Berlusconi. Prove tecniche di eversione davanti al tribunale di Milano

Mentre fa scena muta davanti ai magistrati, Berlusconi arringa la folla all’uscita del tribunale e a chi glielo fa notare non fornisce risposta. Prova a trasformare i suoi processi in uno scontro all’ultimo sangue con i giudici

MILANO -Comizio tecnicamente eversivo del premier Silvio Berlusconi all’uscita del tribunale di Milano dove si è svolta l’udienza per i diritti Mediaset. Berlusconi sta cercando di sfruttare i suoi guai giudiziari per arringare le folle contro i giudici, sostenuto ovviamente dal suo impero televisivo. «Ho passato una mattinata surreale ai limiti dell’inverosimile, una perdita di tempo paradossale con un dispendio di risorse generali che grida vendetta» ha dichiarato. «Tutto – ha aggiunto – è sul nulla perché non c’è una prova non c’è un documento e una testimonianza di un passaggio di denaro a sostegno delle tesi del pubblico ministero che sono solo frutto della sua fantasia».

Anche oggi, di fronte all’entrate principale del palazzo di giustizia di Milano, in corso di Porta Vittoria, è stata lotta verbale tra i fans di Silvio Berlusconi e suoi contestatori. I sostenitori del premier si sono ritrovati al gazebo che ormai da qualche settimana si trova davanti al palazzo mentre i contestatori di Berlusconi si sono trovati sul marciapiede di fronte, più vicino al Palagiustizia. Tra le due fazione c’è stato lo scambio di qualche insulto.

Silvio Berlusconi, parlando coi cronisti, ha spiegato perchè secondo lui le intercettazioni telefoniche «sono assolutamente manipolabili» e non possono dunque essere usate come prova nei processi «in un paese serio». «Basta che uno tagli una frase – ha spiegato il presidente del Consiglio – e sembra che il resto sia corretto». Le intercettazioni per il premier «non hanno nessuna affidabilità» perchè «sono imitabili le voci e col computer si possono prendere le singole parole e comporle». A un giornalista che gli chiedeva se stesse dicendo che la Procura ha commesso irregolarità con le intercettazioni, Berlusconi ha risposto: «Non sto dicendo questo, non dico assolutamente che questo sia successo, sto affermando che in un paese civile le intercettazioni telefoniche non possono essere portate in processo come prova, perchè sono assolutamente manipolabili». A un’altra domanda su alcune conversazioni dell’inchiesta sul caso Ruby che sembrerebbero relative ad una linea concordata per gli interrogatori difensivi, Berlusconi ha replicato: «Non ci sono, nemmeno per sogno, non esistono». «Quando si parla al telefono sul far della notte si è più in una zona onirica che nella zona della realtà». Lo ha detto Silvio Berlusconi, parlando coi cronisti, facendo riferimento all’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche. «Ciò che si dice al telefono – ha spiegato il premier – in un paese libero e democratico è inviolabile». In un paese serio, ha concluso il premier, «le intercettazioni non vengono utilizzate, nè tantomeno pubblicate sui giornali». Il giornalista di “Repubblica” Giuseppe D’Avanzo, a questo punto, giustamente gli ha chiesto come mai si sia limitato davanti ai magistrati ad optare per la facoltà di non rispondere mentre poi ha arringato la folla e i giornalisti sul piazzale davanti al tribunale. Il premier, dopo averlo definito “Mister Stalin” non ha risposto alla domanda.

Enrico Letta (Pd): Comizio eversivo

Quello di questa mattina davanti a Palazzo di Giustizia è stato «un comiziaccio al limite dell’eversione del presidente del Consiglio». Ne è convinto Enrico Letta, oggi a Milano per la presentazione della lista dei candidati del Pd al Consiglio Comunale. «Berlusconi è andato oltre i limiti proprio nel giorno in cui l’Italia chiede solidarietà all’Europa e lo trovo contraddittorio, ecco perchè – ha proseguito Letta – il mio giudizio è duro e negativo e faccio un appello al centrodestra, che ha vinto le elezioni e ha diritto di governare fino al 2013, ma per favore cambi il presidente del Consiglio perchè sarebbe utile per l’Italia e lo stesso centrodestra».

Casini (Udc): “In scene le ossessioni private del premier”

«Berlusconi continua a parlare delle sue ossessioni, è un disco rotto, ma la realtà dell’Italia è diversa». Pier Ferdinando Casini ha commentato così le parole di Berlusconi dopo l’udienza del processo Mediaset. «L’Italia – ha spiegato Casini – è un paese che non cresce e che produce disoccupati soprattutto tra donne e giovani, molte famiglie sono in grande difficoltà e scivolano nell’area della povertà. In tutto questo non abbiamo provvedimenti, non abbiamo un Governo che governa e continuano gli show come quelli dei processi del lunedì: qui tra un pò – ha concluso – siamo su ‘Scherzi a parte’».

Zaccaria (Pd): “Faremo esposto all’Autorità di garanzia”

«L’incredibile comizio organizzato da Silvio Berlusconi dentro e fuori il Palazzo di Giustizia di Milano è la conclusione di un fine settimana devastante dal punto di vista della sua insostenibile invasione informativa». Così Roberto Zaccaria, deputato del Pd e vicepresidente della commissione Affari costituzionali, annuncia un esposto del Pd all’Autorità Garante per le Telecomunicazioni «alla quale chiediamo di intervenire immediatamente a difesa del pluralismo informativo e della legalità». «Siamo in piena campagna elettorale – afferma Zaccaria – ma questo non impedisce al presidente del Consiglio di parlare a ruota libera, di attaccare violentemente i giudici, e, ai Tg che controlla, di riportare tutto questo senza nessun contraddittorio. Siamo di fronte ad una rottura clamorosa delle regole fondamentali: domani sarà pronto un nostro esposto all’Autorità di Garanzia per le comunicazioni alla quale chiediamo di intervenire immediatamente a difesa del pluralismo informativo e della legalità».

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