E’ tornato il vecchio, caro Berlusconi: “Contro di me sentenza mostruosa”

 

Rodotà plaude a Napolitano: “Ha rimesso nel giusto binario la discussione sulle riforme”. Aperto un nuovo fronte dopo la proposta di legge formulata da Vannino Chiti

 

ROMA – E’ tornato. Era impossibile non tenerne conto. Era impossibile credere, che alla vigilia di una campagna elettorale che potrebbe devastare con il voto degli italiani, il suo partito, che abbandonasse il vecchio clichè, i vecchi tempi che lo hanno reso praticamente quasi invincibile dentro le urne. Era impossibile credere in un suo ravvedimento ed era altrettanto impossibile aver fiducia nel suo fine carriere politica. Sarebbe bastato pensare a quel nome, bene in rilievo sotto la scritta Forza Italia, per fare delle considerazioni che purtroppo oggi siamo costretti ancora una volta a fare. Sembrava impossibile ed infatti così non è stato. L’ex Cavaliere, ignorando i consigli dei suoi avvocati, ha pensato bene, nella disperazione che segue alla lettura mattutina dei sondaggi sul suo partiti personale, di prendere la rincorsa e picchiare ancora una volta la testa contro i magistrati che lo hanno giudicato e condannato. Doveva essere un argomento chiuso, anche alla luce della sentenza che lo vedrebbe affidato in prova ai servizi sociali, ma così non è stato. Ancora una volta l’ex Premier, ex Cavaliere, e leader di quello che probabilmente sarà solo il terzo partito italiano ha sparato al alzo zero contro la magistratura comunista e contro la sinistra, quella rappresentata oggi dal Premier Matteo Renzi, con cui ha siglato un patto che dovrebbe portare alla riforma del sistema istituzionale italiano.

Non si illuda Renzi, se Berlusconi ed il suo ormai goffo partito, scenderà, come sembra sotto il 19%, alcuni sondaggisti lo stimano nettamente al di sotto di queste percentuali, tutto sarà rimesso in discussione. I falchi che fino ad oggi, su ordine del Capo, hanno mantenuto un rigoroso silenzio sull’argomento, torneranno ad agitarsi e reclameranno la ‘giusta rottura’ che manderebbe a carte quarantotto le riforme condivise. E’ vero che Renzi, potenzialmente avrebbe la possibilità di contare su almeno tre maggioranza, ma è anche vero che due delle tre sulla cancellazione del Senato, non troverebbero la quadra ed allora tutto dovrebbe ripartire da capo. Tornado a Berlusconi ecco cosa ha detto, assumendosi un serio rischio sulla possibilità di continuare la prova ai servizi sociali. Per lui la condanna che lo ha portato a tutto questo è frutto di “una sentenza mostruosa che gli impedirà di candidarsi alle Europee” Poi però ha precisato e puntualizzato: nella scheda elettorale ci sarà il suo nome, garanzia che è ancora in campo. L’intervista, o meglio il monologo è stata ‘concessa’ al Tg5. L’ex Cavaliere ha poi pensato bene di dare un colpo al cerchio ( i magistrati che lo hanno condanna ndr) e uno alla botte ( i magistrati che lo hanno affidato ai servizi sociali ndr) assicurando di non essere affatto dispiaciuto dell’incarico nella residenza degli anziani: “ho sempre cercato di aiutare chi aveva bisogno”. Poi la previsione sul futuro elettorale del Paese: “tempo un anno, un anno e mezzo, e si tornerà alle urne, per le elezioni politiche”. Ma quella del sabato santo è stata la giornata anche delle riflessioni sulla lettera inviata dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano al Corriere della Sera. Sul punto, sempre dallo stesso quotidiano, arriva la presa di posizione di Stefano Rodotà, che ha molto apprezzato alcuni passaggio della missiva che tratta di riforme. Per il costituzionalista, le parole di Napolitano “sono obiettivamente molto importanti dal punto di vista istituzionale. Lo sono perché rimettono sui giusti binari una discussione sulle riforme in vista dei mesi impegnativi che abbiamo davanti”. Poi l’affondo: “Se devo essere sincero, in primo luogo questo messaggio dovrebbe essere raccolto dal Presidente del Consiglio. L’indicazione di Napolitano vale per la politica e non è una concessione fatta ai professori”. Rodotà, per altro motiva pure, con intelligenza, il perché dovrebbe essere necessaria una discussione anche dura sulla materia: “Rilevante quanto dice Napolitano. Stiamo toccando un terzo degli Articoli della Costituzione e il cambiamento può portare a un mutamento della forma di Governo. Una discussione di questa portata non si può incardinare solo su un largo consenso parlamentare, ma esige una discussione, aperta, franca, tenendo conto anche delle critiche più incisive e dure. Ecco, in un clima in cui la parola ‘conservatori’ è rivolta a noi professori come un passepartout per non discutere, l’apertura di Napolitano è in controtendenza”. Poi sollecitato da Dino Martirano sulla riforma del Senato, Rodotà è sferzante: “E’ possibile, come ha notato Andrea Manzella, che il Senato abbia la possibilità di intervenire sulle leggi sostituzionali, senza avere rappresentanza nella nazione? Ecco, bisogna fare attenzione alla grammatica costituzionale”. Queste considerazioni, quasi certamente apriranno una nuova breccia nel patto Renzi-Berlusconi, una breccia che segue a quella già aperta da Vannino Chiti e dalla sua proposta di riforma. Ora bisognerà, come detto, il risultato delle elezioni europee, che potrebbe rivelarsi decisivo per il ravvedimento ‘radicale’ dell’ex Cavaliere e oggi, ci sono state le prima prove generali.

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