Ddl Riforme. Oggi al Senato si vota ad oltranza. LA DIRETTA

 

ROMA – Oggi si va avanti con i voti ad oltranza, come fa sapere il presidente del Senato, Pietro Grasso, aprendo i lavori dell’Aula sul ddl riforme.

Il proseguimento dei lavori a oltranza è ritenuto necessario visto il numero di articoli e relativi emendamenti ancora da sottoporre al voto, 15 articoli in tutto compresi gli accantonati,, e vista la volontà del governo di vedere il ddl riforme licenziato dal Senato entro domani, 8 agosto. Nella notte è stato dato intanto il via libera del Senato all’articolo 30 sulla potestà legislativa e regolamentare di Stato e Regioni che modifica il titolo V della Costituzione. Tra le novità introdotte, la legislazione esclusiva dello Stato in materia di tutela e sicurezza del lavoro, di produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia, in materia di infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto e di navigazione d’interesse nazionale e relative norme di sicurezza, porti e aeroporti civili, di interesse nazionale e internazionale. Rafforzata altresì la legislazione esclusiva dello Stato in materia di istruzione, di tutela della salute, di sicurezza alimentare, di tutela

dei beni culturali e paesaggistici e di turismo e ordinamento sportivo. Il governo, sempre durante la seduta notturna, è stato battuto in Aula con voto segreto su di un emendamento che introduce nel ddl riforme la competenza delle Regioni sulle materie che riguardano la «rappresentanza in Parlamento delle minoranze linguistichè’. La richiesta di modifica presentata da Sel aveva ricevuto il parere contrario del governo ed è invece stata approvata con 140 sì e 135 no.

Ieri il premier Renzi aveva affermato che “Il dato negativo del Pil diffuso ieri dall’Istat non rappresenta una bocciatura del governo. Anzi, – secondo l’ex sindaco di Firenze – servirà da stimolo per accelerare sul percorso delle riforme avviato e che si svilupperà si cinque punti essenziali: Costituzione e legge elettorale, una politica estera con più attenzione al Mediterraneo, investimenti su cultura e educazione e interventi sulla spending”. Cos’ il premier Matteo Renzi, che da una parte ammette il dato negativo, dall’altro lo fa sembrare il volano dell’ottimismo e dello stimolo.

Insomma rimangono sempre 5 gli obiettivi a cui il premier punta. Riforma  costituzionale,  con la fine del bicameralismo perfetto, il riequilibrio del ruolo delle Regioni, l’abolizione degli Enti non più utili, (come Cnel e province abolite ieri). E poi c’è la riforma elettorale, che dovrà sancire una stabilità a chi vincerà le elezioni.

 

 

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