ROMA – Papa Francesco è giunto questa mattina in Friuli Venezia Giulia. L’Airbus dell’Aeronautica militare è atterrato all’aeroporto di Ronchi dei Legionari alle 8.56, con un volo proveniente da Ciampino.
Il Santo Padre è stato accolto dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, dalla presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dall’arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Radaelli, dal prefetto di Gorizia Vittorio Zappalorto, dal presidente della Provincia Enrico Gherghetta e dal sindaco di Ronchi dei Legionari Roberto Fontanot.
«Per il Friuli Venezia Giulia è un grande onore accogliere il Papa, venuto a pregare con noi al Sacrario di Redipuglia», ha dichiarato la presidente Serracchiani. «Siamo coscienti della ‘responsabilità’» che abbiamo: la nostra regione è una terra toccata e segnata dalle tragedie delle guerra ma oggi vogliamo essere davvero un esempio ed un modello di pace in un momento, in un contesto internazionale veramente difficile«, ha quindi osservato Serracchiani.
Omaggio a tutti i caduti della Grande Guerra
Papa Francesco ha raggiunto il cimitero austroungarico, dove riposano 15 mila soldati ‘nemici’ nella Prima Guerra Mondiale, per rendere omaggio a tutti i caduti. Dall’aeroporto al cimitero austroungarico il Papa ha viaggiato su una Golf scura, salutando dal finestrino la piccola folla di fedeli che attendeva di vederlo passare lungo il breve percorso. Dopo aver sostato una decina di minuti in silenziosa preghiera all’interno del cimitero e deposto un mazzo di fiori, per rendere onore ai 15 mila soldati che vi riposano, Francesco si è fermato a conversare brevemente con un gruppo di bambini che lo attendevano. Poi è ripartito con la Golf verso il sacrario militare italiano di Redipuglia.
Messa al sacrario. Papa Francesco: “La guerra è una follia […] L’umanità ha bisogno di piangere, e questa è l’ora del pianto”
Alla messa nel sacrario erano presenti circa 10mila fedeli. Il Pontefice ha concelebrato la funzione con i cardinali Christoph Schoeborn, arcivescovo di Vienna e Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria e con numerosi vescovi provenienti da Slovenia, Austria, Ungheria e Croazia e dalle diocesi del Friuli Venezia Giulia, e con l’arcivescovo Santo Marcianò e gli altri ordinari militari e cappellani militari.
Nel corso dell’Omelia, Papa Francesco ha parlato della guerra come di una follia: «La guerra è una follia. La guerra distrugge anche ciò che dio ha creato di piu bello: l’essere umano». Per il papa «la guerra stravolge tutto, anche il legame tra i fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione. Volersi sviluppare mediante la distruzione». Dopo il fallimento di un’altra guerra mondiale «forse oggi si può parlare di una terza guerra combattuta a pezzi con crimini massacri e distruzioni». «La cupidigia, l’intolleranza, l’ambizione al potere sono motivi che spingono avanti la decisione bellica. E questi motivi sono spessi giustificati da una ideologia, ma prima c’è la passione, l’impulso distorto, L’ideologia è una giustificazione e quando non c’è, c’è la risposta di Caino: ‘a me che importa’ del mio fratello… a me che importa». «Vecchi, bammbini, mamme e papà- aggiunge il Papa- la guerra non guarda in faccia a nessuno. La prima pagina dei giornali dovrebbe avere come titolo ‘a me che importa’». Poi dice basta «a questi pianificatori del terrore, dello scontro come gli imprenditori delle armi, gli affaristi della guerra che hanno scritto nel cuore a me che importa». «Con cuore di figlio, di fratello, di padre, chiedo a tutti voi e per tutti noi la conversione del cuore: passare da quel ‘A me che importa?’, al pianto. Per tutti i caduti della ‘inutile strage’, per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo. L`umanità ha bisogno di piangere, e questa è l`ora del pianto». Così ha concluso Papa Francesco la sua omelia.