Lampedusa. Berlusconi fantastica e promette: “entro 48 ore, via tutti i migranti”

AGRIGENTO –  Evidentemente questa settimana il premier è in gran forma. Dopo la performance di lunedì in tribunale, anche oggi, sulla piccola e stremata isola siciliana, ha dato una grande prova d’attore e soprattutto d’autore: degno dei suoi spettacoli migliori, infatti, il copione che ha recitato a beneficio del pubblico presente. Che, diciamo subito, ha gradito.

Davanti al municipio del comune, il presidente del Consiglio ha indossato l’appariscente costume del venditore di sogni: “I migranti saranno portati in altre Regioni d’Italia entro due giorni, due giorni e mezzo. Fra 48-60 ore Lampedusa sarà abitata solo dai lampedusani. Ho il vezzo e l’abitudine di risolvere i problemi, e fino a ieri sera non avevo una soluzione chiara. Ora, dopo consultazioni con diversi ministri e con le autorità delle Tunisia, abbiamo un piano che è scattato ieri a mezzanotte”.
L’interpretazione continua con efficacia: “Stiamo trattando perché arrivi a Lampedusa una settima nave passeggeri (per ora ne sono previste in totale 6, ndr). Libereremo il centro di prima accoglienza. Una nave resterà nel porto per eventuali nuovi arrivi da dislocare in altre situazioni”.
Altre battute fulminanti: “Da stamattina sono sull’isola 140 uomini per la pulizia dell’isola che verrà riportata nelle condizioni normali”. “Stanotte abbiamo messo nero su bianco l’impegno del Governo: Lampedusa ha servizi carenti, per i quali abbiamo stanziato la cifra necessaria, compreso gli interventi di viabilità. Scatterà anche un piano di promozione straordinaria su Rai e Mediaset delle fantastiche bellezze di Lampedusa, affinché gli italiani arrivino qui nel vostro paradiso”.
In veste di incantatore, un suo vecchio cavallo di battaglia: “Inoltreremo all’Europa una richiesta di rendere l’isola una zona franca”.
E ancora: “L’isola è la frontiera fra civiltà senza democrazia e benessere e l’Occidente. Ecco perché ha dovuto sopportare molti disagi da molti anni ed ecco perché il governo porrà la candidatura di Lampedusa a Nobel per la pace”.
Berlusconi nel suo storico personaggio di ammaliatore si trova a suo agio, e ne dà prova ulteriore parlando del ‘piano colore’ da attivare a Lampedusa:  “vorrei che l’isola avesse i colori di Portofino. Venendo qui  ho visto un degrado significativo: muri scrostati e niente verde, al contrario della verdissima isola qui accanto, Linosa”. “Un piano colore – continua – l’ho già realizzato in un paese della Lombardia e per Lampedusa propongo lo stesso modello, arredando le strade con adeguata illuminazione e con ciottolo. E’ necessario anche un piano di rimboschimento”.

E ovviamente, come in ogni spettacolo teatrale di successo, il gran finale: “Per garantire che tutto quello che ho detto non resti promessa, devo diventare lampedusano anch’io: ho scovato su internet una casa bellissima e l’ho comprata. Quindi ora avete nel Governo un imprenditore lampedusano. Domani scriveranno di nuovo del mio conflitto di inetressi: benissimo, curerò i vostri, anzi, i nostri interessi!”
E giù applausi. Che Berlusconi mantenga o meno le promesse fatte, bisogna ammettere che il suo one man show ha ottenuto almeno un effetto: regalare ai lampedusani un po’di sano svago. E anche un po’ di speranza, che in questo momento difficile non guasta. Si spera che questa speranza non diventi in futuro come quella dei napoletani affogati nei rifiuti. Vana.

Due note a margine sullo show del premier. Per questa mattina era stato convocato il consiglio dei Ministri. Poi la decisione improvvisa di farlo slittare a giovedì: Berlusconi va a Lampedusa. Nelle ultime 24 ore, causa forte maestrale e mare mosso, nessuna nave ha potuto salpare dalle coste tunisine. Che il premier abbia deciso di cogliere la palla al balzo e approfittare di una giornata senza sbarchi? Se fosse vero, a Cesare quel che è di Cesare: chapeau. Senz’ironia. La politica oggi è fatta anche di questo.
Altra nota. Pare ci sia stato un solo segnale di insofferenza oggi sull’isola: un cartello con una scritta polemica, che però è stato tolto prima che il presidente arrivasse in municipio. C’era scritto: “Berlusconi fora dai ball”. Per tempismo e pertinenza, onestamente, a prescindere dal credo politico: chapeau.

La situazione nell’isola. Come detto, nelle ultime ore non ci sono stati sbarchi. I migranti presenti al momento sono circa 6.200. Ieri il sindaco ha fatto notare come non sia possibile sfamarli tutti: al momento, si è in grado di dare un pasto solo a 4.000 persone. Qualche affamato va in giro a chiedere da mangiare agli abitanti, che, si ricorda, sono adesso, rispetto agli stranieri, in numero inferiore (5.000).

Al momento due navi sono a disposizione dell’isola: la San Marco, della Marina militare, è in rada dalle 6 della mattina; mentre la Catania, della Grimaldi, è nelle vicinanze di Cala Pisana. A breve, nel tardo pomeriggio, dovrebbero arrivare altre tre navi passeggeri. Quindi stasera l’isola è previsto possa contare su un totale di 5 navi.
Dove vadano poi queste navi non è dato ancora sapere.
Al momento sembra sfumata l’ipotesi di rimpatri forzosi. Si tratta con Tunisi per permettere di inviare almeno una nave con 1000 persone a bordo.
Dunque il piano attuale consiste nel trasferire quanti più migranti possibili nelle tendopoli allestite nelle ultime ore in giro per l’Italia, che a breve dovrebbero essere 13. A rendere più complicata l’operazione, la difficoltà nel decidere come definire queste strutture: Cie (centri di identificazione ed esplusione), Cpa (centri di prima accoglienza) oppure Cara (centri di accoglienza per richiedenti asilo). La scelta del ‘nome’ è determinante per tranquillizzare le comunità locali sul grado di precarietà di queste tendopoli.

Altri migranti, invece, sono sulla via della frontiera, in particolare francese o tedesca. Il problema, soprattutto lungo il confine francese, è che i cugini respingono. Una volta arrivati a Ventimiglia, i migranti che vogliono andare in Francia sono rispediti al mittente. Cioè l’Italia.
Ieri Maroni aveva attaccato l’Europa, accusandola di non aiutare e di pensare che il problema sia solo italiano. Oggi è arrivata la risposta da parte dell’Unione Europea: “sono stati messi a disposizione dell’Italia circa 18 milioni di euro nel 2010-2011 per i rimpatri degli immigranti”. Evidentemente, ci saranno nuove puntate prossimamente.

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