Berlusconi: “Maggioranza a 330 deputati”. Alfano: “Riforma della giustizia con la piazza”

ROMA – Silvio Berlusconi annuncia che la sua coalizione è vicina al raggiungimento dell’obiettivo dei 330 deputati. La sua campagna acquisti avrebbe condotto altre acquisizioni, secondo quanto ha dichiarato oggi. La sua intenzione è sempre quella di portare a termine la legislatura, conferma il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, a condizione che crescano i numeri: pratica affidata a Denis Verdini e Daniela Santanchè, che lavorano alacremente sul dossier. Le bocche restano cucite, ma i boatos di Montecitorio parlano di Idv, Udc e forse Fli come bacini in cui pescare.

Intanto però il premier deve rasserenare quelli che nella maggioranza sono già entrati. Oggi ha incontrato Domenico Scilipoti (che ha detto di non essere disponibile ad accettare posti di governo), poi Silvano Moffa, Andrea Augello, Pina Castiello e Pasquale Viespoli. Tutti giurano che non si è parlato di rimpasto. Del resto dall’entourage berlusconiano si dà per scontato che il Cavaliere non affronterà lo spinoso nodo proprio in una settimana cruciale per la maggioranza con il processo breve e il conflitto di attribuzione in Aula. «Il problema è che siamo sotto continuo ricatto», confida però un dirigente del Pdl, secondo il quale il rischio che si vada sotto è serio. Ecco perchè Berlusconi con tutti gli interlocutori si è raccomandato: dobbiamo serrare i ranghi in vista di appuntamenti fondamentali per il governo. La parola d’ordine è concentrarsi sui problemi concreti, dall’emergenza immigrazione, ai provvedimenti in aula, senza prestare il fianco a giochi di palazzo che, a detta del premier, sono sempre dietro l’angolo. Anche ai livelli più alti. In questo contesto, almeno nel suo entourage, si sottolinea come le parole del presidente della Ferrari siano arrivate proprio nel giorno in cui il terzo polo è tornato ad invocare le elezioni anticipate. E nessuno a palazzo Grazioli crede si tratti di una semplice coincidenza. Insomma, per il Cavaliere il momento è delicato e il premier vede come fumo negli occhi personalismi e divisioni. Se non siamo compatti il rischio è di andare a casa tutti, è il messaggio che recapita il premier.

ALFANO: “CI SOSTERRÁ LA PIAZZA”. «Ci batteremo per far passare la riforma della giustizia nelle piazze». Lo ha detto il ministro Angelino Alfano parlando di giustizia al convegno di Rete Italia a Riva del Garda. «Sarà necessario l’impegno di un grande partito come il nostro, guidato da Berlusconi» ha aggiunto producendo un qualche brivido negli astanti e negli italiani tutti, visto gli oltre dodici anni di potere gestiti dal premier per risolvere esclusivamente i suoi guai giudiziari. Ma per Alfano quella che è stata presentata con il suo nome sarebbe una “riforma” della giustizia a tutti gli effetti. «L’ultima teoria sulla riforma della giustizia è che non va bene, perché noi siamo brutti e cattivi. Nel provvedimento ci sono cose che aveva proposto anche la bicamerale di D’Alema, nel frattempo il malato giustizia si è aggravato, però loro ci dicono di no a prescindere, perché non condividono il proponente. In sostanza, la sinistra ci dice che non sono pronti a fare il bene dell’Italia, pur di fare il male di Berlusconi».

IDV: “RIFORMA INDECENTE DELLA GIUSTIZIA”. «Quella che Alfano definisce riforma della giustizia è solo una proposta indecente. È talmente evidente che il cosiddetto processo breve è l’ennesimo colpo alla giustizia, che il ministro farebbe bene quanto meno ad evitare di richiamarsi ai padri costituenti, che avevano come premessa al loro agire principi etici ben saldi, l’esatto opposto di ciò che fa questo governo. Un esecutivo alla continua ricerca di un modo per salvare il suo premier, entrato in politica esclusivamente allo scopo di difendersi dalla giustizia, dovrebbe semplicemente capire che è arrivato il momento di andare a casa». Lo dice in una nota il vice capogruppo Idv alla Camera, Antonio Borghesi.

BERSANI: “GOVERNO NON C’É”. «Berlusconi potrà comprare uno due parlamentari ma tutti vedono che non c’è il governo, da mesi non fanno nulla. Berlusconi confonde la governabilità con la sua sopravvivenza. Qualsiasi cosa è meglio di questa situazione, compreso il voto anticipato». Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, al termine del seminario dei Democratici sul partito, torna a ipotizzare le urne.  Rispetto a chi anche nel Pd, come Walter Veltroni ipotizza soluzioni diverse dal voto anticipato come il governo di transizione, Bersani sostiene che «non siamo preclusi a niente». «Noto solo che dopo la nostra proposta di governo di transizione – sostiene Bersani – sono arrivati i responsabili che hanno in mano la situazione. Per questo, per non stare dove siamo l’ipotesi è solo quella delle elezioni anticipate che sono meglio di questa situazione.

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