Siria. Seconda notte di raid contro Isis

DAMASCO – Seconda notte di raid in Siria, dove le forze aeree della coalizione, a guida statunitense, hanno colpito alcune posizioni delle milizie dello Stato Islamico (Isis) nei pressi della località curda di Ain al-Arab, alla frontiera fra Siria e Turchia.

Le incursioni avrebbero colpito alcune  posizioni e strade utilizzate dalle milizie per i rifornimenti una trentina di chilometri a est e a sud di Ain al-Arab, accerchiata dalle forze dell’Isis. Lo ha comunicato l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sottolineando che i jet da guerra provenivano dalla Turchia. 

Il ministro degli Esteri del governo autonomo di Kobani ha riferito che durante gli scontri tra curdi e militanti dell’Isis a Kobani sono stati catturati tre europei di origini arabe, due francesi e un belga. Nei raid avrebbero inoltre perso la vita un centinaio di jihadisti. 

Anche Abu Yousef Al Turki, leader del Fronte al Nusra, gruppo siriano legato ad al Qaeda, sarebbe rimasto ucciso nel corso dei raid aerei delle ultime ore.  Lo riporta la Cnn, citando un tweet con una dichiarazione dello stesso gruppo al Nusra, che posterebbe anche una foto a prova della morte. Intanto, fonti mediche di Idlib riferiscono che tra le 11 vittime identificate dei raid aerei della coalizione a guida Usa nel Nord-Ovest della Siria sarebbero morti 7 tra bambini e ragazzi e 2 donne.

Fbi diffonde l’allerta, pericolo attacchi per Usa e Europa

Dopo l’inizio dei bombardamenti contro l’Isis sulla Siria, le agenzia di sicurezza degli Usa sono state poste in stato di allerta a causa del rischio di attacchi da parte di «lupi solitari».  Questo è quanto riferiscono i media locali, facendo riferimento ad una circolare diffusa dall’Fbi.  «Crediamo che attacchi possano causare attentati sul suolo nazionale», avverte il testo inviato martedì a tutti i corpi di sicurezza del Paese.

Secondo il Pentagono, sarebbe infatti stato sventato un complotto da parte del  gruppo Khorasan, cellula di veterani di Al Qaeda poco conosciuta, e obiettivo, insieme all’Isis, dei bombardamenti americani sulla Siria. Il gruppo, secondo fonti di intelligence, era pronto a sferrare  un attacco «imminente» contro gli interessi occidentali ed era «vicino alla fase esecutiva» di un attentato negli Usa o in Europa. L’Fbi e il Dipartimento di sicurezza nazionale avevano inviato una simile circolare già un mese fa, dopo l’inizio dei raid aerei contro l’Isis sul nord dell’Iraq.

Ban Ki-moon chiede a presidente iraniano impegno in Iraq e Siria

Nel frattempo il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha incontrato a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York Hassan Rohani e ha chiesto al presidente iraniano un «impegno costruttivo» in Iraq e Siria e in Afghanistan. Ban Ki-moon, ha anche ringraziato Rohani per aver contribuito ad incoraggiare la formazione di un governo più inclusivo in Iraq. Il segretario generale ha inoltre chiesto al presidente iraniano una maggiore «flessibilità» nei negoziati sul controverso programma nucleare di Teheran, con  il gruppo 5+1, ovvero Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania, Barhein e Qatar, i cinque Paesi arabi che hanno preso parte all’offensiva, oltre che agli Stati Uniti.

Condividi sui social

Articoli correlati