La Corte d’Appello ricevuti i verbali di vane ricerche ne ha dichiarato lo stato di latitanza». Lo ufficializza in una nota la Direzione investigativa antimafia, ricordando che «in data 8 aprile 2014, a seguito di ordinanza di custodia cautelare in carcere della Corte d’Appello di Palermo – III Sezione Penale – su richiesta della locale Procura Generale, nei confronti di Dell’Utri è stato delegato il Centro operativo Dia di Palermo per l’immediata esecuzione».  «Il provvedimento – spiega la Dia – è scaturito da attività d’indagine della Dia, che ha consentito l’acquisizione di riscontri ed elementi investigativi, permettendo all’autorità giudiziaria di ritenere sussistente un grave e concreto pericolo di fuga dell’imputato, in previsione della sentenza definitiva che la Suprema Corte di Cassazione emetterà presumibilmente nell’udienza fissata per il prossimo 15 aprile». 

«Nella medesima giornata dell’8 aprile – prosegue la Direzione investigativa antimafia – è stato immediatamente attivato personale dei Centri Operativi Dia sul territorio nazionale, che contestualmente, si è recato presso ogni recapito conosciuto di Dell’Utri e dei propri familiari, per procedere al suo arresto. La Direzione investigativa antimafia sta svolgendo tutti gli approfondimenti investigativi necessari alla localizzazione del Dell’Utri, in ambito nazionale ed internazionale, in considerazione, altresì, del fatto che la già avviata attività di indagine poteva far ritenere l’irreperibilità dell’ex senatore, in Italia, sin dalla seconda metà dello scorso mese di marzo», conclude la Dia.

La Dia, con una nota del 7 aprile scorso, comunicava alla Procura generale che una «utenza mobile intestata a Marcello Dell’Utri è stata localizzata proprio nelle vicinanze di Beirut il 3 aprile 2014».  Dunque Dell’Utri sarebbe andato effettivamente in Libano. Ma alla domanda su dove si trovi l’ex senatore, nel corso di un’intervista a ‘Effetto Giorno’, su Radio24 l’avvocato di Marcello Dell’Utri, Pino Di Peri, ha risposto: «Questo lo sa soltanto lui». L’avvocato ha inoltre affermato che «dell’Utri ha dei problemi di salute che sta curando. Recentemente è andato in Francia per avere contatti con presidi ospedalieri che si occupano della materia cardiologica. È tornato dalla Francia. Penso che quando ci sarà la Cassazione opererà una riflessione su quello che dovrà fare».  L’avvocato  ha poi aggiunto che lo ha «incontrato a Milano due o tre settimane fa, poi non l’ho visto più». 

Nel frattempo la notizia relativa alla sua fuga in Libano è stata smentita dall’’Ansa che ha citato fonti ben informate a Beirut e altre collegate alle autorità che controllano il traffico in entrata e in uscita dell’aeroporto internazionale della capitale libanese.

Richiesta di cattura internazionale

La procura generale  farà nelle prossime ore una richiesta di cattura internazionale attivando anche l’Interpol per riuscire a trovare l’ex politico, in attesa della sentenza definitiva della Cassazione.

Sel e M5S chiedono le dimissioni di Alfano

«Il ministro Alfano si deve dimettere.  La fuga di Marcello Dell’Utri, alla vigilia di una sentenza che probabilmente renderà definitiva la sua condanna per concorso in associazione mafiosa, era prevedibile e il titolare del Viminale avrebbe dovuto porre in essere tutti gli strumenti operativi per prevenire, ed evitare, questa fuga». Lo ha affermato in una nota il deputato di Sel Claudio Fava, vicepresidente della commissione Antimafia. Secondo Fava «l’inadeguatezza di Alfano confermata da questo gravissimo episodio, si aggiunge alle sue responsabilità in occasione del sequestro della signora Shalabayeva e di sua figlia, avvenuta sotto lo sguardo inerte e reticente dell’intero gabinetto del ministro dell’Interno».

Dello stesso avviso il M5S che sostiene che le dimissioni di Alfano debbano essere ‘immediate’. In una nota il movimento dichiara: «Non possiamo che augurare buona latitanza a Marcello Dell`Utri, amico fraterno di Berlusconi e del Pd e chiedere le dimissioni di Angelino Alfano, che fa arrestare e trasferire in Kazakistan una donna e una bambina  perseguitate da quel regime ma lascia fuggire i condannati per mafia». Per il M5S si tratterebbe dunque di una fuga preannunciata, tanto più che già un anno fa il movimento aveva chiesto il ritiro del passaporto diplomatico dell’ex senatore.

Civati: Alfano chiarisca in Aula

Alcuni esponenti del Pd, Pippo Civati, Davide Mattiello e Luca Pastorino, hanno chiesto che Alfano chiarisca in Aula la vicenda Dell’Utri. Ma, soprattutto,  che faccia la sua parte per assicurarlo alla custodia cautelare, come ordinato dalla Corte d’Appello di Palermo, su richiesta della Procura Generale. «Il rischio che Dell’Utri potesse fuggire prima della sentenza definitiva della Cassazione, attesa per il 15 Aprile – hanno ricordato – era stato denunciato adeguatamente. Perché non sono stati presi provvedimenti coerenti? La credibilità dello Stato subirebbe un altro colpo grave se dovesse essere confermata la fuga di Dell’Utri. Nessuno potrebbe credere all’incidente, nessuno potrebbe invocare la fatalità. Ci auguriamo che tutto possa essere risolto positivamente».

Il comunicato di Dell’Utri:  “mi sto curando all’estero, non fuggirò” 

In tutto questo marasma arriva intanto un comunicato di Dell’Utri, diffuso dal suo avvocato, Giuseppe Peri nel quale l’ex senatore dichiara: «In merito alle notizie stampa e alle diverse interpretazioni circa la mia ‘irreperibilita’» tengo innanzitutto a precisare che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria – per cui tra l’altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica – sto effettuando ulteriori esami e controlli«. »Apprendo della aberrante richiesta di preventiva custodia cautelare mentre mi trovo già all’estero per il periodo di cura e riposo«, sostiene l’ex senatore del Pdl, che prosegue: »Rimango tuttavia in attesa fiduciosa del risultato che esprimerà la Massima Corte che ha già rilevato incongruenze e ‘fumus’ nella prima sentenza di appello, annullandola conseguentemente. Mi auguro quindi che un processo ventennale – per il quale ritengo di avere già scontato una grave pena – si possa concludere definitivamente e positivamente«.

La Farnesina: mai rilasciato passaporto diplomatico a Dell’Utri

Intanto il Ministero degli Esteri, ha smentito la notizia diffusasi secondo la quale l’ex senatore di Forza Italia avrebbe due passaporti diplomatici. La Farnesina ha precisato in una nota di non avere mai rilasciato alcun passaporto diplomatico all’ex senatore Marcello Dell’Utri. “A Dell’Utri è stato concesso un passaporto di servizio – previa acquisizione del necessario nulla osta della Questura competente – prima in qualità di deputato dal 24.1.1997 al 9.5.2001 e in seguito di senatore della Repubblica dal 24.1.2002 al 29.5.2006, poi rinnovato il 21.12.2006 e valido fino al 28.4.2011. Da ultimo – conclude la nota- ha ottenuto un passaporto di servizio in data 14.6.2012 con scadenza 28.4.2013, in quanto nuovamente eletto senatore nella XVI legislatura. Quest’ultimo documento è scaduto e non è rinnovabile”.

 

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